Come cambiano le pensioni con il governo Meloni
Razionalizzazione di tutti gli strumenti di pensionamento anticipato, rilancio della previdenza integrativa e staffetta generazionale: le linee guida della riforma delle pensioni
Basta con gli scaloni e con le pensioni sperimentali, il governo Meloni ha in programma una riforma delle pensioni importante da rendere operativa a partire dal 2024 previo accordo con le parti sociali. I lavori partiranno il 19 gennaio 2023, l’obiettivo è quello di individuare in 6-8 mesi una serie di interventi strutturali che possano mettere fine a tutta quell’incertezza che ruota ormai attorno al sistema previdenziale. Il confronto con i sindacati potrebbe essere piuttosto acceso, visto lo scarso apprezzamento delle misure previdenziali inserite in manovra. Come cambieranno le pensioni con il governo Meloni?
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Riforma delle pensioni: convocato un tavolo per il 19 gennaio 2023
Convocato per il 19 gennaio 2023 il primo tavolo di confronto dell’anno tra governo e sindacati sulle pensioni, per realizzare una riforma del sistema previdenziale che possa mettere la parola fine agli scaloni e alle misure sperimentali che si sono succedute in questi anni (Quota 100, Quota 102, Quota 103, Ape sociale, Opzione donna, etc.). L’obiettivo principale è quello di superare le Legge Fornero entro il prossimo autunno, giusto in tempo per inserire le eventuali novità nella manovra e avviare gradualmente la riforma a partire dal 2024.
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, nel corso di un'audizione in Senato, ha illustrato le principali idee del governo in materia, assicurando che “con le parti sociali sui tavoli specialistici già convocati si darà forma a una revisione del sistema pensionistico nel segno della solidarietà e della sostenibilità per le future generazioni”.
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Come cambieranno le pensioni dal 2024
Prima di tutto la ministra Calderone intende mettere la parola fine a tutte quelle "forme di accesso a pensioni sperimentali" per sostituirle con “un sistema di forme di pensionamento integrate che consenta di individuare l'accesso a forme pensionistiche più compatibili con le esigenze personali e sanitarie del lavoratore”. Basta "scaloni anagrafici" dunque, l’idea è quella di razionalizzare tutti gli attuali sistemi di prepensionamento per individuare misure strutturali.
Il governo intende normalizzare gli strumenti utilizzati per il prepensionamento prevedendo "forme sostenibili di compartecipazione fra oneri a carico del datore di lavoro e dello Stato con esodo dei lavoratori più vicini alla pensione" e specifici percorsi di staffetta generazionale. Si parla anche di una nuova copertura pensionistica di garanzia per i giovani con carriere discontinue.
Nuove pensioni e rilancio della previdenza integrativa
La ministra Calderone ha dichiarato che saranno disegnate "forme di potenziamento della posizione pensionistica", per modellare la futura rendita pensionistica "al tenore di vita con oneri calcolati secondo i principi generali del nostro ordinamento pensionistico".
Il governo Meloni ha in mente poi di rilanciare la previdenza integrativa facendo leva sulle agevolazioni fiscali. La Calderone ha parlato di nuove campagne di adesione ai fondi pensione e di "anno zero" per la destinazione del Tfr dei lavoratori dipendenti alle forme complementari, da associare all'adeguamento della soglia di deducibilità "dei contributi di secondo pilastro". Il tutto per fare in modo che le pensioni future siano in grado di garantire un tenore di vita adeguato per chi lascia il lavoro.