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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso / Ungheria

Ilaria Salis, la nuova strategia per uscire dal carcere. L'ambasciata ungherese contro la stampa italiana

I legali dell'insegnante chiederanno che possa scontare i domiciliari a Budapest. Il "piano b" dopo il rifiuto di rimpatriarla in attesa del giudizio. La diplomazia ungherese lancia pesanti accuse ai media

Arresti domiciliari, ma a Budapest. Questo il piano per fare uscire dal carcere Ilaria Salis, l'insegnante 39enne di Monza detenuta dall'11 febbraio 2023 a Budapest con l'accusa di aver aggredito due estremisti di destra. Il processo si è aperto nelle scorse settimane, le immagini di lei portata in aula incatenata mani e piedi hanno fatto il giro del mondo e scatenato la polemica. Adesso, falliti i tentativi di rimpatriarla in attesa del giudizio, il padre Roberto ha annunciato la nuova strategia. "Ilaria ha cambiato idea - ha detto Roberto Salis - visto che da più parti è arrivata questa richiesta di fare istanza per i domiciliari in Ungheria. Adesso dobbiamo trovare una casa a Budapest e poi - spiega Roberto Salis - presenteremo la richiesta". Finora si era opposta, ha spiegato il padre, anche perché in Ungheria i periodi agli arresti domiciliari valgono un quinto sul calcolo della pena da scontare dopo l'eventuale condanna; in pratica cinque giorni ai domiciliari contano come un giorno in carcere.

Secondo Budapest, Ilaria Salis avrebbe aggredito alcuni neonazisti durante la manifestazione del Giorno dell'onore, che riunisce nella capitale ungherese migliaia di estremisti di destra, per festeggiare un battaglione nazista che tentò di impedire l'assedio della città da parte dell'Armata Rossa. Le autorità ungheresi sostengono che Ilaria Salis farebbe parta di un gruppo organizzato e che avrebbe pianificato le aggressioni.

L'accusa adesso punta tutto su alcuni video degli scontri che proverebbero il coinvolgimento di Ilaria Salis. Immagini alle quali l'ambasciatore ungherese a Roma, Adam Kovacs, fa riferimento per accusare i media italiani di "distorsioni" sul caso della donna in carcere a Budapest. In una lunga lettera pubblicata sul canale Facebook dell'ambasciata, il diplomatico cita l'esistenza dei video e lamenta "una rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata" che "una parte significativa" dei media italiani ha dato del caso Salis, "soprattutto nella valutazione del sistema giudiziario ungherese, tale da far sorgere il dubbio che i commenti editoriali siano stati mossi esclusivamente da considerazioni politiche, oltre che ideologiche, dirette a mettere in cattiva luce le relazioni italo-ungheresi".

caso Salis, lettera ambasciata ungheria a Roma 1


"Senza entrare nel merito del caso giudiziario che sarà deciso dalla magistratura ungherese nella sua piena indipendenza - si legge ancora - si è parlato poco e male in merito ai fatti accaduti e alla condotta di Ilaria Salis. Secondo le prove raccolte dalle autorità investigative ungheresi, il quadro di quanto è accaduto nei giorni del febbraio di un anno fa sembra chiaro" e "dai video in possesso dell'autorità giudiziaria emergono condotte assolutamente illecite. A prescindere dall'estraneità o meno dell'imputata Salis a questi fatti — sulla quale sarà la Corte a pronunciarsi —, ritengo che la palese tendenza a sminuire questi episodi gravissimi e di presentarli, in modo manipolativo, come una semplice 'rissa tra manifestanti', sia piuttosto preoccupante", aggiunge l'ambasciatore. Chi viene con lo scopo di portare avanti scontri ideologici con la violenza fisica, deve sapere che nel nostro Paese quei tentati atti di sovvertimento delle regole democratiche che ci siamo dati verranno sempre contrastati con la massima fermezza e senza alcuna indulgenza", conclude il diplomatico. 

Roberto Salis trova inaccettabili queste critiche: "Mi aspetto che le istituzioni italiane ribadiscano al governo ungherese che nel nostro paese la stampa è libera e non sono gradite ingerenze straniere sul lavoro dei giornalisti italiani".

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