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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il film su Barbie è una bellissima sorpresa

Esce finalmente nelle sale l’attesissimo film live action dedicato alla bambola più amata di sempre. A darle vita è Margot Robbie, la biondissima attrice australiana, per l’occasione affiancata da Ryan Gosling nel ruolo del suo compagno Ken.

La pluripremiata regista Greta Gerwin (Piccole Donne, Lady Bird) e il compagno regista e sceneggiatore Noah Baumbach, già autore di film come Storia di un matrimonio del 2019, firmano una pellicola che vuole celebrare e dare vita alla bambola Barbie, andandone ad approfondire però un aspetto più umano, quello della ricerca della bellezza interiore, delle crisi esistenziali, della ricerca della verità e della propria strada in un modo che sembra (o deve essere a tutti i costi) perfetto. Il film era in programmazione già dal 2009 negli studi della Universal Pictures, ma dopo diversi cambiamenti, nel 2018 è ufficialmente entrato in produzione grazie a Warner Bros. La prima star ad essere ingaggiata è stata proprio la protagonista Margot Robbie (C’era una volta a Hollywood, 2019 e Babylon, 2022) che ha più volte raccontato di aver accettato di interpretare questo ruolo proprio per stravolgere le aspettative del pubblico, onorando sì il fan base del giocattolo ma al tempo stesso sorprendo le persone. Ma la Robbie non è l’unica versione di Barbie che si può trovare nella pellicola, ci sono infatti anche Barbie Presidente, interpretata da Issa Rae, Barbie premio Nobel per la fisica interpretata da Emma Mackey, Barbie Dottore interpretata da Hari Nef e Barbie sirena, con il volto della cantante Dua Lipa, che ha anche firmato un brano originale della colonna sonora. Accanto a tutte le Barbie non possono però mancare i loro Ken, interpretati primo tra tutti da Ryan Gosling (che inizialmente fu molto criticato dal pubblico perché considerato non adatto al personaggio) e da Simu Liu, Ncuti Gatwa, Scott Evans. Nel cast del film anche Will Ferrell, nel ruolo del CEO della Mattel, Helen Mirren come voce narrante e America Ferrera nei panni della mamma in carriera Gloria.   

La trama

Il film racconta la storia della bambola Barbie, che vive nel mondo di Barbieland assieme a tutte le altre versioni della bambola più famosa e a tutti i Ken. Un mondo fantastico dove tutto è rosa, bellissimo e perfetto. Un giorno però l’incanto si spezza quando Barbie comincia ad avere pensieri tristi e la sua routine fantastica di colpo comincia a rovinarsi. L’unica soluzione per far tornare tutto com’era è allontanarsi da Barbieland e avventurarsi nel mondo reale alla ricerca della bambina a cui è legata. Il mondo reale però non è come Barbie se lo immaginava, non è l’utopia che lei e le sue compagne bambole credevano di aver contribuito a creare con il loro mito.

Una pubblicità Mattel divertente e tinta di rosa

Barbie, nata a fine anni ’50 dal genio creativo di Ruth Handler, moglie del cofondatore della Mattel, è diventata in pochissimo tempo uno dei giocattoli più venduti in tutto il mondo. Attorno a lei è stato creato un intero universo di personaggi e accessori. Nell’ultimo periodo, anche per far fronte alle critiche di chi la riteneva un modello di perfezione irraggiungibile col potere di far sentire le bambine in difetto, si è fatta portavoce di messaggi di body positivity, inclusività, girl power con l’introduzione di modelli di tutte le fisicità e caratteristiche, con disabilità, che svolgono professioni a lungo tempo considerate "maschili" (astronauta, ingegnere, ecc.). Quello che appare ad una prima visione di questa trasposizione live action di Barbie, è che la casa madre Mattel cercasse un modo per farsi pubblicità, per rilanciare le vendite dando però l’impressione che così non sia. E in effetti all’interno della pellicola non mancano momenti di critica sia al modello di Barbie “stereotipo” che ai suoi produttori, ma rimane comunque per lo più un bello spot pubblicitario che vuole affascinare lo spettatore con colori, scenografie e canzoni divertenti. Non mancano comunque bellissimi (e importanti) discorsi sulla posizione della donna nella società contemporanea e contro il patriarcato, però lo più affidati al personaggio di Gloria - America Ferrera (una donna e madre dipendente della Mattel proveniente dal Mondo reale) più che a Barbie stessa. È evidente infatti che l’espediente del film in generale sia appunto quello di passare a fianco a questioni importanti, affrontandole sì, ma rimanendo fedele a sé stesso e al mondo rosa e perfetto che i fan si aspettano. Motivo per cui i monologhi di impatto non sono affidati alla protagonista, che rimane quasi “neutra”, esprimendo spesso la volontà di far tornare tutto come è sempre stato. Ma forse è anche giusto così, le bambole come Barbie servono a sognare, non a cambiare il mondo. 

Il meccanismo che dà il via alla trama è piuttosto semplice, simile a quello di altri film passati come ad esempio Come d’incanto del 2007 e altri film del genere, ma è la messa in scena a fare la differenza: l’attenzione ai dettagli che la Gerwin mette in atto per rappresentare Barbieland e l’interpretazione impeccabile della Robbie, che sembra nata per questo ruolo, ammaliano e stupiscono, spingendo lo spettatore in un lavoro continuo per capire reference, citazioni alla cultura pop e messaggi nascosti. Ryan Gosling invece, nel ruolo dello stanco compagno-accessorio di Barbie, che esisterebbe in funzione di lei e soltanto con lei, diverte e quasi fa provare compassione nei suoi confronti, lo si vuole protagonista tanto quanto la versione femminile. È perfetto anche lui per il ruolo, non si può negare. Eppure, quando nella seconda parte del film i Ken diventano protagonisti della pellicola, non si può fare a meno di sperare che Barbie torni al centro della storia. 

In conclusione, il film su Barbie è un prodotto commerciale tanto quanto la Barbie stessa, lungo (le due ore si fanno sentire) ma che appaga lo sguardo e fa provare nostalgia a chi, da bambino, con le Barbie ci giocava davvero. Un film che prometteva un successo clamoroso e che sicuramente lo otterrà. Diversi i momenti sagaci nella sceneggiatura, con battute e scene che colpiscono al cuore la Gen Z e capaci di strappare fragorose risate o quasi di commuovere. Anche la voce di Helen Mirren, narratrice esterna alla storia, è sarcastica e pungente, sempre al punto giusto. La pellicola si perde solo un po’ sul finale, con una parabola filosofica interiore che stride con il mood della pellicola e lascia con un po’ di amaro in bocca: se lo scopo di Barbie è spingere le bambine di tutto il mondo a credere in sé stesse e sognare di avere la vita perfetta che desiderano, perché far sognare a Barbie di avere una vita imperfetta?

Voto: 8

Barbie, locandina

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