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Venerdì, 26 Aprile 2024
I dati Istat

Inflazione da record: per le famiglie stangata da 2.674 euro

A marzo l'inflazione ha fatto registrare un +6,7%, un livello raggiunto prima soltanto nel luglio del '91. Associazioni dei consumatori sul piede di guerra: "Una nuova batosta, servono interventi mirati"

Accelera ancora l'inflazione, che continua a crescere per il nono mese consecutivo: i dati Istat segnalano un +6,7% a marzo 2022, un livello record che non si registrava dal luglio del 1991.  Anche questo mese sono i prezzi dei Beni energetici non regolamentati a sostenere l’ulteriore ascesa, ma tensioni inflazionistiche continuano a diffondersi con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che accelera di quasi un punto percentuale, portandosi a +5%. A contenere queste tensioni sono i prezzi dei servizi la cui dinamica su base annua rimane stabile (+1,8%), mentre i beni registrano ormai una crescita a due cifre (+10,2%). 

L'inflazione corre: aumento per il nono mese consecutivo

Nel dettaglio, secondo le stime preliminari, nel mese di marzo 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua (da +5,7% del mese precedente). L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%), e, in misura minore, ai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4,0%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%) e a quelli dei Beni durevoli (da +1,2% a +1,9%); i prezzi dei Beni energetici regolamentati continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio). I Servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento (da +1,4% a +1,0%).

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L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +2,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%. Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +8,6% a +10,2%), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (+1,8%%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,8 punti percentuali di febbraio a -8,4). Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +4,1% a +5,0%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,3% a +6,9%), proegue l'Istat. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+8,9%) e in misura minore dei Beni alimentari lavorati (+1,0%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Beni durevoli (+0,7%) e degli Alimentari non lavorati (+0,6%). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,3% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta del 2,6% su base mensile, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il Nic non tiene conto, e del 7,0% su base annua (da +6,2% di febbraio).

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Il Codacons: "Stangata da 2.674 euro a famiglia"

Immediata la reazione del Codacons: "Il rialzo dell’inflazione al 6,7% a marzo rappresenta per il Codacons una “tragedia” e rischia di avere effetti pesanti sui consumi degli italiani. “Le nostre peggiori previsioni trovano purtroppo conferma nei dati Istat – spiega il presidente Carlo Rienzi – L’inflazione al 6,7%, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, si traduce in una stangata da +2.058 euro annui per la famiglia “tipo”, e addirittura +2.674 euro annui per un nucleo con due figli”.

"Il caro-carburante e i rialzi delle bollette energetiche hanno spinto al rialzo i prezzi al dettaglio in tutti i settori, ma sul tasso di inflazione di marzo pesano anche vere e proprie speculazioni legate alla guerra in Ucraina – denuncia il presidente Rienzi – Sull’andamento dei prezzi attendiamo ora l’esito delle indagini aperte da Antitrust e dalle Procure di tutta Italia grazie agli esposti presentati dal Codacons e, se sarà accertato che l’aumento dei listini è stato determinato da fenomeni speculativi, avvieremo una maxi-class action contro i responsabili, per conto di milioni di famiglie e imprese".

Confesercenti: "Servono interventi mirati"

"Prosegue l'impennata dei prezzi per il nono mese consecutivo. Una spinta propulsiva a due cifre che arriva, ancora una volta, dai beni energetici e si sta trasmettendo a diverse altri componenti, complice la situazione critica relativa alle materie prime, anche alimentari". Così in una nota Confesercenti commenta le stime preliminari diffuse oggi da Istat sull'inflazione di marzo. "I rialzi investono anche il carrello della spesa, anche se i beni ad altra frequenza d'acquisto hanno un'inflazione acquisita pari al 5,5%, quasi identica a quella media. ''Tengono'', invece, i prezzi di molti servizi, che operano da freno sull'aumento complessivo del tasso d'inflazione, come segnala lo stesso Istituto di statistica", prosegue la nota .

"Certamente i comparti che registrano gli incrementi maggiori sono quelli investiti - direttamente o indirettamente - dalla situazione critica in campo energetico, con particolare riferimento ai servizi di alloggio e ristorazione che subiscono l'aumento sia del prezzo dell'energia elettrica che del gas e a cui si sono recentemente aggiunte anche le tensioni registrate nel settore alimentare: attualmente rilevano un'inflazione acquisita pari al 2,3%, meno della metà di quella media. Le imprese della distribuzione e del turismo, dunque, si impegnano a non traslare completamente gli impatti subiti dagli aumenti dei prezzi, ma i margini sono sempre più ridotti", si legge ancora. "Bisogna agire in fretta, perchè il peso degli aumenti dei prezzi sui bilanci di cittadini ed imprese si fa sempre più gravoso, servono interventi tempestivi e mirati per contenerne l'effetto: il rischio concreto è un ulteriore rallentamento della ripresa, proprio quando si iniziano a scorgere - anche sul lavoro - primi segnali positivi, ma ancora tutti da consolidare. E questo non sarà possibile se non si permetterà alle imprese di uscire dal vortice degli aumenti energetici già dal mese di aprile",conclude.

Confcommercio: "L'aumento dei prezzi riduce le prospettive di crescita"

Un nuovo e brusco aumento dei prezzi al consumo, superiore alle nostre stime (6,7% tendenziale contro il 6,1%), che allontana nel tempo la collocazione del punto di rientro delle pressioni e, soprattutto, contribuisce a rivedere al rialzo la previsione dell'inflazione per l'anno in corso e ad abbassare quella relativa alla crescita economica: questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio alle stime preliminari dell'Istat dell'inflazione a marzo. La nostra sottostima - prosegue la nota - è dovuta quasi interamente alle attese sui prezzi dei carburanti, migliori di quanto poi osservato. Le spinte al rialzo dei prezzi si stanno ampiamente trasferendo dalle materie prime importate, specialmente energetiche, al resto dei beni e servizi, portando l'inflazione di fondo al 2% nel confronto annuo, un valore che non si registrava da quasi dieci anni. E non consola per niente - conclude Confcommercio - il fatto che in Paesi come la Germania e la Spagna il tasso di variazione dei prezzi al consumo sia anche superiore a quello italiano, rispettivamente +7,6% e +9,8%.

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