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Lunedì, 29 Aprile 2024

New York verso il divieto di fumo anche nelle abitazioni private

Il sindaco Bloomberg vuole norme più restrittive contro i fumatori

“New York, New York, the city that never sleeps”, cantava Frank Sinatra.  La città che non dorme mai. E invece sotto la guida del sindaco Bloomberg si dovrebbe dire “la città che non fuma mai”. Perchè ancora una volta il Prima Cittadino va a caccia dei fumatori e cerca di relegarli…boh, non sappiamo neppure più dove, perchè adesso Bloombi spinge affinchè non si fumi più neppure a casa propria

Inizia così l'intervento di Andrea Visconti, pubblicato sul suo blog "Manhattan Transfer", nel quale si commenta l'ultima crociata anti-fumo nata nella più importante città degli Stati Uniti, New York.

Il primo cittadino della Grande Mela ha intenzione di richiedere ai condomini di determinare con regole scritte (e sanzioni per chi le aggira) le aree in cui è permesso fumare. Insomma, ogni area residenziale dovrà decidere dove è possibile accendere una sigaretta, come sui balconi e nei cortili e persino nelle abitazioni private
Secondo gli attivisti anti-tabacco, il fumo passerebbe anche attraverso i muri delle case, per cui c’è il rischio di subire i danni passivi delle sigarette del vicino, anche se magari incontrandolo sul pianerottolo a stento lo si saluta

Anche il sito internet di Panorama, con un intervento di Anna Mazzone, si occupa della questione, che interessa non solo i cittadini della Grande Mela ma, ben consci di come le novità americane siano presto o tardi destinate ad arrivare da noi in Italia ed Europa.

Ma come l'hanno presa i newyorkesi?

I sondaggi condotti dal Comune di New York, per quello che contano, rivelano che il 64 per cento dei newyorkesi è a favore mentre il 30 per cento è contrario. Fra i fumatori il 51 per cento è favorevole (ripeto, favorevole che le regole siano chiare, non favorevole a proibire il fumo a casa)

Ovviamente i contrari al divieto si stanno mobilitando.

Contrari sono naturalmente i gruppi a difesa delle libertà individuali. Audrey Silk, per esempio, che si batte per i diritti dei fumatori di essere lasciati in pace, avverte che questo altro non sarebbe che un primo passo verso la proibizione a fumare negli edifici residenziali

La tendenza non è però solo neworkese. Gli Stati Uniti sono infatti uno dei paesi nei quali è più difficile la vita per i fumatori.

La situazione negli Stati Uniti sta diventando sempre più drammatica per gli amanti delle bionde. A Belmont, in California, il divieto di fumare è già stato esteso alle residenze private e potrebbe presto “contagiare” altre città o tutto lo Stato, che sin dal 1995 è in prima linea nella lotta al tabagismo. In sessanta delle più popolose città americane è vietato fumare in bar e ristoranti. Per ora “resistono” ai divieti solo 17 grandi centri urbani, tra i quali Indianapolis, Atlanta, Las Vegas, Miami, Philadelphia e Pittsburgh

Visconti, da ex fumatore, abbozza una riflessione su posizioni che sembrano oggettivamente estremiste.

Tutto questo mi sembra ridicolo anche se, per la cronaca, sono un ex fumatore poco tollerante dei fumatori: i danni alla salute sono risaputi e non riesco a comprendere come persone di buon senso non trovino la forza di smettere. Tuttavia non mi è mai successo di avere vicini il cui fumo filtrasse a casa mia. Fossi anch’io affetto dai fumi molesti che si insinuano dalla porta accanto forse diventerei parte di quel 64 per cento di newyorkesi favorevole alla proposta di Bloomberg

Un ultimo rifugio per i fumatori newyorkese ancora c'è... ma per quanto?

Per fortuna che ai fumatori è ancora rimasto un piccolo rifugio: possono accendere la sigaretta quando sono in auto. Faccio una ricerca però e scopro che nel 2007 era stato fatto un tentivo di proibire il fumo nelle vetture in cui si trovino bambini. Potrebbe essere una questione di mesi dunque che anche in macchina sarà in vigore il no smoking di Bloomberg?

Altrimenti non ci sarà altra scelta:

In molti altri Stati, come il Nevada, è tuttora possibile fumare anche in luoghi pubblici chiusi, come i casinò, i club privati e certi posti di lavoro molto piccoli. Insomma, ai fumatori incalliti non resta che emigrare a Las Vegas, l’ultima vera roccaforte delle amate bionde

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