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Venerdì, 26 Aprile 2024
Sovraffollamento turistico

Troppo turismo? Per molte città sta diventando un problema

S'infiamma il dibattito sull'overtourism. Cos'è, perchè se ne parla e quali effetti negativi comporta

Sentieri a senso unico alle Cinque Terre, grandi folle di turisti sul Lago di Como e di Garda, città d’arte prese d’assalto: il bilancio di questi ultimi ponti di primavera è decisamente positivo per il comparto turistico italiano. Meno contenti i residenti delle zone di maggiore interesse turistico, 'vittime' di quello che ormai viene chiamato overtourism. Che cos’è l’overtourism, quali effetti negativi comporta, ma soprattutto possiamo davvero considerare il 'troppo turismo' un problema?

Turismo, previsti 127 milioni di arrivi nel 2023

Con la fine delle restrizioni covid sempre più persone si sono lasciate contagiare da un’incontenibile voglia di viaggiare, voglia che sta interessando in particolar modo l’Italia. Per quest’anno si prevedono quasi 127 milioni di arrivi (+11,2% sul 2022), solo 4 milioni in meno rispetto al record assoluto del 2019 e 1 milione in meno rispetto al 2018 (Istituto Demoskopika). Di questi quasi la metà saranno turisti stranieri (61 milioni): il nostro bellissimo Paese, infatti, si conferma tra le loro mete preferite in Europa. Del resto chi non ha mai sognato di scattarsi una foto davanti al Colosseo o di fare un giro in gondola a Venezia?

A scegliere l’Italia saranno soprattutto americani, brasiliani e cinesi, ma anche giapponesi e arabi, mentre tra i turisti europei vedremo soprattutto francesi, tedeschi e inglesi. Secondo una ricerca Confcommercio – Istituto Piepoli, l’Italia piace perché è una meta "interessante, accogliente e sicura", che annovera tra i suoi punti di forza il cibo, la cultura e l’accoglienza (infrastrutture e pulizia i punti di debolezza).

Pasqua, 25 aprile e 1° maggio: boom di presenze 

Roma, Firenze e Venezia si confermano tra le città d’arte più visitate d’Italia mentre come mete turistiche vanno alla grande la Sicilia, la Costiera Amalfitana, il Lago di Como e il Lago di Garda, grazie anche alle ville di alcuni vip internazionali. Proprio questi luoghi 'sono stati invasi' dai turisti durante le festività pasquali, il ponte del 25 aprile e il lungo weekend del 1° maggio, giornate all’insegna del "tutto esaurito" per il comparto del turismo che si prepara a festeggiare un 2023 da record.

Stiamo parlando di flussi turistici importanti, oltre 1,7 milioni di presenze solo per le festività pasquali, con un incremento del 12% rispetto alla Pasqua 2022 (Assoturismo Confesercenti). Flotte di turisti spesso difficili da gestire: vedi ad esempio la necessità di imporre il sentiero più affollato delle Cinque Terre, quello Verde Azzurro tra Monterosso e Vernazza, a senso unico per evitare ingorghi. Alcuni gridano all’overtourism mentre altri credono che bisogna solo organizzare meglio i flussi turistici. Ma che cos’è l’overtourism?

Overtourism: cos’è e perché se ne parla

Con questo termine, reso popolare dal founder del travel magazine Skift nel 2016, s’intende indicare il fenomeno del sovraffollamento turistico, ossia quando il turismo inizia a manifestare effetti negativi sulla vita commerciale e residenziale degli abitanti di una zona. Pensiamo non solo alle città d’arte e ai luoghi di interesse turistico ma anche alle zone rurali vicine ai punti di maggiore interesse, vedi Mestre e Treviso per Venezia o Prato e Montecatini per Firenze. Quando queste mete si trovano ad accogliere più turisti di quanto in realtà potrebbero si parla di overtourism.

Questo nel senso più generale del termine, spesso invece lo si utilizza (erroneamente) per riferirsi a un poco gradito turismo di massa generato da piattaforme online come Airbnb o Uber e vettori low cost. Sul banco degli imputati anche Instagram e altri social media, visto che milioni di ragazzini sognano di farsi un selfie in un determinato luogo solo per imitare alcuni influencer di successo.

I principali effetti negativi dell’overtourism: il caso Venezia  

Quali sono i rischi del sovraffollamento turistico? Andiamo nel dettaglio, prendendo l’esempio più eclatante di tutti: Venezia, la seconda città più visitata d’Italia con 13 milioni di turisti l’anno (30 milioni compresi quelli in visita giornaliera che non soggiornano nemmeno una notte). Nella città famosa in tutto il mondo per i suoi canali e i suoi ponti è da anni che il numero di turisti giornalieri supera il limite massimo che il centro storico può sopportare, con tutti i problemi che ne conseguono (non solo in termini di accoglienza, rifiuti, trasporti, viabilità, sicurezza, qualità dell’aria, scarichi fognari, etc).

Negli anni Venezia sta cambiando la sua essenza 'per colpa del turismo', sta subendo uno spopolamento e una 'gentrification', ovvero un progressivo cambiamento socioculturale dell’area urbana da proletaria a borghese. Cosa vuol dire? Che un eccesso di turismo non solo porta a un aumento dei prezzi degli immobili (4.000 euro al metro quadro) e quindi all’impossibilità per le fasce meno abbienti di poter comprare casa in città, ma anche a una fuga dei residenti storici per non restare intrappolati in una città affollata di turisti, con attività commerciali principalmente a loro dedicate. Da considerare poi che ormai in Italia il turismo c’è tutto l’anno e così per i residenti non esistono più 'pause' dai turisti.

La città diventa sempre più invivibile e così le case vuote vengono convertite in hotel, ristoranti o b&b. Si innesca un circolo vizioso che via via porta la città a diventare solo ed esclusivamente un luogo per turisti. Basti sapere che il centro storico di Venezia conta meno di 50mila abitanti, 49.365 per essere precisi (dati 11 aprile 2023), contro i 64mila residenti del 2002 e i 174mila degli anni '50. È stato addirittura installato un contatore elettronico degli abitanti per denunciare lo spopolamento della città, che segna numeri più o meno uguali a quelli del contatore elettronico dei posti letto turistici disponibili (48.596).

Venezia numero residenti dal 1871 al 2022 - Dati Anagrafe elaborazione Today

Overtourism, s'infiamma il dibattito: cosa fare

Al recente vertice in Albania sul turismo sostenibile, indetto dall’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), si è parlato anche dei rischi dell’overtourism, ovvero "dell’impatto su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori". Del resto il dibattito s’infiamma di giorno in giorno: secondo alcuni bisognerebbe 'domare' il troppo turismo con regole restrittive (tassa di soggiorno, zone vietate ai bus, tornelli di accesso), mentre per altri il sovraffollamento turistico va solo disciplinato e organizzato. Come? Con il contingentamento dei flussi e dell’accesso al patrimonio artistico culturale, con la valorizzazione delle aree meno conosciute ed estranee ai visitatori, con la promozione dell’ecoturismo per non impattare troppo sull’ecosistema locale. Fortunatamente l’Italia è piena di bellezze da ammirare, c’è da sbizzarrirsi tra arte, cultura, mare, montagna, gastronomia e shopping.

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