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Sabato, 27 Aprile 2024
CASO CUCCHI

Caso Cucchi, l'appello di Grasso: "Istituzioni coinvolte, chi sa parli"

Anche il presidente del Senato chiede verità e giustizia per Stefano Cucchi: "Lo Stato non può sopportare una violenza impunita di questo tipo". Ilaria Cucchi: "La giustizia ha fallito"

ROMA - La sorella, i tanti semplici cittadini che a modo loro hanno manifestato delusione e dissenso. E Piero Grasso. Il presidente del Senato è l'ultima voce, in ordine di tempo, ad aggiungersi al coro di quelli che chiedono giustizia e verità per Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo al Pertini di Roma. Per i giudici della Corte d'Appello per quella morte non c'è nessun colpevole: i dodici indagati, fra medici, infermieri e agenti di polizia penitenziaria, sono tutti innocenti. Ma per Piero Grasso, la seconda carica dello Stato, qualcosa che non torna c'è. 

"Lo Stato non può sopportare una violenza impunita di questo tipo - ha attaccato ai microfoni del Tg1 - Che si abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Ci sono dei rappresentanti delle Istituzioni che sono certamente coinvolti in questo caso. Quindi - ha auspicato - che si parli". 

"Intanto - ha aggiunto Grasso - è doverosa e giusta la solidarietà alla famiglia della vittima di violenza. Devo dire che la violenza non può far parte della dignità di uno Stato civile, soprattutto quando viene da rappresentanti delle istituzioni. Noi speriamo di continuare a cercare la verità - ha concluso - nonostante ci siano state delle sentenze che non hanno saputo o potuto trovarla. Pensiamo che bisogna continuare su questa strada dando la massima solidarietà ai famigliari delle vittime".  

Dopo l'incontro tra il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, la procura ha fatto sapere che "esaminerà, con la lettura delle sentenza, la motivazione che darà la Corte d'assise di appello alla decisione di non accogliere le richieste di condanna degli imputati, fatte con ampia e argomentata requisitoria dal Pg di udienza, valutandone la congruità, la coerenza e la legittimità". Solo dopo, quindi, si "valuterà la sussistenza di motivi di ricorso in Cassazione". 

Una frenata della procura, che in un primo momento era sembrata più che disponibile a riaprire le indagini, che ha scontentato Ilaria Cucchi. "Noi abbiamo affrontato questo processo che era prevalentemente un processo a Stefano. Con questa seconda sentenza non abbiamo perso noi - ha detto amara - quello che dicevamo da cinque anni è stato riconosciuto. Questo è il fallimento della Procura di Roma - ha concluso - è il fallimento della giustizia". 

Ilaria Cucchi al tribunale di Roma | Foto da Infophoto

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