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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Pensioni, il nuovo "effetto Fornero": fino a 300 euro in meno

Arrivano i tagli per chi va in pensione dal 2019. Il motivo? Sono stati rivisti i coefficienti che si applicano al "montante contributivo", ovvero quanto versato durante la vita lavorativa. Ecco di quanto diminuiranno gli assegni

Modificare, ammorbidire, superare, cancellare la Legge Fornero sulle pensioni. E' quello che vuole fare, gradualmente, il governo M5s-Lega insediatosi da pochi giorni, usando i meccanismi della quota 100 e della quota 41. Un effetto poco conosciuto della riforma previdenziale varata dal governo Monti nel 2011, tuttavia, sarà forse difficile da disinnescare: parliamo dell'adeguamento automatico del coefficiente di trasformazione per le pensioni. Un meccanismo che in Italia si è fatto sentire con un taglio delle pensioni di circa il 12% in dieci anni, secondo il quotidiano economico Italia Oggi.

Pensioni più basse (dall'anno prossimo): arrivano i tagli per chi si ritira dal lavoro 

Di cosa si tratta nello specifico? La riforma Fornero del 2011 prevede che per rendere sostenibile il sistema previdenziale debbano variare a scadenze fisse i parametri alla base della formula che serve a calcolare la pensione sulla base dei contributi versati (oltre all'età del ritiro). Ve lo spiegavamo ieri in questo articolo: con un decreto legge pubblicato nella Gazzetta ufficiale venerdì, ma approvato il 15 maggio scorso, la legge ha fissato un nuovo adeguamento che comporterà un taglio medio dell'1,2% per chi andrà in pensione nel 2019.

Ecco i coefficienti pubblicati in Gazzetta Ufficiale

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Addio Fornero: come cambiano le pensioni con il nuovo governo 

L'adeguamento vale solo per le pensioni calcolate con il metodo contributivo. Il decreto fissa i coefficienti di trasformazione del montante contributivo validi dal 2019 al 2021 (i coefficienti che applicati al totale dei contributi versati durante la vita lavorativa, determinano l'importo annuo di pensione cui ha diritto il lavoratore). Si tratta appunto di coefficienti che variano in base all'età del lavoratore al momento di andare in pensione, tra i 57 e - per la prima volta quest'anno - i 71 anni. I coefficienti saranno tanto più alti quanto maggiore è l'età del lavoratore che va in pensione. Il coefficiente di trasformazione (che esiste dai tempi della riforma del governo Dini, nel 1996) è stato adeguato nel 2013 e nel 2016, effetto della riforma Fornero che ha stabilito scadenze fisse triennali per rivedere i coefficienti.

Pensioni più basse

Ebbene, quali saranno gli effetti reali sulle pensioni? Con quest'ultimo adeguamento, un lavoratore che andrà in pensione a 65 anni nel 2019 prenderà una pensione inferiore di oltre l'1% rispetto a chi ha avuto la fortuna di ritirarsi un anno prima. Questo taglio non risparmierà nemmeno i pensionati in tarda età, nonostante l'intenzione della riforma Fornero fosse quella di spostare in avanti l'età del ritiro. E così un 70enne che andrà in pensione il prossimo anno perderà quasi il 2% sul suo assegno: dai 2.943 euro del 2018 ai 2.887 del 2019. Un pensionato che nel 2012 avrebbe avuto diritto a 4.000 euro di pensione, dal 2019 percepirà 3.733 euro. Trecento euro in meno rispetto a qualche anno fa.

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