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Sabato, 27 Aprile 2024
Città Catania

Violento assalto in gioielleria: banditi travestiti da donna e armati di taser

In azione una banda di tre malviventi. Uno è stato individuato mentre gli altri sono ancora ricercati. Per guadagnarsi la fuga hanno anche preso in ostaggio uno dei commessi

Si sono presentati in gioielleria come normali clienti, una coppia qualsiasi (solo dopo è emerso che uno dei due aveva abiti femminili ma era un uomo), poi hanno aggredito il personale utilizzando anche spranga e taser per portare via i preziosi. Infine la fuga, prendendo un commesso in ostaggio e allontanandosi grazie all'aiuto di un terzo complice. I carabinieri hanno arrestato uno dei tre banditi che lo scorso 9 febbraio avrebbero assaltato la gioielleria di viale Rapisardi, a Catania. Si tratta di un 35enne. Gli altri due sono ancora ricercati. Lo rirporta CataniaToday.

L'assalto

Questa la ricostruzione dei fatti secondo gli inquirenti. E' il pomeriggio del 9 febbraio. Due persone che indossano mascherine chirurgiche (uno parzialmente coperto con un cappellino e l’altro, l'arrestato, con apparenti sembianze e abbigliamento femminili), fanno il loro ingresso come normali clienti all’interno del negozio. Una commessa, che in quel momento era impegnata con una cliente in compagnia della propria figlia minorenne, si avvicina ai due per effettuare il controllo del green pass ma, all’improvviso, il cliente vestito da donna inizia a colpirla. Il complice estrae un taser dalla tasca del giubbotto picchiando anche l’altro commesso che, insieme alla collega, supplica i malviventi di prendere ciò che volevano senza far del male alle persone. 

Arriva poi il titolare che riesce a mettere al sicuro la cliente con la figlia, poi si oppone ai malviventi. I banditi lo colpiscono con una spranga di ferro procurandogli una frattura al braccio. I ladri riescono a impossessarsi di un astuccio con gioielli per 18 mila euro e si garantiscono la fuga prendendo in ostaggio il commesso (afferrato per il collo e rilasciato solo all’esterno della gioielleria), poi la fuga con uno scooter guidato da un terzo complice che faceva da palo. Determinante per le indagini l'analisi delle immagini di videosorveglianza della gioielleria e di vari esercizi commerciali della zona.

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