rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Verso le elezioni

Ecco come sono ridotte le case costruite da Berlusconi per i terremotati aquilani

Le New Town antisismiche non hanno retto ad anni di abbandono: serviranno i fondi del Pnrr per smantellare fino alle fondamenta. Questa la fotografia di un Abruzzo che va alle urne per le elezioni regionali mentre crollano strade, ferrovie e traffico aereo. Qui Giorgia Meloni si gioca tutto sulla conferma del suo fedelissimo, Marco Marsilio

Giorgia Meloni, in quella terribile notte a cavallo tra il 5 e il 6 aprile del 2009, quando L'Aquila e l'Abruzzo furono colpiti al cuore dal terremoto, era la giovane ministra della Gioventù del quarto governo Berlusconi. Oggi da presidente del Consiglio è impegnata in una difficile campagna elettorale per la rielezione di un suo fedelissimo, Marco Marsilio, storico esponente della destra romana nonché unico presidente di Regione del suo partito.

Per rispondere all'imponente emergenza abitativa causata dal sisma, l'esecutivo del defunto ex premier realizzò 4.448 appartamenti pubblici dislocati in 19 insediamenti col progetto Case. (Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili), 1.176 alloggi di legno Map (Moduli Abitativi Provvisori) distribuiti in 28 località e 33 scuole prefabbricate Musp (Moduli a Uso Scolastico Provvisori). Le "new town" volute da Silvio Berlusconi e dall'allora presidente della protezione Civile, Guido Bertolaso, costarono circa un miliardo di euro, ma finirono presto al centro di polemiche e inchieste per gli eccessivi costi (dovuti anche agli isolatori sismici su cui poggiano le palazzine e i prefabbricati in legno), per le infiltrazioni della criminalità organizzata e per la qualità dei materiali utilizzati: dopo poco iniziarono a deteriorarsi provocando infiltrazioni, perdite e persino il crollo di balconi.

La decomposizione delle "new town" di Berlusconi e Bertolaso

Nel frattempo sono passati quattordici anni e con il lento ritorno alla normalità - ancora oggi L'Aquila è un cantiere a cielo aperto - gran parte di quegli alloggi sono ormai in disuso. A novembre scorso, secondo i dati del Comune, su  3737 decreti di concessione per progetti Case e Map, quelli ancora abitati da nuclei familiari con l'abitazione ancora inagibile sono 1.400. Tutti gli altri sono luoghi abbandonati che subiscono una lenta "decomposizione" a causa degli eventi atmosferici, dell'incuria e dello sciacallaggio di chi, superando le fragili recinzioni, negli anni ha fatto "spesa proletaria" di tutto il riciclabile. E come prevedibile sono diventati anche luoghi di degrado, abitati abusivamente o utilizzati per spaccio di droga e altri illeciti.

Lo stato di degrado del progetto C.A.S.E. di Coppito

A Coppito c'è chi ha fotografato lo stato di degrado delle palazzine ormai abbandonate del progetto Case posizionando un cartello con la scritta "Ikea, grande apertura, nuovo punto vendita qui, Coppito - L'Aquila". Le immagini mostrano lo stato di abbandono e il logoramento degli edifici, con parcheggi trasformati in discariche e appartamenti vandalizzati. C'è chi ha fatto razzia di tutto, dai mobili agli elettrodomestici, dalle caldaie ai cavi di rame degli impianti. Intorno uno scenario da post Chernobyl, con l'erba ormai alta che sovrasta i parchi giochi abbandonati e le strade ormai dissestate da una natura che si riprende con prepotenza i suoi spazi. 

A Pagliare di Sassa e a San Gregorio alcune palazzine andarono a fuoco a causa di malfunzionamenti degli impianti e dei condizionatori: ciò che resta di quelle case è ancora lì, in attesa di demolizione.

A Preturo le abitazioni furono invece evacuate e sequestrate già nel 2014, a causa del crollo di alcuni balconi: anche qui regna il degrado, con occupazioni abusive e attività illecite all'interno di stabili che nel frattempo continuano a marcire: hanno ceduto persino le rampe delle scale, mostrando con evidenza la scarsa qualità dei materiali utilizzati per la costruzione.

preturo-2

Il comune de L'Aquila, guidato dal meloniano Pierluigi Biondi, dopo anni di annunci ha avviato le procedure per le prime demolizioni dei progetti Case e Map abbandonati. Il "Progetto metamorfosi" prevede l'abbattimento di 12 piastre e la successiva ricostruzione di nuove palazzine che dovrebbero ospitare il servizio civile universale e, in futuro, il comando dei Vigili del Fuoco. L'intera riqualifica degli ex alloggi dei terremotati sarà finanziata con circa 60 milioni di euro del Fondo complementare del Pnrr per le aree terremotate e una volta conclusa dovrebbe ospitare 2.500 volontari provenienti da tutta Italia. Per ora sono stati stanziati circa 5,3 milioni di euro per alcuni abbattimenti a Cese di Preturo, Bazzano, Pagliare di Sassa e Sant'Antonio, ma prima di poter procedere alla ricostruzione bisognerà operare interventi di manutenzione sui costosi pilastri antisismici su cui poggiano gli alloggi: l'idea iniziale, che giustificava la spesa enorme delle piastre, era che sarebbero servite, dopo la demolizione delle case "leggere", per fare da fondazione a vere palazzine in muratura, che avrebbero così avuto una base antisismica. Il problema è che quelle dei progetti Case erano garantite dieci anni, quelli dei Map solo cinque, quindi prima di poter essere riutilizzate bisognerà rimetterle a norma, investendo altre risorse.

