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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Accoglienza, territorio e cultura: ecco il lato migliore dell’Italia

Il Bel Paese è protagonista di tre storie in grado di donare speranza e futuro a luoghi e persone

Spesso e volentieri si parla dell’Italia per la sua accoglienza, per la sua cultura e per il suo territorio, tutti elementi notoriamente apprezzati da turisti nostrani e stranieri. Eppure, esistono casi in cui questi tre elementi non fanno riferimento al turismo ma, anzi, a qualcosa di completamente diverso.

L’accoglienza di cui parliamo qui è, infatti, quella nei confronti dei migranti che sbarcano ogni giorno a Roccella Jonica, in Calabria, dopo un estenuante viaggio a bordo di barconi colmi di disperati in fuga. 

La cultura, in questo caso, non è quella millenaria, conservata nei musei, o quella più moderna presente nei festival estivi, ma riguarda una chiesa storica di Ancona, che si sta cercando di recuperare dopo il sisma del novembre scorso. 

E il territorio, non è certo quello del mare e delle spiagge che tutto il mondo ci invidia, ma quello da valorizzare con il lavoro nei campi ad Alliste, nel Salento, e con una filiera etica in grado di produrre solidarietà e opportunità di reinserimento sociale per molti.

8xmille alla Chiesa cattolica: tutti i progetti e le testimonianze sul sito dedicato

Tre progetti, quelli di Roccella Jonica, Ancona e Alliste, che la Chiesa cattolica ha attivato grazie all’8xmille e che fanno parte delle migliaia di iniziative che partono ogni anno grazie a tale contributo.

Con la tua firma puoi contribuire a creare un’Italia diversa e più “bella”

Le tre storie a cui abbiamo, finora, solo accennato, sono molto diverse tra loro, ma permettono di raccontare un’Italia differente da quella a cui, forse, siamo abituati. Ci parlano di un Bel Paese che si conquista quell’aggettivo “Bel” non più per i suoi panorami mozzafiato, ma per la capacità di regalare una speranza e un futuro migliore a chi ne ha più bisogno. 

In tali iniziative si palesa un’Italia inclusiva e accogliente, un’Italia che si impegna nel lavoro e nella riqualificazione dei suoi tesori artistici e spirituali, un’Italia che lotta per valorizzare il suo territorio attraverso il lavoro e il rispetto per l’ambiente e per la dignità umana.

Andiamo, allora, a scoprirle più nel dettaglio, queste storie e, forse, al termine, diventeremo più consapevoli anche del ruolo che noi stessi possiamo avere nello scriverle.

“Un popolo per tutti”: a Roccella Jonica una gara di solidarietà che parte dal basso 

“Il Porto delle Grazie di Roccella Jonica è il simbolo di una Calabria che accoglie”. Queste le parole di monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace. Una frase in grado di sintetizzare il senso di un progetto chiamato “Un popolo per tutti”, avviato dalla Caritas diocesana per promuovere la crescita di spazi d’accoglienza e favorire l’inserimento sociale ed economico degli immigrati che sempre più di frequente sbarcano nella striscia ionica della Locride.

Il progetto vede la collaborazione della prefettura e della Croce Rossa, entrambi presenti nel momento dello sbarco, così come dell’èquipe d’accoglienza della Caritas, impegnata a dare supporto logistico e a fornire mediatori culturali, in grado di fare da ponte con le persone per accertarne identità e bisogni.

Ad affiancare istituzioni e Caritas, anche la stessa cittadinanza che ha dato vita a una vera e propria gara di solidarietà per offrire aiuti e sostegno a immigrati infreddoliti e affamati, spesso provati dalle numerose violenze subite durante il duro viaggio.

I numeri di questo progetto dimostrano quanto è stato fatto e quanto ancora si potrà fare: sono stati 113 gli sbarchi sulle coste ioniche nel 2022, ben 48 in più rispetto all’anno precedente. Parliamo di quasi 10.000 persone che hanno cercato rifugio nel nostro Paese e che hanno trovato negli operatori e nei volontari a terra una mano tesa, al di là della loro cultura o religione.

