rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Città Treviso

Uccide un pensionato, il killer ora chiede di accedere alla "giustizia riparativa"

L'imputato ha espresso la volontà di poter essere ammesso al procedimento introdotto nel nostro ordinamento dalla Riforma Cartabia

"Sono dispiaciuto e pentito. Vorrei incontrare i parenti di Adriano per dire loro quanto mi dispiace che sia finita così". Con poche semplici parole, Mohamed Boumarouan, il 36enne marocchino che uccise il 25 marzo del 2022 Adriano Armellin, chiede scusa ai parenti dell'83enne pensionato di Pieve di Soligo, nel Trevigiano. All'epoca dei fatti, in base alle analisi del sangue, l'aggressore è stato trovato positivo all'alcol e alla droga.

Stando a quanto scrive TrevisoToday, nella giornata di oggi, 6 novembre, nel corso della prima udienza nel processo in cui Boumarouan deve difendersi dall'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dall'intenzione di compiere una rapina, ha chiesto al presidente della Corte d'Assise di poter accedere all'istituto della "giustizia riparativa", una modalità introdotta dalla riforma voluta dall'ex Guardasigilli Marta Cartabia che ha come obiettivo quello di ricostruire il legame spezzato tra vittima, il reo e la comunità.

"È ancora tutto quasi a livello embrionale - spiega l'avvocato Filippi Viaggiano, legale del 36enne - quello che conta è che siamo al cospetto di un sincero sentimento di pentimento da parte di Boumarouan che cerca nel percorso indicato dalla legge un strada per riottenere, al di là della pena che gli sarà probabilmente inflitta dal Tribunale, un'occasione per riscattarsi socialmente e per affermare con chiarezza di aver compreso la negatività dei fatti di cui è ritenuto responsabile".

Cosa è successo

Erano le 18 del 25 marzo del 2022, quando il 36enne entra nella casa di Armellin, attraverso l'ex officina di elettrauto annessa all'abitazione e ora dismessa. L'uomo vuole frugare nel locale e forse anche all'interno della vecchia Volkswagen Polo, trovata poi con il baule aperto. Ma i rumori insospettiscono l'anziano che sorprende il ladro all'ingresso. Così, tra i due inizia una discussione animata che culmina con l'aggressione del 36enne nei confronti della vittima, che viene legata mani e piedi con una corda. Poi la violenza. Il 36enne gli sferra una serie di colpi alla testa, al torace e all'addome. Ma sono quelli al capo che risulteranno fatali per l'83enne, trovato con il cranio rotto. Armelin morirà la mattina seguente in un letto del Ca' Foncello di Treviso.

Dopo il pestaggio il marocchino lascia il luogo del delitto e si dirige a piedi verso un supermercato, dove acquista alcune cose da mangiare e ruba anche un pacco di surgelati. Poi, dopo essersi cambiato le scarpe, torna sulla scena della tragedia. Il 36enne a quel punto sale al primo piano, dove si presume sia andato a caccia probabilmente di contanti e gioielli. Ma non riesce a portare via niente perché disturbato dall'arrivo di Andrea, uno dei figli della vittima, accorso dopo non essere riuscito a raggiungere il padre al telefono. Alla fine di una rocambolesca fuga dalla terrazza, e poi attraverso la tettoia, è un vicino di casa che ferma il 36enne e lo blocca fino all'arrivo dei carabinieri che lo arrestano.

Tutti gli atti di indagine sono stati acquisiti. Il pubblico ministero Giulio Caprarola ha presentato una lista testi piuttosto ridotta (in tutto sette persone). La difesa ha chiesto che l'imputato possa deporre in aula. Si torna in aula il prossimo 20 novembre quando sarà reso noto anche il programma di giustizia riparativa applicato a Boumarouan: nel caso in cui dovesse portare a termine positivamente il percorso il 36enne potrebbe ricevere uno sconto fino alla concorrenza di un terzo della pena complessiva.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Uccide un pensionato, il killer ora chiede di accedere alla "giustizia riparativa"

Today è in caricamento