pagliare di sassa

L'assessore alle Opere Pubbliche, Vito Colonna, convocato nel novembre scorso in commissione consiliare di vigilanza su richiesta dei consiglieri di opposizione Paolo Romano e Lorenzo Rotellini, aveva dichiarato che entro la fine del 2023 sarebbe stata avviata la demolizione dei Map di San Gregorio resi inagibili dalle fiamme: nell'intero complesso abitano ancora 153 persone che da anni denunciano la mancata manutenzione delle palazzine ancora parzialmente abitate e lo stato di degrado di quelle vuote da tempo, che rappresentano anche un problema per la sicurezza e per la salute pubblica. Alcuni Map - raccontano - sarebbero diventati depositi di refurtiva e sarebbero gestiti da ignoti.

Una Regione sempre più isolata

Allontanandoci dalle ferite del capoluogo, la situazione della regione governata da Marco Marsilio non è delle più rosee, soprattutto per quello che concerne gli spostamenti. Un problema che lo stesso Marsilio dovrebbe conoscere almeno in parte, essendo l'unico presidente di regione "pendolare", perché residente a Roma. Un problema enorme per una regione che viaggia a tre punti di Pil sopra la media nazionale e che sul trasporto su gomma delle merci fonda un pezzo importante del suo tessuto economico. La direttrice Nord-Sud sull'autostrada Adriatica è ormai da anni rallentata dai lavori partiti in fretta e furia dopo il disastro del ponte Morandi a Genova e soprattutto dopo i sequestri successivi alla strage dell'Acqualonga di Monteforte Irpino. Oggi la tratta abruzzese dell'A14 è un continuo cantiere, un imbuto che rallenta la percorrenza di cittadini e autotrasportatori. Il 22 novembre scorso, a causa di un crollo dovuto a delle infiltrazioni d'acqua, è stata chiusa la galleria "San Silvestro" al confine tra i Comuni di Francavilla al Mare e Pescara. Ormai da tempo, il CNA dell'Abruzzo e diversi parlamentari chiedono al ministrero dei Trasporti e ad Anas di cancellare o calmierare il pedaggio sulla tratta.

Il bluff della ferrovia Roma-Pescara, finanziata per soli 13 chilometri

Sul fronte Est-Ovest, sulla A24 e sulla A25 grava la grande quantità di pullman che collegano le maggiori città dell'Abruzzo alla Capitale mentre nei decenni si perde il discorso del raddoppio della ferrovia Roma - Pescara: un'opera che sembrava prossima ai tempi del secondo governo Conte, ma che si fermò come tante a causa del Covid. Marsilio, commentando lo stanziamento di 786 milioni da parte del governo Meloni ha parlato di "svolta epocale". In realtà la cifra copre poco meno di tredici chilometri, che andranno in gara entro la fine del 2024, ma l'assegnazione effettiva delle risorse si concretizzerà solo tra il 2026 e il 2027, con il fine lavori previsto per il 2030: un po' poco per parlare di "svolta epocale". 

Inoltre, come spiegava già nel 2020 Antonio Piccirilli su queste pagine, quando in un futuro lontano l'opera sarà completata, accorcerà i tempi di percorrenza effettivi tra le due città di appena quindici minuti. "Mi chiedo se i sette miliardi previsti per il raddoppio della ferrovia - spiega Graziano Di Costanzo, direttore della Cna Abruzzo, in corsa con il Partito Democratico alle regionali - non potessero essere investiti per la messa in sicurezza antisismica delle autostrade, che forse è più urgente". 

L'aeroporto senza aerei

Un'altra situazione emblematica è quella dell'aeroporto di Pescara. Dall'autunno scorso, causa mancati accordi con le compagnie, sono stati cancellati i voli che collegavano l'hub abruzzese a quelli di Milano e soprattutto a quello di Torino: da allora si registra un calo costante di passeggeri nell'ordine del 6 per cento al mese. Il collegamento col capoluogo piemontese era strategico soprattutto per la presenza dello stabilimento Stellantis di Atessa. Il presidente di Saga, la società che gestisce l'aeroporto, è Vittorio Catone, già presidente del consiglio comunale di Montesilvano e nipote dell'ex parlamentare Udc e Pdl Giampiero Catone.

Domenica 10 marzo gli abruzzesi torneranno alle urne, la premier Giorgia Meloni, ex ministra della Gioventù del quarto Governo Berlusconi - quello delle "new town" dell'Aquila - si sta spendendo in prima linea per trascinare il suo fedelissimo Marco Marsilio, che punta alla riconferma. Dall'altra parte il "campo largo" al completo sostiene l'ex rettore dell'Università di Teramo, Luciano D'Amico, uomo apprezzato in tutta la regione. Alla luce di quanto emerso in questo viaggio tra città in decomposizione, strade dissestate e ferrovie incompiute, in pochi vorrebbero trovarsi nei panni del vincitore.

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Today è in caricamento