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Domenica, 28 Aprile 2024
Il volto nuovo / Argentina

L'Argentina sceglie il nuovo presidente: in vantaggio Milei, il "Trump" di Buenos Aires

La corsa alla presidenza si decide tra cinque candidati, anche se le vere chance ce l'hanno solo in tre. I sondaggi vedono in vantaggio il candidato liberale Javier Milei

Oltre 35 milioni di argentini sono chiamati alle urne domenica 22 ottobre per eleggere il loro prossimo presidente, che resterà in carica fino a dicembre 2027. In parallelo verrà definita anche una nuova formazione del Congresso, che sarà parzialmente rinnovato, con 24 senatori in rappresentanza di otto province e 130 deputati. Se tutte, o quasi, le attenzioni dei media sono focalizzate sul candidato alla presidenza Javier Milei, quelle dei cittadini e delle istituzioni finanziarie seguiranno con apprensione l'esito decisivo per far fronte ad una grave crisi inflazionistica con un tasso che supera 124% su base annua.

Elezioni in argentina, chi vince

Lo scenario della competizione per la Casa Rosada è ancora aperto, con i sondaggi che riflettono sottili margini tra i tre candidati. L'ago della bilancia sembra essere l'ampia fetta di indecisi e di quanti non hanno preso parte alle primarie generali di agosto, a cui aveva partecipato il 69% dell'elettorato, consacrando il candidato liberista Javier Milei in testa col 29,86%.

Milei, figura ultraliberale e antisistema viene considerato come un outsider, le cui posizioni controverse alimentano un certo timore se venisse eletto. Economista di professione, ha attirato l'attenzione del pubblico con il suo discorso a favore della dollarizzazione, contro l'intervento statale nell'economia e contro i diritti LGBTQ+. Dall'altro lato c'è il fronte della destra tradizionale, legato all'ex presidente Mauricio Macri, guidato da Patricia Bullrich - Together for Change - suo ex ministro con un passato nella sinistra peronista, che basa il suo progetto nazionale sulla dura lotta alla criminalità, sulla riduzione della spesa pubblica e sul bimonetarismo come soluzione alla complicata situazione economica in cui si trova impantanata l'Argentina. In lizza c'è anche il partito progressista al potere, Unione per la Patria, capitanato da Sergio Massa.

Per diventare presidente al primo turno occorre totalizzare il 45%, oppure il 40% con una differenza del 10% rispetto al secondo. Un eventuale ballottaggio è previsto per il 19 novembre. Il vincitore assumerà i suoi incarichi presidenziali il 10 dicembre. In quel giorno si compiranno 40 anni dal ritorno della democrazia, quando Raul Alfonsin, nel 1983, si è insediato come presidente dell'Argentina.

Dalle urne dovranno emergere anche 19 parlamentari del Mercosur per la circoscrizione nazionale e 24 per quella regionale. Inoltre, si vota per il governatore della città autonoma di Buenos Aires (la capitale argentina), e della popolosa provincia di Buenos Aires (la più grande lista elettorale con 13.110.768 elettori, il 37,04%), Catamarca ed Entre Ríos.

Nelle ultime elezioni, quelle del 2019, il peronista progressista Alberto Fernández (Frente de Todos) fu eletto presidente con un'affluenza dell'80,4%.

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