rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Brescia

Lite furiosa e insulti alla moglie, automobilista morto dopo il pugno di un ciclista: "È legittima difesa"

Il caso in provincia di Brescia. Il pm chiede l'archiviazione, ma la famiglia della vittima si oppone

Avrebbe colpito per difendersi, non per uccidere, dopo essere stato aggredito. L'accusa ha chiesto l'archiviazione del fascicolo a carico del ciclista che, lo scorso luglio, sferrò il pugno che fece crollare a terra Mario Francesco Donadoni: il 65enne di Offlaga morì all'ospedale Civile di Brescia dopo una settimana di agonia, a causa dei traumi riportati nella caduta. Per il pm si sarebbe trattato di legittima difesa. Stando alla ricostruzione dell'accusa, il primo a colpire sarebbe stato proprio Donadoni, come testimonierebbe anche il referto medico del ciclista di 67 anni, che nella zuffa con la vittima aveva riportato lievi contusioni al volto e al collo, oltre che a un dente. Insomma, il 67enne avrebbe sì sferrato il pugno, ma lo avrebbe fatto per difendersi e non con l'intento di uccidere, secondo il pm.  

L'assurda tragedia è avvenuta nella serata del 26 luglio 2023 tra Offlaga e Dello, nel Bresciano, a seguito di una discussione tra la moglie della vittima e il ciclista di 67 anni. Entrambi percorrevano la via interna che porta alla strada provinciale Quinzanese: lei in auto, lui in bici. La lite sarebbe scoppiata per una manovra sbagliata o un colpo di clacson di troppo. Il 67enne avrebbe insultato e offeso la donna: lei, una volta a casa, aveva riferito tutto al marito. La coppia si era quindi messa in auto per trovare il ciclista, rintracciandolo qualche minuto più tardi, a Dello.

Quello che è accaduto dopo è il fulcro attorno quale ruota la possibile archiviazione: per il 67enne - come pure per l'accusa - non ci sarebbe stato alcuno scambio verbale. Donadoni sarebbe sceso dell'auto e avrebbe cominciato a colpire il ciclista, il quale avrebbe quindi provato a difendersi sferrando il pugno che avrebbe provocato la caduta, poi rivelatasi purtroppo fatale. Donadoni aveva infatti battuto con violenza la testa sull'asfalto e per qualche istante aveva perso i sensi.

Tra i primi a prestargli soccorso, oltre alla moglie che aveva assistito alla scena, era stato lo stesso ciclista. Inizialmente i traumi riportati dall'uomo non sembravano gravi, tanto che il ricovero nell'ospedale di Manerbio era avvenuto in codice verde. Poco dopo però il quadro clinico del 65enne era precipitato, tanto da rendere necessario il trasferimento al Civile di Brescia, dove è morto il 7 agosto 2023.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lite furiosa e insulti alla moglie, automobilista morto dopo il pugno di un ciclista: "È legittima difesa"

Today è in caricamento