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Lunedì, 29 Aprile 2024
Omosessualità

"Ass Hunter", omofobo per "gioco": l'app che chiede di uccidere i gay

Il gioco, il cui scopo è quello di uccidere gay nudi che corrono in un prato, è stato disponibile per alcuni giorni sulla piattaforma di Google Play. Poi il colosso di Mountain View, solitamente gay friendly, ha cancellato l'app

ROMA - Uno, il creatore e sviluppatore, invitava senza troppi giri di parole a "giocare e non fare il gay": "Play and don't be gay". L'altro, il "promotore", si vantava perché "uno dei più popolari giochi in cui si uccidono i gay è ora su Android". La "terribile" accoppiata sviluppatore e promotore ha permesso al gioco "Ass hunter" - "cacciatore di culi" - di essere disponibile nello store di Google Play per quasi una settimana, di ottenere valutazioni "cinque stelle" e di essere scaricato da oltre diecimila persone. 

In circolazione dal 2002, il gioco - il cui scopo è "semplicemente" fingersi un cacciatore e uccidere gli omosessuali -, solo recentemente era riuscito ad arrivare su Android passando attraverso lo store di Google Play. Nonostante fosse chiara l'incitazione alla violenza e il messaggio contro l'omosessualità, l'applicazione ha avuto successo e, nel breve periodo in cui è stato possibile scaricarla, il download è stato effettuato da circa diecimila utenti. Molti, addirittura, hanno espresso il loro gradimento votandola con cinque stelle. 

ass hunter play-2

Il gioco, comparso sulla piattaforma Google il 23 novembre, chiedeva agli utenti di uccidere i gay che corrono nudi sullo schermo. In caso di fallimento, i gay molestavano il cacciatore e uno slogan minaccioso avvisava: "Ricorda, quando loro ti prenderanno ti faranno ciò che vogliono". 

Se a diecimila e più persone l'app è piaciuta, molti altri non l'hanno apprezzata per nulla e si sono lamentati con Google, che ha permesso la pubblicazione e la promozione di un gioco evidentemente omofobo e addirittura lo ha sponsorizzato al grido di "uno dei più popolari giochi in cui si uccidono i gay è ora su Android!". Il tutto è molto strano alla luce delle politiche gay friendly che il colosso di Mountain View ha sempre portato avanti.

Come si può leggere nelle "Developer Content Policy", Big G infatti non permette "contenuti discriminatori contro dei gruppi di persone basati su razza o origine etnica, religione, disabilità, genere, età, l'aver prestato servizio nelle forze armate, o orientamento sessuale/identità di genere". Probabile, quindi, che gli sviluppatori siano riusciti ad aggirare le regole di Google, che è poi intervenuto cancellando il gioco dal proprio store. Forse un po' in ritardo. 

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