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Venerdì, 26 Aprile 2024
ECONOMIA

Oggi giovani precari, domani anziani poveri: "Meno di mille euro per i più fortunati"

I giovani lavoratori dipendenti di 25-34 anni si troveranno ad avere dalla pensione un reddito più basso di quello che avevano agli esordi sul mercato del lavoro, inferiore a mille euro. Ecco cosa dice il rapporto del Censis

ROMA - La "generazione mille euro" di oggi sarà la "generazione meno di mille euro" di domani. Se, infatti, oggi il 40% dei lavoratori dipendenti di 25-34 anni ha una retribuzione netta media mensile fino a mille euro, in molti si troveranno ad avere dalla pensione un reddito più basso di quello che avevano a inizio carriera.

Cifre e previsioni che confermano le preoccupazioni dell’ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, che nel "lontano" 2010 aveva dichiarato in un convegno: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. Perché i contributi che versano oggi non sono il loro “tesoretto” per il futuro. Al contrario, consentono di liquidare oggi le pensioni delle generazioni più anziane.

L'amara realtà delle cose emerge da una ricerca realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Generali. Nel rapporto "L’eccellenza sostenibile nel nuovo welfare. Modelli di risposta top standard ai bisogni delle persone non autosufficienti", il Censis stima che il 65% dei giovani occupati dipendenti 25-34enni di oggi avrà una pensione sotto i mille euro, pur con avanzamenti di carriera medi assimilabili a quelli delle generazioni che li hanno preceduti, considerando l'abbassamento dei tassi di sostituzione.

Come se non bastasse, la previsione riguarda i più “fortunati”, cioè i 3,4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard. Poi ci sono 890.000 giovani 25-34enni autonomi o con contratti di collaborazione e quasi 2,3 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. In parole povere, i giovani precari di oggi diventeranno gli anziani poveri di domani. Dalla ricerca emerge inoltre che il 53% dei millennials (i giovani di 18-34 anni) pensa che la loro pensione arriverà al massimo al 50% del reddito da lavoro. La loro pensione dipenderà dalla capacità che avranno di versare contributi presto e con continuità. Ma il 61% dei millennials ha avuto finora una contribuzione pensionistica intermittente, perché sono rimasti spesso senza lavoro o perché hanno lavorato in nero. Per avere pensioni migliori, l'unica soluzione è lavorare fino ad età avanzata. "Fino allo sfinimento", si sottolinea nell'indagine. Questo, però, dipende anche dal mercato del lavoro.

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