Brunetta si dà alla viticoltura: "Mi sono indebitato fino ai capelli"
Come Massimo D'Alema, anche il forzista è diventato produttore di vini di qualità
E' un Renato Brunetta insolito quello visto al Vinitaly. Di vini l'ex capogruppo di Forza Italia se ne intende, è anche produttore. E come racconta al Corriere della Sera, si è indebitato "fino ai capelli" per la sua azienda, la Capizucchi, dalla famiglia patrizia che ha venduto la terra.
"Un’azienda famigliare nell’agro romano - spiega Brunetta - ci lavorano i figli di mia moglie Titti, Dario e Serena Diana. Sono in produzione 12 dei 25 ettari a vigneto. Centomila bottiglie. Il rosso è un uvaggio di Montepulciano e Cabernet Sauvignon, affinato anche in botti di rovere usate per l’Amarone. Fra due anni sarà pronta una bollicina, assieme ad altri 5 vini".
L'avventura imprenditoriale è iniziata cinque anni fa, pareggio di bilancio previsto nel 2020. Brunetta non ha voluto legare il suo nome alle bottiglie, nessun accenno a lui nemmeno sul sito aziendale: "Ho voluto tenermi defilato, non sono Bruno Vespa" dice. Le passeggiate tra le vigne lo ripagano di tante amarezze, sostiene.
Un Vinitaly affollato di politici, Di Maio e Salvini in testa.
«Non li ho visti. Ero occupato a fare selfie con i Brunetta lovers e a proporre il mio vino. Cose più serie delle loro baruffe. A Salvini e Di Maio dico: smettetela con i giochetti da Prima Repubblica, il Paese ha bisogno di serietà».