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Venerdì, 26 Aprile 2024
Verso il secondo turno

Elezioni comunali 2022, cosa succede ora nelle città al ballottaggio

Verona, Catanzaro, Parma, Piacenza, Monza. Sono sono alcune delle città in cui si deciderà il sindaco al secondo turno. Si torna alle urne domenica 26 giugno 2022

Domenica 26 giugno sarà giornata di ballottaggi. Si torna a votare in occasione delle elezioni comunali. Questa volta alle urne sono chiamati solo gli elettori delle città che non sono riuscite ad eleggere il sindaco al primo turno. Le città più grandi e i capoluoghi di regione hanno espresso il sindaco lo scorso 12 giugno ma restano in bilico gli esiti di altri centri come Catanzaro, Verona, Parma, Monza e Piacenza. Parma è forse l’unica realtà in cui l’esito del primo turno sembra difficile da ribaltare. Nelle altre città tutto può succedere. La politica non è pura matematica, ma i numeri sono molto indicativi per capire chi sia in vantaggio e chi no. Ma vediamo come è andato il primo turno e che cosa succede adesso:

  • Catanzaro: dipende tutto dal centrodestra.
  • Verona: la sfida Tommasi - Sboarina infiamma la città.
  • Monza: testa a testa fra centrodestra e centrosinistra.
  • Parma: a un passo dal governo di centrosinistra.
  • Piacenza: tutto nelle mani dei liberali. 

Catanzaro: se la destra si unisce, può vincere

A Catanzaro, la destra può vincere perché al primo turno, la colazione di centrodestra per Valerio Donato sindaco ha preso il 44% dei voti; Nicola Fiorita è il candidato del centrosinistra e ha raggiunto il 31,7%. Ci sono però altri due candidati sindaco che potrebbero decidere le sorti dei due più votati. L’elettorato di Fratelli d’Italia, che ha votato Wanda Ferro con il 9,2%, basterebbe a decidere le sorti di Donato, che con il sostegno dei meloniani vincerebbe a mani basse. Attenzione alle civiche di Antonello Tallerico, che portano in dote il 13,1% dei voti. Se Fdi non dovesse sostenere gli alleati e Tallerico dovesse sostenere il centrosinistra, a Catanzaro si potrebbe assistere ad un ribaltone. Non è uno scenario così improbabile. Ferro ha già dato indicazione di voto per Fiorita, ma non ci sono stati apparentamenti. Però per Fiorita ha dato indicazione di voto Talerico, presidente dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro. Insomma la partita è aperta perché è tutto nelle mani degli elettori che saranno pienamente liberi di decidere. Dagli altri due candidati sindaco, Francesco Di Lieto (Osiamo insieme) e Nino Campo (Catanzaro Oltre) non è arrivata nessuna indicazione di voto. 

Valerio Donato (S) e Nicola Fiorita (D), al ballottaggio per l'elezione del sindaco di Catanzaro, in programma il 26 giugno - foto Ansa-2

A Verona sarà testa a testa fra Tommasi e Sboarina

A Verona si consuma uno psicodramma interno alla desta con Sboarina che potrebbe vincere con il sostegno dell’ex sindaco Flavio Tosi, ma il candidato di Lega e Fratelli d’Italia non può sotterrare l’ascia di guerre durate decenni con l’acerrimo nemico di sempre e così Sboarina dice “no grazie” a Tosi e rifiuta l’apparentamento. In realtà, le ragioni del mancato apparentamento tra la coalizione a sostegno del sindaco uscente e Forza Italia con il neotesserato Flavio Tosi sono diverse. Ma di base c’è un ragionamento molto semplice: in una città come Verona, tradizionalmente di destra, vuoi mai che di quei circa 26 mila voti andati a Flavio Tosi al primo turno, non se ne riescano a racimolare almeno 10 o 15 mila per il ballottaggio contro Damiano Tommasi? Così Sboarina prova il colpaccio senza dover scendere a compromessi con il terzo classificato. Infatti la situazione attuale Flavio Tosi, sostenuto da Forza Italia, col 23,9%; Federico Sboarina (Fdi, Lega più civiche) al 32,7% e in pole l’ex calciatore della Roma Damiano Tommasi al 39,8%. Tommasi sta girando come una trottola per la città e raccoglie consenso battendo ogni metro quadro del territorio Comunale. Sboarina vuole convincere gli elettori di Tosi, senza passare per quest’ultimo. La sfida è aperta perché il centrodesta, anche qui, come a Catanzaro, si è diviso. 

