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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Brescia

Presto libero Giovanni Erra, l'uomo che tentò di stuprare e uccise la 14enne Desirée Piovanelli

A quasi 22 anni dall'omicidio, il padre della ragazza, Maurizio Piovanelli, chiede di riaprire il caso

Desirée Piovanelli aveva appena 14 anni quando il 28 settembre 2002 venne uccisa in un cascinale diroccato a pochi metri da casa a Leno, in provincia di Brescia, dopo un tentativo di stupro. Era stata attirata in quel luogo dal vicino di casa 15enne con il pretesto di mostrarle dei gattini appena nati: Desirée avrebbe tentato di scappare dopo aver ricevuto una prima coltellata al torace, poi sarebbe stata "ripresa" sulle scale, come testimonia un'impronta insanguinata della mano di Desirée trovata su un muro, poi riportata al piano di sopra e uccisa.

Nonostante l'efferatezza del delitto Giovanni Erra, una delle 4 persone condannate per l'omicidio, potrebbe tornare libero già nel 2025 mentre a quasi 22 anni dall'omicidio, il padre della ragazza, Maurizio Piovanelli, chiede di riaprire il caso: è convinto che quella ricostruita dalle indagini e dalle successive sentenze, sia solo una parte della verità. Fra tutti, la presenza di una traccia biologica estranea a quelle dei quattro condannati, isolata già all’epoca sul giaccone indossato da Desirée e mai approfondito. "Traccia di un soggetto di sesso maschile diverso dagli indagati", secondo l’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano nella relazione. I tre giovani però hanno sempre negato la presenza di un quinto uomo.

Giovanni Erra era l'unico adulto nel 2002: aveva 36 anni. Nella sentenza di condanna all'ergastolo i giudici lo descrissero come una "personalità disumana e insensibile al richiamo umanitario anche di fronte a una ragazza che implorava pietà". Secondo i giudici senza la sua presenza i complici minorenni non avrebbero portato a termine il delitto. Ma Erra oggi non è più in carcere a Bollate ma è stato affidato ai servizi sociali e vive in una comunità. Se nel processo di primo grado era stato condannato all’ergastolo, in appello la pena era stata ridotta a 20 anni, per poi risalire a fino a 30 anni nella sentenza definitiva dopo il ricorso della procura in Cassazione. In virtù dei benefici di legge per buona condotta, dovrebbe tornare in libertà entro la fine del prossimo anno.

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