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Venerdì, 26 Aprile 2024
Viaggi

Così l’Arabia Saudita arriverà a 100 milioni di turisti all’anno

Il paese più grande del Medio Oriente sta sviluppando un ambizioso piano da 800 miliardi di dollari per attirare il pubblico internazionale, forte di una proposta variegata e con l’avvio di una progressiva apertura culturale

Tra deserto e metropoli, in un mix di tradizione e modernità, l’Arabia Saudita si apre al mondo presentandosi attraverso immagini patinate di avventure da mille e una notte. Falò sulla sabbia, fascinosi suq, prelibatezze locali ed immersioni nel Mar Rosso, per un’offerta di esperienze altamente instagrammabili in linea con una delle principali missioni del paese: promuovere il turismo e arrivare nei prossimi anni ad accogliere 100 milioni di visitatori all’anno.

In una frenetica corsa verso il futuro tutta l’Arabia, a partire dalla capitale Riyad, è un cantiere aperto proiettato alla “Vision 2030”: un ambizioso piano trasformativo che punta a “sbloccare il potenziale del Regno, creando una nazione diversificata, innovativa e leader a livello mondiale”, anche per emancipare il paese dalla dipendenza dall’economia del greggio. È una novità: il governo ha iniziato di recente ad investire in modo massiccio per avviare praticamente da zero un settore che fino a pochi anni fa non esisteva: il turismo internazionale è partito nel 2019, con la semplificazione del visto per 49 paesi (Unione Europea e Stati Uniti compresi) e la costruzione di un’offerta ex novo. Alberghi, attrazioni, siti di interesse, trasporti e collegamenti aerei con l'estero: il regno saudita si è mosso in modo compatto per attirare il pubblico internazionale e si definisce “il più grande investitore mondiale nel turismo”, con l'impegno a impiegare 800 miliardi di dollari nel settore.

Natura (Saudi Tourism Authority)

La corsa verso la modernizzazione

L'evoluzione è accompagnata da un'operazione di transizione culturale, una progressiva (comunque moderata e tanto c'è ancora da fare) apertura riformatrice nei campi dei diritti e dei costumi promossa dal principe ereditario Mohammed bin Salman. L'Arabia Saudita, il paese più grande del Medio Oriente, è una monarchia assoluta che applica i principi del wahabismo (una forma molto rigida dell’Islam) e, nel rispetto dei diritti umani, è considerata generalmente lontana dagli standard occidentali. Eppure “in tre anni è cambiato tutto”, assicurano le guide e i referenti del ministero della cultura. Facendo riferimento, tra le altre cose, alla condizione delle donne: dal 2017, ad esempio, hanno la possibilità di guidare un’auto, mentre oggi si assiste ad una sensibile riduzione delle disparità legislative e sociali di genere. Tra le vie della città si osservano stili di abbigliamento variegati, dalla tunica nera integrale ad outfit decisamente più occidentali che lasciano il capo completamente scoperto. “Rimodellare il panorama sociale e culturale, alla ricerca di una nuova era di opportunità inclusive”, è uno degli slogan della Vision 2030. E un’apertura è attesa anche nei confronti della vendita e del consumo di alcol, oggi totalmente assente: l’introduzione potrebbe partire dal Red Sea Project, un vasto progetto per la creazione di un distretto di alberghi in stile Las Vegas sul Mar Rosso, con tanto di casinò.

Un viaggio avventuroso

L’occasione per osservare da vicino ciò che sta succedendo è un’iniziativa organizzata in collaborazione con la compagnia aerea Wizz Air, che nelle scorse settimane  ha lanciato un concorso su Instagram (Get lost with Wizz) e selezionato circa 140 partecipanti tra content creator professionisti e utenti “comuni”. Il premio consisteva in un viaggio di cinque giorni con destinazione a sorpresa, un’esperienza per spiriti avventurosi - e, ancora di più, curiosi - partita il 15 marzo dall’aeroporto di Venezia, alla quale abbiamo preso parte.

La destinazione ci viene svelata solo all'atterraggio, dopo quasi 6 ore di volo. La sensazione diffusa, una volta atterrati a Riyad, è di sorpresa, in alcuni casi di vaga delusione. Presto però ha il sopravvento la curiosità, mista alla consapevolezza di avere l’opportunità di visitare una meta fuori dall’ordinario. Prende il via così un viaggio attraverso la cultura e le tradizioni saudite: la comitiva viene accompagnata in un tour dei luoghi e delle situazioni di vita quotidiana del paese che rende evidenti molti degli aspetti di cui sopra, con le loro contraddizioni. 

