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Lunedì, 29 Aprile 2024
La protesta

Gli irriducibili dei trattori contro tutti: "Macché estremisti, noi traditi anche dalla Coldiretti"

Dei 20mila manifestanti annunciati al Circo Massimo di Roma sono arrivati in pochi, ma con tanta rabbia e il "no" netto ad un accordo con il governo

Bandiere tricolori a non finire, un animalista solitario, campanacci da bestiame fatti squillare con orgoglio e rabbia. Circa 1500 persone - ne erano state annunciate 20mila - e dieci trattori sono arrivati al Circo Massimo di Roma intorno alle tre del pomeriggio in risposta all'azione lanciata dal movimento "Cra agricoltori traditi", guidati da Danilo Calvani. "Sovranità e made in Italy chi li ha visti", "Dio moltiplicò pane e pesci, non grilli e cavallette", "Fuori da questa pazza Europa", si legge sui cartelli esposti. 

Uno dei trattori del corteo, foto Arianna Cerone

Sotto accusa le multinazionali e le grandi catene di distribuzione, insieme alle leggi dell'Unione Europea che "strangolano gli agricoltori" lasciando il via libera all'importazione di prodotti da Paesi "che utilizzano fitofarmaci vietati in Italia da vent'anni". Il "no alla carne sintetica" e alla "farina di grillo" è il leitmotiv della protesta, della quale il Cra rivendica la completa autonomia: "È la prima volta che il mondo agricolo scende in piazza senza partiti e senza sindacati. È un mese e mezzo che protestiamo ed è solo l'inizio", scandisce dal palco il leader Danilo Calvani.

Accesissimi i torni contro il governo e la Coldiretti, accusata di aver "venduto i lavoratori della terra alle multinazionali". Cori contro il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida e contro la stessa premier Meloni. È proprio in quest'aspetto che risiede la grande spaccatura con il gruppo Riscatto agricolo, che non ha partecipato alla protesta e ha anzi annunciato lo smobilitamento dei propri presidi stanziati da giorni alle porte della capitale dopo il deposito, da parte del governo, dell'emendamento al decreto Milleproroghe sul taglio dell'Irpef. Ma per gli esponenti del Cra, la concessione del governo sul'Irpef non basta. "È come se ci avessero dato una caramella, da dividere fra tutti quanti", gridano dal palco gli agricoltori.

Sul ricomporre o meno la frattura con Riscatto agricolo, però, sembra mancare una vera linea condivisa. Se, all'inizio della manifestazione, dal palco si invocava a gran voce l'unione tra tutti i movimenti e la coesione nella protesta, un paio d'ore dopo gli agricoltori di Riscatto agricolo venivano, senza mezzi termini, definiti "traditori, maledetti" "venduti alla Meloni e a Lollobrigida".

Salvatore Fais, uno dei portavoce di Riscatto agricolo, aveva sconfessato il Cra di Calvani perché "si portano dietro elementi che non conosciamo", ovvero frange del movimento no vax e dell'estrema destra. Anche per Filippo Giglio - Riscatto agricolo - il movimento del Cra sarebbe troppo politico e soprattutto estremista. Vero è che Danilo Calvani proviene dal cosiddetto movimento dei "Forconi", notoriamente appoggiato, in passato, dall'estrema destra, ma alla manifestazione a Circo Massimo di oggi non c'erano bandiere politiche riconoscibili.

Tra solidarietà e dubbi, cosa pensano i cittadini della protesta

Ce n'era una sola di bandiera, quella del Partito comunista italiano. Una sorpresa, senza dubbio, per una protesta che non appartiene esattamente al bacino elettorale della sinistra e che, anzi, a livello europeo e non solo italiano è piuttosto terreno di conquista della destra. 

Lo striscione firmato Pci, foto di Arianna Cerone

"Ci sono braccianti, gente che lavora per noi, ci danno da mangiare. Loro non hanno invitato i partiti, ma tanti compagni che erano qui volevano essere rappresentati in qualche modo e noi lo abbiamo fatto. Molto delicatamente, non sul palco", ci dice Gaetano Seminatore, del Pci. 

Un'altra presenza forse non sorprendente, ma comunque interessante, è quella di un animalista. Un dibattito decisamente acceso si è presto scatenato con un paio di agricoltori. 

"Io sono un produttore di latte, tu sei vegetariano? Dovresti vedere questo attrezzo qui, la conosci? La zappa. L'arnese che ci rappresenta, che vogliamo far vedere ai politici e alle associazioni di categoria, ma pure ai vegetariani, così zappano un po'". Dopo qualche ironico convenevole, però, la tensione sale. "Io sono contrario al latte vaccino, perché non fate neanche pascolare - dice il vegetariano - come fa un animale a vivere in quelle condizioni? Si ammala". "E cosa dovremmo mangiare, verdure? Peccato che produrle si spende 15 e si vedono a 10, quella è la fregatura". "E quelli che allevano la carne cosa dovrebbero fare? Cosa dovrebbero mangiare?"

Raccogliendo pareri da parte dei cittadini che, più o meno casualmente, si affacciano alla protesta, c'è sì qualche perplessità, ma a prevalere sembra essere un sentimento di generico entusiasmo verso quello che appare uno slancio proveniente dal basso: "Finalmente gli italiani protestano per qualcosa", dice qualcuno. Già, ma per cosa? Il tema che più di altri risuona nelle espressioni di sostegno è quello relativo ai compensi percepiti dagli agricoltori a fronte dei prezzi di vendita sul mercato.

"Se la loro lotta è per avere delle condizioni lavorative migliori e per avere un più ampio margine di profitto per me è una lotta sacrosanta", commenta il signor Carlo Gaddi. Ma, sulla carne sintetica, la chiusura di governo e agricoltori non convince: "Se non ha conseguenze per l'organismo, perché no? Gli allevatori hanno comunque una grande capacità di riciclarsi, se seguono il flusso corretto di informazioni".

L'elemento del compenso ritorna più volte nelle considerazioni della gente. "Fanno una vita dura e non percepiscono un compenso adeguato", dice la signora Lucia, in vacanza a Roma insieme al marito, ma presente alla manifestazione per esprimere la propria solidarietà. "Vengo da un piccolo paese di provincia e conoscono le loro difficoltà. Burocrazia e norme europee strangolano".

"Sono d'accordo con alcune delle loro rivendicazioni, su altre meno", dice un'altra donna. "Non bisogna abusare dei pesticidi, ma è anche vero che per loro queste norme europee comportano un danno che dev'essere in qualche modo compensato, perché i loro guadagni si contraggono. Ogni norma che va a loro danno deve essere in qualche modo contemperata". 

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