rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024

Fabio Salamida

Giornalista

Il treno e gli altri scivoloni di Lollobrigida, il cognato d'Italia

Se esistono dei momenti del recente passato della premier Giorgia Meloni in cui risulta difficile non provare per lei un sincero afflato di solidarietà, quei momenti sono i pranzi e le cene delle ultime "feste comandate", quelle che devono aver visto, seduti intorno a una stessa tavola imbandita, il suo ex compagno Andrea Giambruno e il suo "quasi cognato", al secolo Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e dolce metà di sua sorella Arianna, segretaria di Fratelli d'Italia.

Il treno della discordia

Il primo commensale, travolto dai suoi stessi fuori onda, probabilmente non prenderà parte ai futuri festeggiamenti, ma l’altro continuerà a occupare il suo posto anche in quel contesto assai meno privato e decisamente più problematico che è il governo della Repubblica Italiana. Ed è proprio la confusione tra pubblico e privato, tipica di chi non ha molta dimestichezza con l’esercizio del potere, che ha prodotto l’ultimo rovinoso scivolone del "cognato d’Italia".

Nell’ennesima giornata di gravi ritardi sulla rete ferroviaria, una di quelle in cui mezza Italia si chiede come mai gli eredi storici di quello lì non siano neanche in grado di far arrivare i treni in orario, il ministro Lollo - come lo chiamano gli amici e i compagni di partito - ha pensato bene di chiedere alle Ferrovie dello Stato di far fermare il suo Frecciarossa alla stazione di Ciampino, sulla vecchia linea Roma - Napoli, dove il treno era stato deviato per problemi tecnici. Ha continuato il viaggio verso Caivano con la sua auto blu, alla faccia degli altri passeggeri, molti dei quali pendolari, che con lui condividevano quei 111 minuti di ritardo.

Treno Frecciarossa in ritardo di due ore, "Lollobrigida lo fa fermare, scende e prosegue in auto blu": è bufera

Critiche e richieste di dimissioni sono arrivate dalle opposizioni, che gli contestano di aver abusato della sua autorità senza un motivo valido, dato che il suo impegno istituzionale non era di competenza del suo ministero e quello successivo - la partecipazione a una puntata di "Avanti Popolo", la sfortunata trasmissione condotta da Nunzia De Girolamo - non era certo dirimente per il futuro della nazione.

"I poveri mangiano meglio dei ricchi"

Non è la prima volta che il ministro sale agli onori delle cronache per dichiarazioni o comportamenti che non danno molto lustro al suo ruolo istituzionale: in poco più di un anno di governo, gli episodi che devono aver prodotto non poco imbarazzo alla "quasi cognata" sono stati molti. Il più divertente, ammesso che si possa ridere delle prove di inadeguatezza di un alto rappresentante delle istituzioni, si è verificato nell’agosto scorso, quando, intervenendo nel corso di un panel sulla sicurezza alimentare al Meeting di Rimini, Lollo azzardò un paragone sulle abitudini alimentari degli italiani, mettendole a confronto con quelle degli americani, pronunciando queste testuali parole: "Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l'acquisto a basso costo spesso comprano qualità". Apriti cielo: nel giro di poche ore la rete fu inondata di meme che mostravano mense della Caritas con menù gourmet e per giorni la dichiarazione ispirò articoli di giornale e battute di ogni tipo.

La crociata contro la "carne coltivata" e la vitellina Mary

Sempre restando in tema cibo, un’altra gaffe ha riguardato la famigerata "carne coltivata". È la nemica giurata di Lollo, che la scorsa settimana ha fatto votare al Parlamento una legge (scritta male) che ne vieta la produzione e la vendita, anche se i prodotti che dovrebbero contenerla non sono ancora sul mercato. E qualora un giorno ci arrivassero, essuna legge nazionale potrà limitarne la diffusione.

Citando un rapporto dell’OMS durante la trasmissione "Quarta Repubblica", il ministro ha detto che "la carne realizzata in laboratorio ha 53 rischi per la salute". In realtà su quel rapporto si utilizza il termine "hazard", che va tradotto in "generico pericolo" e quei 53 pericoli potenziali riportati – spiegano gli scienziati – sono presenti anche in tanti altri settori alimentari e in particolare in quello della produzione di carne negli allevamenti". Praticamente, in quell’occasione, Lollo ha citato un documento che spiega che tutta la carne – coltivata e non – può far male, con buona pace degli amici di Coldiretti che condividono con lui la guerra contro il nemico che ancora non c’è.

E qualcuno ricorda con tenerezza la storia della vitellina Mary. "Qui in Italia, dove la filiera è virtuosa – disse Lollo intervenendo nel corso delle fiere zootecniche internazionali – viene trattata con affetto: certo poi viene macellata, ma produce carne di qualità. Io non credo che quel ragazzo che lì accanto la tiene con tanto affetto la maltratti". Quanto amore in certe macellazioni.

La "sostituzione etnica"

Decisamente meno divertenti, se non preoccupanti, le idee di Lollo sulla crisi demografica del Paese. Forse ispirandosi a qualche delirio letto sulle chat Telegram dei complottisti di estrema destra, dove si spiega che l’immigrazione servirebbe a rimpiazzare i popoli europei secondo un piano ideato dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove - Kalergi, nel giorno in cui Mattarella andò a visitare il campo di concentramento di Auschwitz denunciando i crimini dei nazisti, il ministro dell’Agricoltura e della cosiddetta "Sovranità Alimentare" dichiarò: "Non possiamo arrenderci all'idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada".

Altro capolavoro. Per cercare di arginare le polemiche, il povero Lollo fu costretto (forse dopo l’infuocata telefonata di una "quasi parente", chissà…) a cospargersi il capo di cenere. "Sono ignorante, non razzista – disse ai cronisti che lo intercettarono in buvette – fino a ieri non sapevo chi fosse il signor Kalergi. Io cito l'etnia in senso statistico. Del resto, persino al supermercato c'è la cucina etnica. E poi c'è la musica etnica. È razzismo pure quello?". Nel corridoio dei passi perduti restammo tutti un po’ increduli: quel giorno la frase ricorrente fu "ma davvero l’ha detto?".

Andate a zappare

Parole non proprio gentili quelle dedicate dal Lollo agli allora percettori di reddito di cittadinanza. Nell’aprile scorso, durante l’ultima edizione del Vinitaly, fu interpellato in merito alla carenza di lavoratori stagionali per la raccolta di frutta e verdura: "Nelle campagne – spiegò – c’è bisogno di manodopera e i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura. Anzi, quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza".

Ovviamente qualcuno fece notare che non è un "modello di civiltà" il fatto che un intero settore tenda a sottopagare la manodopera, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a sfruttare fenomeni criminali come il caporalato. E che un ministro dell’Agricoltura, prima di spiegare a un giovane laureato che non è svilente andare a lavorare in campagna, dovrebbe accertarsi che il cibo che arriva sulle nostre tavole, quello che utilizziamo per cucinare deliziose pietanze durante le "feste comandate", non sia raccolto da persone sfruttate.

Continua a leggere su Today.it...

Si parla di

Il treno e gli altri scivoloni di Lollobrigida, il cognato d'Italia

Today è in caricamento