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Sabato, 27 Aprile 2024
Il punto

Così un comune batterio mutato provoca la "malattia mangia carne": facciamo chiarezza

Viene chiamata malattia carnivora per via delle lesioni necrotiche che si manifestano sulla pelle: è lo streptococco M1UK, una variante iper tossica di un comune batterio solitamente banale. Ma in alcuni casi può provocare gravi sindromi sistemiche con un'elevata mortalità. I focolai e la possibile evoluzione analizzata per Today.it dall'infettivologo Marco Falcone segretario della Società Italiana di Malattie Infettive

Lo hanno chiamato "batterio mangia carne", o anche "malattia carnivora". Il termine medico corretto è sindrome da shock tossico streptococcico (o Stss), ed è una conseguenza estremamente rara di un'infezione invasiva da streptococco A, o Streptococco Pyogenes. Di norma non rappresenta un pericolo per la salute pubblica, ma in questi giorni se ne sente parlare molto per via di un'anomala ondata di casi registrata in Giappone: 517 dall’inizio dell’anno, 88 solo nella città di Tokyo.

Boom di casi di shock da "batterio mangia carne", è mortale nel 30 per cento dei casi 

Numeri circa tre volte più alti di quelli visti nello stesso periodo dello scorso anno, che hanno spinto le autorità sanitarie a diramare l’allerta per questa malattia che, seppure di norma rara, risulta fatale per circa il 30% dei pazienti. Vediamo meglio di cosa si tratta. 

La malattia carnivora da streptococco A

"Lo streptococco di tipo A è un batterio ubiquitario, che di norma causa le comuni tonsilliti dei bambini o infezioni cutanee assolutamente banali", spiega a Today.it Marco Falcone, ordinario di Malattie infettive dell’Università di Pisa e segretario della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). "In rari casi però questi batteri possono entrare nel circolo sanguigno, scatenando infezioni sistemiche e provocando la sindrome da shock tossico, che è mediata dalla produzione di tossine super antigeniche che spingono l’organismo a una reazione immunitaria eccessiva, la cosiddetta tempesta di citochine, che provoca shock e sindrome da disfunzione multiorgano, rendendo particolarmente letale questa malattia". 

Streptococco  bacteria colonies cdc

I sintomi sono quindi provocati in prima istanza dalla produzione di tossine da parte dei batteri, e poi da una attivazione anomala del sistema immunitario. Comprendono febbre alta, abbassamento della pressione arteriosa (ipotensione), tachicardia, tachipnea, scompenso multi organo e morte. Le tossine possono indurre inoltre la necrosi dei tessuti infettati, e se raggiungono la pelle provocano le ferite necrotiche che hanno dato origine a nomignoli come batterio mangia carne o malattia carnivora. 

Si rischiano epidemie?

Per quale motivo un batterio solitamente quasi innocuo provochi sintomatologie così gravi non è del tutto chiaro. Quel che si sa però è che esistono dei fattori di virulenza che rendono più pericolosi alcuni sottotipi di streptococco A. "Solitamente i focolai di Stss sono legati al sottotipo M1UK, che ha una virulenza maggiore e tende a provocare più spesso infezioni sistemiche", sottolinea a Today.it Falcone. "In alcuni paesi, ed è il caso del Giappone in queste settimane, si creano dei focolai di questi sottotipi più pericolosi, che possono far crescere velocemente e in modo anomalo i casi, soprattutto se si diffondono in comunità chiuse". 

Curare l’infezione, di per sé, non è difficile, perché lo streptococco A è sensibile ai comuni antibiotici. A rendere tanto letale le Stss però è il fatto che anche una volta debellati i batteri le tossine presenti nel corpo continuano a provocare danni, e quindi spesso anche se le terapie sono efficaci i sintomi progrediscono troppo velocemente per essere fermati. Con un attento monitoraggio dei pazienti e dei loro contatti, però, i focolai di streptococco M1Uk sono facilmente debellabili dalle autorità sanitarie, con la prescrizione di semplici antibiotici. Per questo motivo, per quanto grave, questa infezione non è il tipo di malattia che può produrre epidemie di grandi dimensioni, o ancor meno pandemie. 

"Essendo il nostro un paese di transito, visitato ogni anno da milioni di turisti, è necessario vigilare per intercettare precocemente l’arrivo di sottotipi batterici pericolosi, ma sicuramente questi non sono patogeni che possono causare emergenze sanitarie come quelle viste con Covid 19" conclude Falcone. "I contagi avvengono per via aerea o per contatto, ma lo streptococco è molto meno infettivo di un virus come Sars-Cov-2. In Italia fino ad oggi sono stati registrati casi aneddotici, anche con il sottotipo M1, quasi sempre di importazione, ma non abbiamo mai avuto epidemie o focolai importanti". 

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