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Domenica, 28 Aprile 2024
Niente comunità

Alberto Genovese resta in carcere

I giudici del tribunale di Sorveglianza di Milano hanno rigettato la richiesta di affidamento terapeutico in una comunità presentata dagli avvocati del 46enne, condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale

Niente affidamento terapeutico per Alberto Genovese. L'ex imprenditore del web condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle, dovrà restare nel carcere di Bollate. A deciderlo il collegio del tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha rigettato la richiesta della difesa, rappresentata dagli avvocati Antonella Calcaterra, Salvatore Scuto e Davide Ferrari, di poter essere curato in una struttura terapeutica, riprendendo quel percorso di recupero interrotto con il ritorno dietro le sbarre avvenuto il 13 febbraio scorso. Ora il 46enne è tornato in cella.

Alberto Genovese resta in carcere

La decisione della Sorveglianza arriva dopo la valutazione psichiatrica disposta per valutare la criminogenesi, ossia l'insieme delle tendenze di origine genetica o ambientale che possono indurre una persona a compiere atti antisociali. Genovese, che deve scontare una pena residua inferiore a 4 anni, nelle prossime settimane dovrà affrontare una nuova udienza preliminare per un altro filone di indagine per violenze sessuali.

Già a fine maggio scorso i giudici della Sorveglianza di Milano avevano deciso che l'ex fondatore di start up digitali doveva rimanere a Bollate almeno altri 5 mesi, fino all'udienza avvenuta nei giorni scorsi, perché, prima di decidere sull'istanza difensiva di affidamento terapeutico in una comunità, serviva una seria valutazione psichiatrica, anche sulla "criminogenesi", dato che non era stata mai valutata scientificamente la causa specifica dei reati e delle modalità di "estrema violenza" con le quali sono stati commessi. Un'equipe psichiatrica del carcere di Bollate, incaricata dai giudici, ha effettuato una valutazione su Genovese e sul percorso di terapie da adottare, I giudici hanno però deciso di rigettare la richiesta di affidamento terapeutico richiesto dagli avvocati di Genovese, che in questo modo dovrà scontare il resto della pena (poco meno di quattro anni) in carcere.

Il nuovo processo

Intanto la procura di Milano ha chiesto per lui un altro processo, per sette violenze sessuali aggravate e di gruppo, una tentata violenza sessuale, detenzione di materiale pedo-pornografico (un archivio, denominato 'La Bibbia 3.0', con fotografie e video di minorenni nud e files con atti sessuali compiuti da pre-adolescenti) e intralcio alla giustizia. Reati commessi tra Milano, Ibiza e Formentera. Anche questo procedimento, come quello già concluso, coinvolge la sua fidanzata di quel periodo, Sarah Borruso (condannata a 2 anni e 5 mesi per l'episodio di Ibiza), a cui vengono contestati due violenze, e poi l'ex socio di Genovese, Daniele Leali, che risponde di cessione di droga.

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