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Domenica, 28 Aprile 2024
Film al Cinema

"Whitney - Una voce diventata leggenda": al cinema l'omaggio al talento della Houston

Esce nei cinema italiani il 22 dicembre il biopic sulla cantante diretto da Kasi Lemmons

Più un tributo alla voce, al talento e alle indimenticabili performance live di Whitney Houston che un biopic in grado di indagare la complessità di un’artista tormentata e morta tragicamente dopo una vita burrascosa segnata dalle dipendenze. Whitney – Una voce diventata leggenda, uscito con il titolo internazionale di I wanna dance with somebody, in sala dal 22 dicembre, è l’opera di Kasi Lemmons scritta da Anthony McCarten (già autore di Bohemian Rapsody), prodotta da Sony e distribuita da Warner Bros., che vede protagonista nei panni di Whitney Houston una brava Naomi Ackie affiancata da Stanley Tucci nel ruolo del produttore Clive Davis, Nafessa Williams nel ruolo di Robyn Crawford, Ashton Sanders in quello di Bobby Brown, Tamara Tunie e Clarke Peters in quello dei genitori della star, Cissy e John.

Whitney – Una voce diventata leggenda: la trama

Whitney Houston è una ragazzina del New Jersey con un bel viso e una bella voce che scopre cantando nel coro della chiesa la domenica e poi, più tardi, la fa iniziare a calcare i palcoscenici come corista della madre, cantante soul. Una sera, ad ascoltarla in un locale dove si esibisce, tra il pubblico, c’è anche il produttore Clive Davis, che decide subito di dare un’opportunità a quella voce e la scrittura. Inizia così l’ascesa di Whitney Houston nell’Olimpo della musica internazionale, che la porterà a diventare, secondo il Guinness dei Primati 2006, l’artista più premiata di tutti i tempi. Il suo esordio sul mercato discografico, l’album Whitney Houston del 1985, balza subito al primo posto in classifica, diventando la colonna sonora di quell’anno e guadagnando alla cantante il primo dei tanti record della sua carriera, quello dell’album di esordio più venduto. Il successo di Whitney diventerà sempre più travolgente tra canzoni indimenticabili, dischi di diamante, primati in classifica, tour mondiali e performance entrate nella storia della musica recente, ma mentre la sua carriera decolla la sua vita affonda. I burrascosi rapporti famigliari, un amore che deve essere censurato perché non adatto all’immagine di ‘fidanzata d’America’ scelta per lei dall’industria musicale, il matrimonio più che turbolento con il rapper Bobby Brown e l’abuso di droga gettano l’esistenza della cantante sempre più nel caos.

Whitney, l’omaggio a performance memorabili in un biopic che non convince

Due ore e mezza di film non sono bastate a Kasi Lemmons per trovare il tempo per approfondire almeno qualcuna delle tante sfaccettature di un personaggio caratterizzato da una vita complessa e tormentata, che nel suo film viene raccontata in modo troppo sbrigativo, spesso anche sfilacciato, sorvolando sul contesto, scegliendo di non avventurarsi troppo negli angoli più bui di un’esistenza tutta in chiaroscuro. In Whtiney – Una voce diventata leggenda, la narrazione risulta troppo trattenuta e anche piena di buchi logici che non aiutano lo spettatore a calarsi nella complessa vicenda umana della grande artista statunitense. Si sceglie di non approfondire aspetti fondamentali come quello della dipendenza dalle droghe che all’improvviso si palesa nel film, ma quando la cantante è già in una fase avanzata del suo triste percorso autodistruttivo. Così anche nel caso del rapporto di amicizia-amore con Robyn Crawford, che viene all’inizio raccontato come un legame fondamentale per la giovane Houston e poi, senza troppe spiegazioni, viene bruscamente relegato sullo sfondo, nonostante sia un legame durato, in forme diverse, tutta la vita. Stesso approccio di superfice, che più che raccontare suggerisce allo spettatore qualcosa che non risulta troppo chiaro, quando ci si prova a concentrare sul disastroso matrimonio con Bobby Brown.

La mancanza di approfondimento delle svolte esistenziali della protagonista, forse legata anche alla possibilità di incappare in eventuali beghe legali che hanno coinvolto precedenti lavori dedicati alla vita della cantante, purtroppo pesa sulla piena riuscita del film. Quel che di meglio resta della visione di Whitney è la bella interpretazione di Naomi Ackie, una Houston somigliante e molto credibile, e sopratutto la possibilità di rivivere in qualche modo le straordinarie performance artistiche e canore di ‘The Voice’, come quella della Houston chiamata a interpretare la sua versione dell’inno degli Stati Uniti al superbowl del ’91, quando era all’apice della carriera e della forma vocale, l’esibizione della ‘rinascita’ ospite da Ophra Winfrey, o l’emozionante medley eseguito nella notte degli American Musica Awards del ’94.

Il trailer

Voto:6

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