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Domenica, 28 Aprile 2024

Controcanto

Fabrizio Gatti

Direttore editoriale per gli approfondimenti

Riecco l'amore di Salvini per Vladimir Putin

Andrea Crippa, vicesegretario federale di Matteo Salvini e astro nascente della Lega, è deputato alla Camera, membro della commissione Affari esteri e anche della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della Nato. L'onorevole Crippa ha candidamente atteso che il regime di Vladimir Putin rilasciasse il comunicato ufficiale sulla morte del più famoso oppositore russo, Alexei Navalny, avvenuta il 16 febbraio 2024 in un lager siberiano nella sperduta Kharp. Queste le parole di Crippa: ''Aspettiamo che si faccia luce. Non additiamo responsabili finché non ci saranno prove oggettive. Io non ho la sfera di cristallo e non so cosa succede in Russia''.

Il ghost-thinker, il pensatore ombra del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha così tanta fiducia in Vladimir Putin da aspettarsi prove oggettive da Mosca per la morte in carcere di un politico che, nell'Unione Europea e in qualunque Stato democratico, sarebbe un libero cittadino a capo di un partito. Ed è così convinto della buona fede di Putin da non sapere ''cosa succede in Russia''. E nemmeno quali siano le condizioni in quelle carceri.

L'annuncio dell'accordo a Mosca tra giovani leghisti e il partito di Vladimir Putin (Facebook)

Andrea Crippa è cresciuto a Lissone, nella provincia di Monza e Brianza, la cittadina capitale del mobile. La sua disarmante fede leghista nello straniero, purché sia bianco e abiti al Cremlino, ricorda quando una quarantina di anni fa da Lissone e dintorni partirono eserciti di mobilieri per arredare su misura le ville dei peggiori despoti arabi. Ovviamente in cambio di profumati danèe, i soldi. Erano gli stessi despoti che, negli anni a venire, impoverirono i loro popoli, provocando il più grande esodo migratorio verso l'Europa. Contro il quale oggi combatte la Brianza leghista che vota Crippa.

L'accordo tra la Lega e il partito al potere a Mosca

Andrea Crippa (a sinistra, nella foto sotto, scattata a Mosca nel 2018) è un giovane parlamentare. Si è laureato in Scienze politiche all'Università cattolica del Sacro cuore a Milano. È un fedelissimo di Salvini. E le sue parole sembrano un'ingenua caduta di stile dovuta all'inesperienza. Invece sono molto di più. Già prima della guerra il sacro cuore di Crippa, che non è il solo nella Lega, batteva per lo stesso partito al potere a Mosca che sta facendo uccidere decine di migliaia di civili in Ucraina, obbliga l'Unione Europea e gli Stati Uniti a spendere miliardi in armamenti sottraendoli ad altre necessità. E si infiltra nelle nostre democrazie attraverso campagne sui social, governi amici e politici servili.

Andrea Crippa, a sinistra, a Mosca nel 2018 (Facebook)

Perché Andrea Crippa dovrebbe dimettersi dalla Nato

Era il 17 novembre 2018. L'Italia era governata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (5Stelle). Vicepresidenti del Consiglio erano Matteo Salvini (Lega) e Luigi Di Maio (5Stelle), che possiamo vedere con Conte e Vladimir Putin a Roma nel 2019, nella foto vicino al titolo. Quel sabato di novembre, sulla sua pagina Facebook, l'attuale rappresentante dell'Italia nella Nato dava questo annuncio:

''Oggi abbiamo siglato uno storico accordo a Mosca fra la Lega giovani e la Giovane guardia di Russia unita di Putin. Lotta all'immigrazione clandestina, lotta al terrorismo islamico, difesa della nostra storia e identità, riconoscimento della Russia come partner imprescindibile del sistema di sicurezza internazionale e fine delle sanzioni contro la Russia, che sono costate all'Italia 5 miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro persi... Non ci fermeranno mai''.

Ecco: la Russia come partner imprescindibile del sistema di sicurezza internazionale. Una Lega così, con quello che sta accadendo da Mosca a Kiev, è sicuramente un problema per la premier Giorgia Meloni, per l'Italia e per l'Europa. Come minimo, almeno per coerenza, Andrea Crippa dovrebbe dimettersi dall'Assemblea parlamentare della Nato, che è l'alleanza che dovrebbe difenderci dal delirio imperialista del suo ''amico'' Vladimir Putin.

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