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Sabato, 27 Aprile 2024
Aumenti in vista

Pensioni più ricche dal 1° gennaio 2022

Lo assicura il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, parlando di un "aumento considerevole delle pensioni che non avveniva da anni"

Buone notizie per i pensionati, che a partire dal 1° gennaio 2022 riceveranno un aumento dell'assegno previdenziale. Lo assicura il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, parlando di un "aumento considerevole delle pensioni che non avveniva da anni".  In un'intervista a Unomattina su Rai1, il numero uno dell'Istituto nazionale di previdenza sociale ha dichiarato che a partire dal prossimo anno la perequazione sulle pensioni sarà al 100% per tutti gli assegni fino a 4 volte il minimo, con aumenti a scalare per quelle superiori. Cosa significa?

Perequazione sulle pensioni: cos'è e come funziona

Con il termine perequazione si indica la rivalutazione automatica dell'assegno pensionistico a fronte dell'inflazione, ossia l'adeguamento della pensione all'aumento del costo della vita, all'aumento dei prezzi. La perequazione serve a proteggere il potere d'acquisto delle pensioni, qualunque esse siano: dirette (pensione di vecchiaia, anticipata etc) e indirette (pensione ai superstiti). Il tasso effettivo di rivalutazione delle pensioni, ossia l'aumento che ogni anno viene corrisposto agli assegni previdenziali, si ottiene moltiplicando il tasso di inflazione indicato dall'Istat per il tasso di rivalutazione applicato a seconda della fascia di appartenenza definita sulla base dell'importo dell'assegno percepito. 

L'applicazione della rivalutazione avviene ogni d'anno a partire dal 1° gennaio in via provvisoria, prendendo a riferimento il tasso d'inflazione dell'anno passato, e in via definitiva a novembre sulla base dei valori indicati dal ministero dell'economia con apposito decreto. Previsto un eventuale conguaglio, sia positivo che negativo, nel momento in cui i due valori differiscono.

Il meccanismo di perequazione delle pensioni è via via variato nel corso degli anni, ma a partire dal 1° gennaio 2022 sono stati reintrodotti criteri più favorevoli che assicurano ai pensionati incrementi maggiori dell'assegno rispetto al passato.  

Quanto aumenteranno le pensioni nel 2022

Tridico ha dichiarato che le pensioni avranno "aumenti considerevoli rispetto all'adeguamento dell'inflazione dal primo gennaio 2022", ma di quanto stiamo parlando? Facendo qualche calcolo possiamo dire che a partire dal 2022 le pensioni fino a quattro volte il minimo (ossia fino a 2.062 euro visto che per il 2021 la misura del trattamento minimo è fissata a 515,58 euro mensili), avranno una perequazione rispetto all'inflazione del 100%, pari al +1,7% (valore indicato nel decreto ministeriale del 17 novembre 2021). Le pensioni di importo superiore, invece, avranno un adeguamento rispetto all'aumento dei prezzi del 90% (da oltre 4 volte il minimo a 5 volte il minimo) e poi a seguire del 75%, con la rivalutazione effettiva rispettivamente dell'1,5% e dell'1,275%. Festeggiano i pensionati, dopo essere rimasti a bocca asciutta nel 2021, visto che il tasso d'inflazione è stato fissato allo 0%.

Questo il meccanismo di rivalutazione delle pensioni adottato per il 2022: 

  • 100% dell’inflazione per le pensioni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo (fino a 2.062 euro);
  • 90% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 4 e 5 volte il minimo (fascia tra 2.062 e 2.577,90 euro);
  • 75% dell’inflazione per le pensioni di importo oltre 5 volte il minimo (oltre 2.577,90 euro).

Questo, invece, il meccanismo adottato per il triennio 2019-2021:

  • 100% dell’inflazione per le pensioni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 77% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 4 e 5 volte il minimo;
  • 52% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 5 e 6 volte il minimo;
  • 47% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 6 e 8 volte il minimo;
  • 45% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 8 e 9 volte il minimo;
  • 40% dell’inflazione per le pensioni di importo oltre 9 volte il minimo.

Gli importi di cui parla Tridico, quindi, vanno dai 13 euro netti mensili per chi percepisce una pensione di 1.000 euro lordi a quasi 38 euro per chi ha un trattamento di 4.000 euro.

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