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Domenica, 28 Aprile 2024
Richiesta negata / Romania

Filippo Mosca resta in carcere: "La giustizia in Romania è un muro di gomma"

Negati i domiciliari al 29enne di Caltanissetta detenuto da quasi 10 mesi in condizioni disumane. La madre: "Ancora non sa di dover restare in prigione, sarò io a dovergli dare la notizia"

Filippo Mosca resterà nel carcere di Porta Alba, in Romania, dove è detenuto dallo scorso maggio in condizioni definite disumane. Nel corso dell'udienza di oggi, 13 febbraio, i giudici rumeni hanno respinto la richiesta di arresti domiciliari per il 29enne di Caltanissetta, arrestato dopo una condanna in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

"Non hanno accettato la richiesta del nostro legale - ha spiegato la madre Ornella Matraxia - Non nutrivo molte speranze. Purtroppo, la giustizia in Romania funziona in questo modo, è come un muro di gomma, contro questo muro mi scontro da maggio. Sono molto triste e scoraggiata". "Penso a mio figlio Filippo, che probabilmente ancora non lo sa - aggiunge la donna -. Non è facile dargli questa notizia e sarò io a dovergliela comunicare".

La madre di Filippo Mosca: carcere in Romania disumano, dov'è l'Europa? (today.it)

Al giovane era stato concesso di partecipare all'udienza in videoconferenza, ma i giudici hanno deciso successivamente, ed è quindi molto probabile che non sia stato informato che, per lui, la porta della cella resterà chiusa. 

"Soffre di depressione, ha pensieri autolesivi e necessita di farmaci"

Filippo Mosca, che si è sempre dichiarato innocente, al momento dell'arresto stava partecipando a un festival musicale sul mar Nero. La sua versione è che la ragazza di un amico con il quale era al festival si sia fatta recapitare un pacco contenente 150 grammi di droga tra marjuana, ketamina ed mdma, "all'insaputa degli altri", come ha spiegato la madre. La polizia avrebbe portato in caserma tutti i presenti "anche se lei ha dichiarato di essere l'unica responsabile, e che gli altri non ne erano a conoscenza".

La situazione in cui Filippo versa appare drammatica. "Parlare di disumanità non è un'esagerazione, mio figlio è depresso e ha perso le speranze di avere giustizia, lì dentro sono trattati come animali, senza dignità umana, le loro voci non contano, anche se si lamenta di episodi di aggressione nessuno vede o sente, c'è un clima di grande paura".  "Non riesce a mangiare e a dormire, le condizioni igienico-sanitarie sono inesistenti - ha spiegato Ornella Matraxia - è difficile convivere in 24 in una stanza fredda d'inverno e caldissima in estate". "Sono stati fatti errori grossolani - aggiunge - trascrizioni sbagliate, irregolarità di giudizio, errori di traduzioni di audio registrati, hanno messo i tre ragazzi nello stesso fascicolo non considerando le diversità delle situazioni".

Filippo Mosca, fa sapere la madre, non sta bene e dovrebbe assumere dei farmaci che l’infermeria del carcere non ha in disponibilità e do cui l’amministrazione non permette l'arrivo dall'esterno. "Io mi chiedo dove sia questa Europa: io posso dire che la Romania è ben lontana dalla civiltà che ci aspettiamo da un paese Ue, dai criteri di dignità, rispetto e giustizia".

Una situazione molto simile a quella in cui versa la maestra militante Ilaria Salis, detenuta da un anno a Budapest con l'accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Anche per Ilaria, ha spiegato il padre Roberto Salis, la strategia sarà ora quella di richiedere i domiciliari in Ungheria.

Ilaria Salis, la nuova strategia per uscire dal carcere. L'ambasciata ungherese contro la stampa italiana (today.it)

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