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Martedì, 30 Aprile 2024

Controcanto

Fabrizio Gatti

Direttore editoriale per gli approfondimenti

Oltre mille soldati italiani nell'area di guerra tra Iran e Israele

Sabato 7 ottobre 2023-sabato 13 aprile 2024: il conto alla rovescia è arrivato allo zero e in queste ore la repubblica islamica dell'Iran ha attaccato Israele. Il massacro a sangue freddo di oltre mille israeliani, uomini, donne e bambini torturati, violentati e uccisi dai terroristi palestinesi di Hamas sei mesi fa, e l'ulteriore massacro di 28mila palestinesi, altri uomini, donne e bambini, provocato dalla risposta militare di Israele nella Striscia di Gaza erano soltanto il prologo dello scontro frontale di cui siamo spettatori in queste drammatiche ore.

Da una parte un regime religioso sostenuto dalla maggioranza più reazionaria della popolazione iraniana che reprime la libertà delle donne, la voce delle giovani generazioni, la contaminazione culturale con l'Occidente. Dall'altra una democrazia guidata dal governo di Benjamin Netanyahu che è figlio dei peggiori compromessi populisti nati dalle crisi delle democrazie occidentali: una maggioranza laico-religiosa che fino al 7 ottobre scorso tollerava sottobanco i terroristi di Hamas al potere a Gaza per sottrarre nel frattempo nuove terre ai palestinesi più pacifici della Cisgiordania, gli unici con cui sarebbe stato possibile ricostruire un percorso di convivenza e pace.

I missili degli Houthi sul Mar Rosso

Il risultato di questa politica spregiudicata lo abbiamo visto con l'aggressione ai civili israeliani il 7 ottobre. Tanto che Israele si è sentita in dovere di radere al suolo l'intera striscia di Gaza e annientare Hamas per coprirsi le spalle a Sud nel caso fosse passato all'azione, da Est, il nemico più armato e pericoloso: l'Iran che proprio oggi, da regista della campagna terroristica, attraverso gli attacchi di Hamas e degli Houthi yemeniti sul Mar Rosso, è entrato direttamente nella scena.

Soldi ad Hamas, i sette errori di Israele - di Fabrizio Gatti

Scrivo queste righe che è notte. I droni e i missili iraniani non sono ancora arrivati sugli obiettivi e la maggior parte è stata intercettata dai sistemi di difesa. Ma la risposta israeliana contro il regime di Teheran sarà severa, ha annunciato il gabinetto di guerra di Tel Aviv. Mentre il governo iraniano si è già affrettato a dichiarare che con questo lancio “la reazione è conclusa”. L'attacco sarebbe infatti la risposta al bombardamento aereo, di cui è sospettato Israele, del consolato iraniano a Damasco in Siria il primo aprile 2024: nella distruzione degli uffici accanto all'ambasciata sono morte otto persone tra le quali il generale iraniano Mohammad Reza Zahedi, comandante della Forza Quds, la divisione delle Guardie della rivoluzione islamica che dirige gli attacchi contro Israele dal territorio libanese.

Italiani in mezzo al lancio di razzi

Secondo la propaganda iraniana, gli israeliani sono contro la pace e il popolo arabo è la loro vittima. Una narrazione smentita proprio da quanto stava accadendo alla vigilia del massacro del 7 ottobre: l'accordo storico tra Israele e Arabia Saudita, che avrebbe cambiato i rapporti con buona parte delle nazioni islamiche sunnite. Un accordo che però avrebbe ulteriormente isolato il regime islamico sciita dell'Iran. È infatti tutta interna al mondo musulmano la radice di questo nuovo conflitto.

L'Italia è presente nella regione con 1300 militari schierati in Libano al confine con Israele. Ma il loro compito di interposizione, stabilito da un mandato delle Nazioni Unite, non può fare nulla contro il lancio di razzi da parte di Hezbollah, il partito di Dio libanese armato dall'Iran, e la puntuale risposta di Israele. Se l'attacco iraniano è stato davvero un'azione simbolica, lo scopriremo nelle prossime ore. Resta comunque un atto di forza con cui il regime religioso dimostra che può colpire a distanza: Israele e Iran infatti non confinano.

Bombe elettromagnetiche sull'Iran

Il governo di Benjamin Netanyahu potrebbe invece rispondere dispiegando nuove armi: ordigni che non uccidono le persone ma potrebbero paralizzare ogni tipo di connessione elettronica. Lo hanno riferito i media israeliani. Già nel 2012 il quotidiano The Times of Israel rivelava che le bombe Emp (electromagnetic pulse), in grado di generare un potente impulso elettromagnetico, ''porterebbero l'Iran all'età della pietra''. Tra i due fronti, Israele combatte per la sua sopravvivenza e non farà sconti a nessuno: lo abbiamo visto con la distruzione di Gaza. L'Iran attacca per dimostrare di essere ancora una potenza regionale: in questo gli ayatollah sciiti al potere contano sull'appoggio di Russia e Cina. Da Mosca il regime continua a ricevere soldi, grazie alla vendita dei droni kamikaze lanciati da Vladimir Putin contro l'Ucraina. Da Pechino il regime religioso ha invece ottenuto investimenti e tecnologia, anche militare, in cambio di petrolio.

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