Riyad, città-cantiere

Il panorama urbano di Riyad, metropoli di quasi 8 milioni di abitanti, è un susseguirsi di strade trafficate e condomini che si estendono a perdita d’occhio, edificati quasi tutti dal secondo dopoguerra in poi. Nel centro si erge la “city” fatta di moderni grattacieli che superano i 300 metri di altezza (il Kingdom Centre ha vinto l’Emporis Skyscraper Award nel 2002 per il design), ed è solo l’inizio: la città, in pieno boom edilizio, è un brulicare di enormi cantieri, preludio di ambiziosi progetti architettonici che muteranno considerevolmente l’aspetto della capitale. 

Riyad

Tra questi c’è la rete della metropolitana, quasi ultimata (l’apertura è prevista entro il 2023), costituita da 6 linee che coprono un percorso totale di 176 chilometri attraverso 85 stazioni (quella del Financial District è stata progettata dall’archistar Zaha Hadid). Attraversando la città costeggiamo il vecchio aeroporto, anch’esso oggetto di un piano di trasformazione che lo porterà a diventare il parco urbano più grande del mondo, con strutture dedicate all'arte, allo sport e allo spettacolo: King Salman Park avrà una superficie di 16 chilometri quadrati, oltre quattro volte il Central Park di New York. La smania di creare nuove proposte di intrattenimento si concretizza anche in progetti improbabili come quello di Boulevard World, immenso parco giochi suddiviso in zone tematizzate ispirate a vari paesi del mondo: l’Italia si trova proprio al centro, in un’isola nel mezzo di un lago artificiale, rappresentata da una ricostruzione di Venezia con tanto di comparse.

Boulevard World

Fra tradizione e sviluppo

Un’atmosfera più aderente all’immaginario comune sul Medio Oriente si trova nell’oasi di Diriyah, la città vecchia, fatta di edifici tradizionali costruiti tre secoli fa in mattoni di fango, tra palme e giardini. Sulle stradine pedonali si affacciano negozi e ristoranti frequentati da famiglie e giovani coppie. Qui c’è il distretto di al-Ṭurayf, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove sono in programma progetti di sviluppo che - sempre entro il 2030 - trasformeranno Diriyah in “una delle destinazioni turistiche culturali più entusiasmanti del mondo”. Apprezzabile anche l’esperienza culinaria (l’abbiamo provata, ad esempio, al Najd Village), nella quale rivive la tradizione di mangiare seduti a terra, fra tappeti e cuscini, negli edifici in stile arabo strutturati attorno ad un cortile centrale. Specialità a base di agnello e abbondanti porzioni di hummus sono anticipate immancabilmente dal tè servito con datteri.

Nell’itinerario che ci porta verso la costa orientale del paese ci allontaniamo dal contesto urbano percorrendo 100 chilometri fino al Saad National Park, la nostra tappa nel deserto. Qui le dune color rosso sono un invito a togliere le scarpe per sentire la sabbia sotto i piedi scalzi, a montare in groppa ai docili cammelli e farsi cullare dalla loro lenta cavalcata. Meno docili sono gli autisti delle Jeep, che ci fanno salire a bordo per una gimcana tra le dune decisamente adrenalinica. Ancora più a est, nei dintorni di Al Hafouf, visitiamo un’altra spettacolare attrazione naturalistica: le cave di Al-Qarah, labirinto di stretti canyon e grotte che si sviluppano dentro la montagna omonima.

Saad National Park

Ultima tappa del viaggio è il King Abdulaziz Center for World Culture (Ithra), imponente centro culturale a Dhahran: aperto nel 2017, è concepito come un assemblaggio di quattro elementi di colore grigio che ricordano enormi pietre arrotondate, tra le quali spicca il monolite principale alto 90 metri. Progettato dallo studio norvegese Snøhetta, è stato annoverato nella lista dei 100 luoghi da visitare al mondo secondo il Time. In uno spazio di 85mila metri quadri ospita un museo, un auditorium, una biblioteca, un cinema, gallerie espositive e laboratori.

King Abdulaziz Center for World Culture (visitsaudi.com)

L’Arabia ha le carte in regola per stupire, ma soprattutto un progetto di determinazione inaudita per ottenere visibilità internazionale e raggiungere i propri obiettivi. Puntando, come riepiloga l’Autorità del turismo, sulla sua “straordinaria diversità di paesaggi, il ricco patrimonio culturale e l'impareggiabile ospitalità del popolo saudita”. C’è ancora molto da fare, ma la strada è segnata e l’orizzonte temporale della “Vision 2030” chiaramente definito, in un percorso a tappe forzate verso la modernizzazione. Così, dopo gli exploit di località come Sharm el-Sheikh (Egitto) o Dubai (Emirati Arabi), il baricentro del turismo internazionale potrebbe spostarsi ancora di più nel Medio Oriente.

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