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Sabato, 27 Aprile 2024
Grande Fratello

Grande Fratello, Massimiliano distrutto per l'omicidio dello zio: "Ha segnato la mia carriera"

Il gieffino racconta un evento che gli ha cambiato la vita, portandolo a isolarsi dal mondo: cosa è successo

Durante la sedicesima puntata del Grande Fratello, Alfonso Signorini si concentra sulla vita di Massimiliano Varrese, in particolare modo sulla sua carriera e sull'evento che l'ha segnata per sempre: l'omicidio dello zio a cui il gieffino era particolarmente legato poiché i due erano cresciuti insieme. Settimane fa l'attore aveva parlato di una promessa che non aveva mantenuto e gli aveva cambiato l'esistenza, ma solo di recente ha spiegato l'accaduto nel Confessionale. Oggi scopriamo un uomo fragile, in lacrime e pieno di sensi di colpa. 

Massimiliano parla dell'omicidio dello zio

Nel video di presentazione degli eventi settimanali, il gieffino dichiara: "Mi sono fatto carico di un senso di colpa più grosso di me - forse ingiusto nei miei confronti - per l'omicidio di mio zio. È successo nel periodo in cui ho avuto più successo. Mio zio era il mio idolo, ho passato l'infanzia con lui. All'epoca aveva l'età che ho io adesso e un bambino di 5 anni, e allora gli ho detto: 'Zio, facciamo una bella cosa. Non andare più in discoteca, vieni a lavorare per me, ti pago io i 100 euro della serata'. Poi non ho mantenuto questa promessa, non so perché. Pochi mesi dopo mi arriva la telefonata dell'omicidio di mio zio in discoteca, stava facendo il buttafuori, e da lì è cambiato tutto. A causa di questo senso di colpa ho distrutto tante cose e iniziato un percorso di grande sofferenza, autopunizione. Ho cominciato a perdere i contratti, ho distrutto la mia vita, la mia carriera. Dopo tutti questi anni, è ora che torni a riprendermi l'affetto, l'amore." 

Le parole di Varrese

Chiamato nella Mystery Room, Massimiliano racconta le sue attuali emozioni circa il traumatico evento e cosa è accaduto il giorno in cui ha ricevuto la telefonata che lo avvertiva della morte dello zio: "È stato un lungo percorso, i primi anni nemmeno me ne sono reso conto. Ho un po' associato il mio successo. All'epoca mi stavo trasferendo a Los Angeles in una delle agenzie più grosse di Hollywood, poi non ho più voluto saperne nulla per un paio di anni... In quel periodo ho vissuto in campagna senza cellulare con il mio cane. Ogni tanto andavo a trovare i miei a casa loro... Ho sentito vicino i miei due amici di infanzia, Checco e Lorenzo, però lì ho scoperto che le cose disastrose della vita, quelle che non possiamo controllare, ci insegnano delle grandi cose. Noi abbiamo sempre una scelta: soccombere a determinate situazioni dolorose o crescere. Attraverso le mie sofferenze ho capito che avevo forse un dono, una missione: poter regalare anche agli altri la capacità di sognare. Ho realizzato tanto dai miei sogni. Visto che avevo distrutto quello di lavorare a Hollywood, ho deciso poi di insegnare ai ragazzi in un'Accademia la voglia di tornare a sognare. Credo che oggi ai giovani manchi il coraggio di sudare per arrivare alla meta. 

Massimiliano Varrese si sofferma sulla notte dell'omicidio, svelando che proprio nell'orario della morte dello zio ha sentito un dolore fortissimo lungo il petto: "Mi sono svegliato alla stessa ora con dei dolori lancinanti al petto. Ancora ricordo la stanza d'albergo in cui alloggiavo, i suoi colori e odori... La mattina alle 6:00 arriva la telefonata da mio padre e io gli dico: 'Hanno ucciso zio Massimo, vero?' Me lo sentivo. Ho avuto come delle visioni, una sensazione forte. Da quando sono piccolo ho questi sentori importanti, ma l'ho sempre tenuto per me. Quella volta però era più intensa. Da quel giorno ho chiamato la mia ex agente, chiedendole un sostegno, ma lei mi ha liquidato dicendo che aveva da fare e ha chiuso il telefono. Quel click ne ha fatto scattare un altro nella mia testa e nulla è stato come prima." 

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