Da sinistra Federico Sboarina, Damiano Tommasi. ANSA-2

Risultati elezioni primo turno: chi ha vinto e chi ha perso

A Monza è testa a testa fra centrodestra e centrosinistra

A Monza c’è un quadro molto più compatto con un centrodestra unito che ha sfidato un centrosinistra altrettanto unito. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno fatto volare Dario Allevi a un soffio dalla vittoria al primo turno. Il centrosinistra (senza il Movimento 5 Stelle) è secondo con il suo candidato Paolo Pilotto. Nel primo turno Allevi ha conquistato il 47,1% delle preferenze, mentre Pilotto il 40%. Forse potrà aver un peso il terzo classificato Paolo Piffer (lista Civicamente) che ha raccolto il 5,8% dei voti e ha già annunciato il suo apparentamento con Allevi. Se la politica fosse questione di matematica, Allevi sarebbe tranquillo, ma la differenza a questo punto è meno di un punto percentuale. La vittoria potrebbe essere di entrambi al fotofinish.

Dario Allevi (S) e Paolo Pilotto (D) al ballottaggio per l'elezione del sindaco di Monza, in programma il 26 giugno-2

A Parma il centrosinistra (senza M5s) ad un passo dalla vittoria

A Parma Michele Guerra ha ottenuto il 44,2% delle preferenze, doppiando il suo sfidante di centrodestra, Pietro Vignali, sostenuto da Lega e Forza Italia, che ha ottenuto il 21,2% dei voti. Infatti anche qui Fratelli d’Italia ha corso da sola, lanciando Priamo Bocchi e ottenendo il 7,5%. Ci sarebbe anche il civico Dario Costi, sostenuto da Azione di Carlo Calenda, che ha ottenuto il 13,5% dei voti, così da piazzarsi terzo classificato. Fdi appoggerà Vignali, ma Costi resta equidistante. Insomma, per la destra, a Parma, ci vuole un miracolo. 

Michele Guerra (S) e Pietro Vignali (D), al ballottaggio per l'elezione del sindaco di Parma, in programma il 26 giugno-2

A Piacenza liberali e M5s ago della bilancia 

A Piacenza, al primo turno, le coalizioni non bastano. Infatti qui erano sei i candidati sindaco. La sindaca uscente Patrizia Barbieri, come nel 2017, si è presentata con il centrodestra compatto, sostenuta da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, ottenendo il 37,7% dei voti. Va al ballottaggio con la consigliera regionale Katia Tarasconi, appoggiata da una coalizione di centrosinistra che vede insieme Pd, Azione, Piacenza oltre, Piacenza coraggiosa, Pensionati piacentini e Katia Tarasconi-Lista civica per Piacenza, ottenendo il 39,9% dei voti. Dunque Pd senza i pentastellati, che stavano con Stefano Cugini, arrivato al 10,7% con Europa Verde, Alternativa per Piacenza, M5s e Sinistra. Occhi puntati però sull’avvocato e presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani (Liberali di Piacenza) che ha ottenuto l'8,3%. Lui potrebbe spostare gli equilibri, ridando linfa al centrodestra perché è lì che si colloca, ma in passato i liberali piacentini sono sempre stati critici con l’amministrazione Barbieri. 

Katia Tarasconi (S) e Patrizia Barbieri (D) al ballottaggio per l'elezione a sindaco di Piacenza, in programma il 26 giugno Ansa-2

Al centrodestra risulta chiaro come le cose, seppur non adnate malissimo, potevano andare meglio se fossero stati uniti dovunque. Ecco perché questi ballottaggi serviranno anche a capire come la desta, se ha una possibilità di vincere, ce l’ha solo unita. I leader continuano a seguire i propri impegni ma si sta cercando di far coincidere le agende o di fare in modo che ci sia comunque un'iniziativa unitaria che potrebbe anche essere quella di un video-appello per invitare gli italiani a votare nei comuni che vanno al ballottaggio. E' andato bene domenica scorsa, spero possa andare bene anche questa domenica - ha detto Matteo Salvini - Gli unici dubbi sono su dove il centrodestra é andato diviso al primo turno. Ovviamente l'indicazione é quella di confermare il voto al centrodestra, però laddove va diviso poi fatica e rischia di aiutare la sinistra, e questo sia di lezione anche a livello nazionale", ha concluso.

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