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Domenica, 28 Aprile 2024
Sventato linciaggio / Pakistan

La donna accerchiata dalla folla inferocita per una scritta sul suo vestito: "Blasfemia"

La folla la accusava di avere versetti sul Corano impressi sull'abito

È stata circondata fuori da un ristorante da una folla inferocita, che l'accusava di avere dei versetti del Corano impressi sul proprio abito. Il vestito della donna era decorato con scritte in calligrafia araba, oggetto dell'ira della folla che l'accusava di blasfemia, un reato che in Pakistan è punibile con la pena di morte.

Sui social sono circolati alcuni video che riprendono la scena, in cui si vede una donna, visibilmente spaventata, che si rifugia in un angolo del ristorante proteggendosi il volto con le mani. In un altro si sentono alcune eprsone urlare che coloro che bestemmiano devono essere decapitati.

La donna è stata tratta in salvo dalla polizia, che ha formato una barriera tra lei e la folla di circa 300 persone che si erano radunata fuori da un ristorante a Lahore,  capitale della provincia pakistana del Punjab.

La polizia ha dovuto negoziare con la folla inferocita

L'assistente sovrintendente della polizia Syeda Shehrbano, citata dalla Bbc, ha spiegato che è stato necessario "negoziare" con la folla per trarre in salvo la donna. "Nessuno sapeva cosa c'era scritto sulla maglietta", ha riferito. "L'impresa più grande è stata quella di cercare di far uscire quella donna dall'area per assicurarsi che fosse al sicuro". 

"Abbiamo detto loro che avremmo portato la donna con noi, che le sue azioni sarebbero state prese in considerazione e che l'avremmo ritenuta responsabile di qualsiasi crimine commesso secondo la legge del paese". Mentre l'agente Sherbano si accostava alla donna, altri uomini delle forze dell'ordine hanno aperto un varco tra la folla, mentre le persone inferocite spingevano contro di loro.

Shehrbano ha poi dichiarato di aver riconosciuto tra la folla i sostenitori del partito estremista Tehreek-e-Labaik Pakistan (TLP), una formazione di estrema destra fondata nel 2015, nota per le violente proteste contro qualsiasi modifica alla legge sulla blasfemia in Pakistan.

Scortata in una stazione di polizia, alcuni studiosi religiosi hanno analizzato le scritte sul vestito della donna, confermando che si trattasse di calligrafia araba, ma non di versetti del Corano. Sull'abito era in realtà stampata la parola "halwa", che significa "dolce" in arabo. Agli esperti la polizia ha chiesto di  registrare un video in cui spiegavano il significato delle scritte, affermando l'innocenza della donna.

"Non avevo questa intenzione, è successo per errore. Mi scuso comunque per tutto quello che è successo e farò in modo che non accada mai più", ha dichiarato la donna, aggiungendo di essere una devota musulmana e che non commetterebbe mai blasfemia.

Le autorità hanno spiegato che si trovava a Lahore per fare compere e che in seguito all'accaduto ha lasciato la città. "Avrebbero dovuto scusarsi li uomini tra la folla, piuttosto che la donna", ha scritto su X Tahir Mahmood Ashrafi, ex consigliere del primo ministro per gli affari religiosi.

Le leggi contro la blasfemia sono state codificate per la prima volta dai funzionari britannici dell'India e successivamente ampliate negli anni '80 sotto il governo militare del Pakistan. Non si tratta del primo episodio di aggressione per blasfemia in Pakistan, Lo scorso agosto, decine di chiese e case sono state bruciate a Jaranwala, una città a est del Pakistan, dopo che due uomini della città sono stati accusati di aver danneggiato il Corano.

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