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Venerdì, 26 Aprile 2024

Bacio della No Tav al poliziotto: "Altro che pacifismo, è stata una provocazione"

In tanti hanno parlato di "immagine simbolo", "pacifismo". Ma le cose, scive La Stampa, sono ben diverse

Ha fatto rapidamente il giro del web la foto che ritrae una ragazza dare un bacio a un poliziotto durante la manifestazione del movimento No Tav, che si batte contro l'Altà Velocità in Val di Susa.

In tanti hanno parlato di "immagine simbolo", "pacifismo". Lo scatto dell'agenzia AFP sta facendo discutere. Il poliziotto è un ragazzo della Sicilia, 25 anni, che lavora da qualche tempo a Torino nel V Reparto Mobile. Lei si chiama Nina De Chiffre, vive a Milano, ha 20 anni, studia e lavora.

La Stampa racconta come sono andate le cose

Giuseppe Corrado, collega e caposquadra del giovane poliziotto conferma: «Bacio? Diremmo forse meglio un tentativo fallito di provocazione risolto grazie alla professionalità del nostro operatore». Ancora: «E’ stato un gesto fondamentalmente ostile, e che quasi rasenta un reato penale, oltraggio a pubblico ufficiale. Il collega ha mantenuto i nervi saldi, è stato ineccepibile sul piano professionale, nessuno di noi cade in questi equivoci».

Il racconto continua:

«Dopo il bacio sulla visiera, la ragazza che era stata gentilmente allontanata, si era infilata due dita in bocca, le aveva bagnate di saliva e poi aveva tentato di toccare il volto dell’agente. Francamente, non mi sembra un gesto granché romantico. Un’altra ragazza, poi, aveva leccato la visiera di un altro poliziotto, insomma, a questi episodi va dato solo il significato che hanno, e non altro». E aggiunge: «I nostri reparti, in Val Susa, hanno un compito delicatissimo, quello di consentire che le proteste, legittime in un Paese democratico, si svolgano nella legalità. Purtroppo, in passato, non è avvenuto. E ora siamo qui, a discutere se quello fu un bacio gradito oppure no».

Nina De Chiffre ci tiene a precisare, sempre sulle pagine del quotidiano torinese, un paio di cose: "Ci sono due cose che vorrei subito chiarire. Quella foto non è stata assolutamente organizzata ad arte, come molti hanno insinuato. Il fotografo ha solamente avuto fortuna. Ma soprattutto: il mio intento non era quello di lanciare un messaggio di pace alle forze dell’ordine. Al contrario: volevo ridicolizzare i poliziotti. Volevo metterli in imbarazzo: volevo prenderli in giro. Direi che ci sono riuscita".

Fonte: La Stampa →
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