rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Le indagini / Milano

Giulia Tramontano sarebbe stata accoltellata alle spalle

Secondo i primi rilievi degli inquirenti nella casa di Senago, Alessandro Impagnatiello avrebbe colpito la fidanzata 29enne, al settimo mese di gravidanze, colpendola alle spalle con un fendente alla gola. L'abitazione era pulita in modo maniacale, ma il luminol ha rivelato però "moltissime tracce ematiche e biologiche"

Omicidio Giulia Tramontano, sangue anche su un carrello portapacchi

Una coltellata alla gola mentre era di spalle, un attacco improvviso che non le avrebbe dato neanche la possibilità di chiedere aiuto. Alessandro Impagnatiello avrebbe ucciso la sua compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, colpendola alle spalle, nella casa in cui la coppia viveva a Senago, in provincia di Milano. In questa fase delle indagini il condizionale rimane d'obbligo, in quanto soltanto gli accertamenti sull'abitazione e l'autopsia sul corpo della vittima potranno fornire dettagli certi sulla dinamica dell'omicidio, ma sarebbe questa la prima ricostruzione degli inquirenti dopo i rilievi effettuati sul luogo del delitto: l'osservazione con il luminol ha permesso di individuare diverse macchie di sangue in vari punti della casa, soprattutto in salotto e in cucina. 

Le prove raccolte nella casa di Senago

Sul luogo dell'omicidio, gli investigatori hanno trovato sul forno della cucina il ceppo di coltelli indicato dal reo confesso Alessandro Impagnatiello. Le lame erano tutte presenti, inclusa quella che il barman 30enne ha indicato come arma del delitto. Le analisi confermeranno se si tratti effettivamente del coltello usato per uccidere Giulia. Nella casa di Senago è stato sequestrato anche lo zaino di Impagnatiello, in pelle, quello da cui i carabinieri già il giorno in cui il 30enne denuncia la scomparsa di Giulia sentono emanare puzza di benzina. Ed è anche lo zaino in cui l'altra donna legata sentimentalmente al barman dell'Armani Bamboo nota uscire un paio di guanti in lattice.

Giulia Tramontano, cosa non torna dopo la confessione di Alessandro Impagnatiello 

I carabinieri del Sis, prima dell'appartamento in cui viveva la coppia e in cui - per ammissione di Impagnatiello - la sera di sabato 27 maggio si è consumato l'omicidio di Giulia Tramontano, e poi nel garage e nella cantina dove il barman 30enne ha confessato di aver nascosto il corpo della compagna, prima di gettarlo in un’intercapedine dietro a dei box a qualche centinaia di metri di distanza, in via Monte Rosa. Nell'abitazione, trovata ordinata e pulita "con cura maniacale", il luminol ha rivelato però "moltissime tracce ematiche e biologiche". Quelle più evidenti nel salone, dove il 30enne ha detto di aver ucciso Giulia, prima di adagiarne il corpo nella vasca da bagno dove ha tentato di dargli fuoco con dell'alcol. I rilievi tecnico-scientifici della sezione investigazioni scientifiche, spostatosi poi al piano interrato, ha dato esito positivo anche su cantina e garage, dove Impagnatiello ha nascosto e tentato una seconda volta di bruciare il corpo di Giulia Tramontano.

La foto di Giulia e Alessandro

Giulia Tramontano con un cappello da spiaggia, Alessandro Impagnatiello che l'abbraccia sorridente, alle loro spalle il mare: è la fotografia, stampata in grandi dimensioni e appesa al muro dell'appartamento dove la coppia viveva. Lo scatto è stato illuminato dai carabinieri. Una fotografia a cui lo stesso Impagnatiello faceva riferimento nei messaggi whatsapp inviati a Giulia nei giorni successivi all'omicidio, per sviare - secondo gli inquirenti - le indagini sulla scomparsa della 29enne. "Prima in casa continuavo a guardare la nostra foto di Ibiza", quella di cui "abbiamo fatto il quadro", scriveva il barman all'utenza di Giulia la sera del 29 maggio, due giorni dopo averla uccisa. "So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi, ti ho mancato di rispetto", proseguiva Impagnatiello, arrivando a pregare Giulia, già morta: "Dicci solo che stai bene. Dicci solo che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto. Solo questo, ti prego". Poi, il giorno successivo: "L'ho messa come sfondo comunque". La coppia era stata in vacanza a Ibiza ad aprile, poco più di un mese prima dell'omicidio.

Le domande sulle telecamere

Nel frattempo è emerso che Impagnatiello e la madre Sabrina Paulis sarebbero andati in un bar a qualche decina di metri dal luogo dove è stato trovato il corpo senza vita della vittima per chiedere informazioni sulla presenza di telecamere all'esterno del locale. Domande poste il lunedì, due giorni dopo la morte di Giulia quando della ragazza non si avevano ancora notizie, ma il suo cadavere era nascosto nella cantina dell'abitazione di Senago. Lo avrebbe confermato agli investigatori il gestore del locale. L'elemento investigativo è uno dei tanti che deve essere valutato per scongiurare la presenza di complici in una fase successiva al delitto, ossia quando il 30enne ha nascosto il corpo della fidanzata e poi ha ripulito l'intero appartamento di Senago. Quella richiesta, per chi all'oscuro dell'omicidio, può essere letta proprio come un tentativo di cercare immagini che potessero immortalare Giulia e magari un suo allontanamento volontario, una volta scoperto il tradimento. "Non c'è nessun nuovo indagato" spiegano dalla procura. Le indagini vanno avanti, ma soltanto l'autopsia prevista per domani, venerdì 9 giugno, potrà  raccontare al personale di Medicina legale se la giovane si è difesa, quante volte è stata colpita e quando è stata uccisa e abbandonata in via Monte Rosa, a circa 500 metri dalla casa in cui viveva.

Continua a leggere su Today.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giulia Tramontano sarebbe stata accoltellata alle spalle

Today è in caricamento