Una mano che si traduce in strutture d’accoglienza che mettono a disposizione posti letto, servizi di doccia, lavanderia, un centro d’ascolto e una mensa che ogni giorno serve 80 pasti, più altrettante confezioni d’asporto per la cena. Ma anche nell’aiuto per ottenere permessi di soggiorno e individuare nuove occasioni di lavoro sul territorio.

Il restauro di una Chiesa tra cultura, spiritualità e rilancio dell’economia di Ancona

Il recupero della Chiesa di Santa Maria della Piazza, nel centro di Ancona è la dimostrazione che la solidarietà di ciascuno di noi può indirizzarsi anche verso opere diverse dalla classica carità, per arrivare a valorizzare edifici storici e religiosi, che rappresentano riferimenti importanti per le comunità e che, come in questo caso, sono stati rovinati da eventi naturali catastrofici, quali, ad esempio, il sisma del novembre scorso.

Questo gioiello di architettura romanica, eretto sui resti di una basilica paleocristiana, è una testimonianza non solo di oltre 1.700 anni di storia, ma anche di un patrimonio culturale che si può e si deve custodire, valorizzare e tramandare alle generazioni future, non solo come monumento di fede, ma anche come simbolo di bellezza artistica.

Un progetto, questo, che oltre al valore culturale, pastorale e liturgico, rappresenta anche un volano per l’economia, dando da un lato lavoro a manodopera specializzata e professionalità che altrimenti non avrebbero lavoro e, dall’altro, come attrattiva turistica per tutti i residenti e per gli stranieri in visita. 

I numeri ci aiutano a comprendere l’entità del lavoro svolto dai 3 restauratori impegnati nell’intervento di recupero in ben 203 giornate di lavoro, per una Chiesa che ogni anno accoglie 20.000 visitatori.

Nel Salento cresce il seme della solidarietà con Opera Seme Farm

Ad Alliste, in provincia di Lecce, invece, le firme dell’8xmille alla Chiesa cattolica si traducono in un’iniziativa molto diversa dalle precedenti: un progetto che prende le mosse dalla già consolidata realtà di Opera Seme, dedicata alla produzione e distribuzione di prodotti alimentari del territorio, in ottica di valorizzazione dello stesso.

Con “Opera Seme Farm”, quindi, la Caritas diocesana di Nardò-Gallipoli si aggancia a ciò che già esisteva per trasformarne in parte gli intenti. Promozione del lavoro, del rispetto dell’ambiente e del territorio rimangono invariati, ma a questi concetti si applica una nuova promozione della persona umana, creando opportunità per prevenire la povertà.

La filiera agricola che prima supportava solo i piccoli produttori del settore agro alimentare, colpiti da diverse problematiche economiche e sociali, mantiene quindi la sua vocazione di filiera etica, in grado di aiutare, ora, anche i giovani e tutti coloro rimasti tagliati fuori dal mercato del lavoro a crescere e reinserirsi in società, oltre che a vivere un’esperienza di comunione e reciproco supporto.

Il progetto ha trovato il sostegno e l’interesse di altri soggetti, quali scuole, parrocchie, università, realtà cooperativistiche sociali, privati cittadini e istituzioni, insieme ai quali si sono attivate esperienze formative, realizzando un vero e proprio cambiamento culturale legato all’alimentazione sana, al consumo critico e alla riduzione degli sprechi alimentari dalle cucine delle mense.

Grazie a “Opera Seme Farm”, alle 13 realtà produttive coinvolte e a ben 200 volontari, si approvvigionano, con oltre 13.000 kg di prodotti ortofrutticoli freschi, genuini e di qualità, 3 mense solidali della diocesi, per un totale di 50.000 pasti erogati all’anno, in grado di sostenere fino a 5.000 destinatari diretti.

Tendi la tua mano e regala una speranza 

Tre storie rese possibili da quella firma che ciascuno di noi può decidere di apporre ogni anno sulla Dichiarazione dei Redditi a favore della Chiesa cattolica.

Una firma che nasce dalla consapevolezza che destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica significa donare rinascita, regalare una speranza e, soprattutto, restituire la dignità perduta a luoghi e persone spesso dimenticate.

Perché, in fondo, basta poco per fare del bene: basta tendere la propria mano e firmare.

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