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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Il caso kazako scuote il governo: si dimette Giuseppe Procaccini

La relazione del capo della Polizia Alessandro Pansa sul tavolo del ministro Alfano: lascia il capo gabinetto del Viminale. Continua la tensione all'interno del governo

ROMA - Salta la prima testa sul caso dell'espulsione della moglie e della bambina del dissidente kazako Ablyazov. Dopo le polemiche che hanno investito il ruolo da lui avuto nella gestione del caso, si è dimesso infatti Giuseppe Procaccini, il capo di gabinetto del Viminale che, secondo quanto emerso, il 28 maggio scorso avrebbe ricevuto l’ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e il suo primo consigliere. Al centro della riunione Ablyazov, dissidente kazako oppositore del regime. Alfano, intanto, ha annunciato che alle 18 riferirà in Senato sulla vicenda.

Procaccini, che ha presentato ieri sera una lettera al ministro in cui spiega i motivi per cui lascia l'incarico, è dunque il primo a fare un passo indietro in seguito alla vicenda, ma nonostante questo l'ex capo di gabinetto continua a difendere il vicepremier Alfano assicurando che il ministro "non sapeva" dell'accaduto.

Ora, però, dopo la relazione sul caso fatta dal capo della Polizia Alessandro Pansa, rischia il posto anche il capo della polizia pro tempore Alessandro Marangoni. E la mozione di sfiducia di M5S e Sel contro Alfano potrebbe mettere in difficoltà il governo.

TUTTI I PUNTI DA CHIARIRE SUL CASO

LA RICOSTRUZIONE - E' sulle prime pagine dei quotidiani da giorni il caso della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, rimpatriata lo scorso 31 maggio in Kazakistan insieme alla figlia di sei anni. Nella notte tra il 28 e il 29 maggio la casa romana della famiglia kazaka è immersa nel silenzio. Quando fanno irruzione i trenta agenti stanno cercando il dissidente Mukhtar Ablyazov. Ma Ablyazov non c’è. Ci sono però Alma, sua moglie, e la figlia Alua, 6 anni. Alma Shalabayeva, ha raccontato al "Financial Times": "Continuavano a gridarmi in italiano. Non capivo esattamente cosa dicessero. L’unica cosa che ho potuto distinguere fu puttana russa". Alma decise di mostrare il suo passaporto diplomatico rilasciato dalla Repubblica Centrafricana nell’aprile 2010. Viene portata via, prima in una stazione di polizia, poi al Cie. Il 31 maggio Alma viene portata a Ciampino, le fanno firmare dei documenti e, insieme alla figlia, viene condotta su un «lussuoso» jet privato ad Astana. Il dissidente Ablyazov, in esilio a Londra, teme ora per il destino della moglie (che rischia anni di prigione) e della figlia (che rischia di finire in un orfanotrofio). Nel suo paese l'atmosfera sembra davvero irrespirabile, dal punto di vista dei diritti umani e delle garanzie minime di libertà di espressione.  Nursultan Nazarbayev governa con pugno di ferro il paese sin dal dissolvimento dell'Unione Sovietica. La misura di rimpatrio per Alma Shalabayeva è stata revocata pochi giorni fa dal governo. Troppo tardi però. Al centro del dibattito c'è la ricostruzione del blitz fatta dalla Shalabayeva e raccolta dal Financial Times in cui si parla di intimidazione e minacce da parte della polizia italiana nei confronti della donna kazaka. Ricostruzione smentita dalla procura di Roma, ma che rischia di aggravare la posizione del governo italiano. Davvero il ministro Alfano non sapeva della ‘rendition’ che ha riportato in Kazakistan Alma Shalabayeva e sua figlia Alua? Le ricostruzioni di queste ore sembrano mettere in dubbio la tesi di un Alfano all’oscuro di tutto.

M5S E SEL VOGLIONO LE DIMISSIONI DI ALFANO

Il Fatto Quotidiano scrive: "Il ministro non sapeva ma il suo staff sì. Sapeva il capo di Gabinetto di Alfano, Giuseppe Procaccini, che viene contattato il 27 maggio dall’ambasciatore kazako Adrian Yelemessov dopo che questi ha inutilmente tentato di contattare Alfano in persona. Il dissidente Ablyazov sarebbe a Casal Palocco e i kazaki chiedono che sia arrestato in quanto pericoloso criminale". Anche il ministro degli Esteri Emma Bonino viene informata dell’accaduto dallo studio Olivo-Vassalli che difende la donna il giorno 31 e a sua volta informa Letta e Alfano. E’ la stessa Bonino a spiegare a Repubblica di avere raccontato della vicenda il 2 giugno alla parata per la festa della Repubblica: il ministro degli Esteri prende da parte il collega dell’Interno e il premier Letta che sembrano cadere dalle nuvole. Bonino descrive un Alfano ‘furibondo’: “Gli dissi di seguire il caso Kazakistan di persona”. "La competenza sulle espulsioni non e' nostra". Sull'espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov, la Farnesina si chiama fuori: non abbiamo "alcuna competenza in materia di espulsione di stranieri, ne' accesso ai dati "sui rifugiati politici in Paesi terzi. Il ministero deve solo ''verificare l'eventuale presenza nella lista di agenti diplomatici accreditati in Italia di nominativi che possano essere di volta in volta segnalati dalle autorita' di sicurezza italiane". Una precisazione che suona come un'ulteriore presa di distanza dall'operato del Viminale.

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