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Domenica, 28 Aprile 2024
Ecatombe / Stati Uniti d'America

Aumentano i morti e i dispersi alle Hawaii, il peggior incendio nella storia degli Usa

A preoccupare le autorità è il migliaio di dispersi in tutto il territorio e, con il passare delle ore, le speranze di trovare le persone vive si assottigliano

I roghi che hanno devastato in 36 ore l'isola hawaiana di Maui restituiscono uno scenario apocalittico. Oltre ad aver raso al suolo i 2mila edifici di Lahaina, antica capitale dell'arcipelago, le fiamme hanno distrutto case e abitazioni, provocando danni per 5,5 miliardi di dollari (secondo l'agenzia federale Usa per la protezione civile) e lasciando migliaia di famiglie senza una casa: quasi 1.500 persone sono al momento ospitate in rifugi di emergenza. 

La devastazione degli incendi a Lahaina, sull'isola di Maui (LaPresse)

Sale il bilancio delle vittime e dei dispersi

Aumenta il numero di vittime: è salito a 93 il bilancio delle persone che hanno perso la vita. Un bilancio peraltro ancora provvisorio e destinato a crescere, come prevede "senza alcun dubbio" il governatore locale Josh Green. Vivi sono tutti i 60 italiani residenti, conferma la Farnesina che ha aperto presso l'aeroporto internazionale di Maui un desk di assistenza ai connazionali, presieduto dal personale del consolato generale italiano di San Francisco.

A preoccupare le autorità è il migliaio di dispersi in tutto il territorio e, con il passare delle ore, le speranze di trovare le persone vive si assottigliano. I soccorritori non hanno ancora controllato l'interno delle case, dove molti potrebbero essere rimasti intrappolati, né terminato le ricerche in mare, dove diversi abitanti si sono gettati per sfuggire alle fiamme.

Si ricorre al Dna per identificare le vittime

La gran parte degli incendi è stata domata e i vigili del fuoco sono al lavoro constante per estinguere le fiamme che ardono ancora in alcune parti dell'isola, anche intorno a Lahaina, che è stata devastata. Il lavoro da fare è ancora molto, reso difficoltoso dalla presenza di diversi focolai, che nella notte tra il 12 e il 13 agosto hanno costretto a una ennesima evacuazione nell'area occidentale dell'isola.

Solo il 3 per cento dell'aera devastata dalle fiamme è stato per ora perlustrato, anche con l'aiuto dei cani da soccorso, e per l'identificazione delle vittime si procede con il Dna. A fare il punto della drammatica situazione è stato il capo della polizia di Maui, John Pelletier, che - riportano i media internazionali - ha invitato la popolazione a sottoporsi a test del Dna in una struttura vicina per accelerare le identificazioni. 

Aperta un'inchiesta

Intanto l'attorney general delle Hawaii Anne Lopez ha annunciato l'apertura di un'inchiesta sulle decisioni e sulle misure prese dalle autorità prima, durante e dopo gli incendi, e ha promesso di rendere pubbliche le conclusioni. Certo, il cambiamento climatico risulta il principale responsabile del disastro, ma dai primi accertamenti pare che molte cose non abbiano funzionato bene per prevenirne e attenuarne gli effetti letali.

La società elettrica Hawaiian Elctric, ad esempio, pur essendo a conoscenza delle previsioni di potenti raffiche di vento e del pericolo incendi, non ha adottato quella che ormai è considerata la misura più efficace: staccare la corrente nelle aree a rischio, come fanno molti Stati Usa, a partire dalla California, dopo i devastanti roghi del 2017-2018. Inoltre le sirene del sistema d'allarme non sono state attivate, mentre i messaggi di allerta sui telefonini non sono arrivati per mancanza di copertura.

Atti di solidarietà

Adesso però servono urgentemente cibo, acqua, farmaci, prodotti per la pulizia e l'igiene. E mentre si moltiplicano le iniziative di solidarietà, compresi i 100 milioni di dollari donati da Jeff Bezos e dalla fidanzata Lauren Sánchez, i residenti di Lahaina sono stati autorizzati per la prima volta a tornare nella loro cittadina. Quasi tutti hanno trovato la propria casa in cenere, struggendosi per aver perso tutto ma consolandosi spesso per aver rivisto sani e salvi amici e vicini. I pochi che hanno gridano al miracolo per l'abitazione intatta non la vogliono più lasciare temendo gli sciacalli, nonostante il rischio che sia insicura e con acqua contaminata.

L'incendio a Maui, che ha distrutto la città di Lahaina, è ora diventato quello con più vittime della storia degli Stati Uniti, prima di quello che nel 2018 distrusse la cittadina di Paradise, in California, facendo 85 morti.

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