Rifugio segreto dei nazisti in fuga scoperto nella giungla argentina
La Stampa, in un articolo di Filippo Fiorini, ricostruisce nei dettagli la vicenda
Nel cuore della giungla è stato scoperto il rifugio segreto dei nazisti. Ne è certo Daniel Schavelzon, che da tempo cerca fondi per continuare gli scavi e le ricerche nella regione tropicale di Misiones: lì ci sono tre edifici abbandonati intorno a cui circolano leggende che rischiano di sconfinare nella storia, in uno degli aspetti più oscuri della storia del Novecento.
Quegli edifici tedeschi e le monete del Reich scoperti nella regione di Misiones secondo gli archeologi erano un rifugio per i gerarchi nazisti in caso di sconfitta nella seconda guerra mondiale. Il gerarca nazista Martin Bormann sarebbe stato uno degli inquilini di quella che i locali chiamano ancora oggi la «Casa del Nazi». E' un caso che appassiona gli studiosi, storia e leggenda si mischiano.
La Stampa, in un articolo di Filippo Fiorini, ricostruisce nei dettagli la vicenda.
Le monete del Reich battute tra il 1938 e il 1944, le ceramiche delle piastrelle e le scatolette catalogate tra i reperti, collocano un gruppo di tedeschi a metà Anni 40, in questo luogo del Nord argentino, all’epoca quasi inaccessibile. La «struttura tipica dell’ingegneria europea, con mura spesse tre metri e senza omologhi nei dintorni», comprende un’abitazione per gli alloggi (dotata dell’eccezionale lusso di un pozzo e una tinozza), un magazzino per le scorte e una casamatta che domina il circondario. Da qui, una sentinella può vedere qualsiasi estraneo in avvicinamento per chilometri e poi, volgendosi a Nord, anche il fiume Paranà e più avanti il Paraguay, a 10 minuti di cammino.
Una cosa è certa: dopo la caduta di Berlino molti pezzi grossi del nazismo si rifugiarono proprio in Argentina, da Erik Priebke a Josef Mengele. Forse dopo una prima fase, i nazisti compresero che non era necessario vivere reclusi in case in mezzo alla giungla, ma potevano condurre una vita normale.
«In Argentina i gerarchi scoprirono che non avevano bisogno di nascondersi e abbandonarono le loro tane all’oblio». Ma quante ne avranno costruite in tutto? «Forse decine», dice Schavelzon, che è già sulle tracce del secondo nascondiglio.