Jihadisti contro Tuareg, il nord del Mali è nel caos

Il Mali vive un periodo di confusione e instabilità. I militanti islamisti nel nord affermano di aver "scacciato" i ribelli Tuareg da Menaka, che ormai è una vera e propria "desert town". I leader regionali della Comunità economica degli stati dell'Africa Occidentale hanno approvato l'invio di 3.000 soldati per riconquistare il nord del Mali. Alla missione parteciperanno anche 250 militari europei, ma solo per addestrare le truppe.

Le regioni settentrionali del paese africano sono in mano da mesi a gruppi jihadisti e l'occidente teme che il Mali possa trasformarsi in una base operativa per gruppi terroristici, dopo che i militanti islamisti hanno già conquistato nella prima parte del 2012 due terzi del territorio (in gran parte desertico) del paese.

I jihadisti del Mujao (Movimento per l'unità e la jihad nell'Africa Occidentale) lunedì avevano annunciato di aver conquistato la città di Menaka, vicina al confine con il Niger, dopo scontri in cui erano stati affiancati da Al-Qaeda nel Maghren Islamico (Aqim). Ma un portavoce del gruppo etnico dei Tuareg, riuniti nel Movimento Nazionale per la Liberazione dell'Azawad (MNLA) dice alla BBC che la battaglia è ancora in corso.

La situazione è delicata perché i due gruppi, Tuareg e jiahdisti, un tempo erano alleati; in un'offensiva congiunta di inizio anno avevano conquistato tutto il nord del Mali, sconfiggendo le forze governative di Bamako, la capitale del paese. Poi l'alleanza è finita, "per colpa" di Timbuktu.

Quando i ribelli jihadisti hanno issato la loro bandiera anche su Timbuktu, storico bastione dell'MNLA, sono iniziati gli scontri tra i due gruppi ex alleati. A Timbuktu è stata imposta la sharia e sono stati rasi al suolo antichi santuari, provocando l'immediata condanna internazionale.