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Lunedì, 29 Aprile 2024
Verso le elezioni

I verdi denunciano la "mappa segreta delle centrali nucleari" svelando una lista di 12 anni fa

Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, ha denunciato i costi del programma di ritorno al nucleare caldeggiato dal centrodestra e da Azione.

Sono 14 i siti, da Nord a Sud, Sardegna e Sicilia comprese, dove l'Alleanza Verdi e Sinistra sostiene che "Calenda, Berlusconi, Salvini e Meloni con molta probabilità realizzeranno le loro centrali nucleari". "Una operazione verità contro la demagogia - l'ha definita Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde -. È qui che il centrodestra vuole mettere le centrali ma non ha il coraggio di dirlo".

Nella mappa, illustrata da Bonelli in una conferenza stampa, ci sono Trino Vercellese, Caorso, Monfalcone, Chioggia, Scarlino, San Benedetto del Tronto, Montalto di Castro, Borgo Sabotino, Garigliano, Termoli, Brindisi, Scansano Jonico, Palma di Montechiaro e Oristano. "Per noi di Europa Verde e Alleanza Verdi e Sinistra - ha chiarito Bonelli - non esiste nessun sito compatibile nel nostro paese a causa della densità della popolazione, della sismicità e della siccità che interessa il nostro paese. Tutta L'Italia è inidonea ad ospitare centrali nucleari".   

"Il piano delle 7 centrali nucleari da 40 GW di Calenda costa tra i 275 e i 400 miliardi di euro" rincara Bonelli. Il leader di Azione Italia Viva Calenda, e della destra Salvini, Berlusconi e Meloni hanno proposto nel loro programma elettorale il ritorno al nucleare - ha osservato Bonelli -. In particolare Calenda ha proposto la costruzione di 7 centrali nucleari da 40 GW totali. Calenda non ha detto due cose: quanto costa il programma nucleare da lui proposto e dove si costruiranno le centrali nucleari". "Come riportato da uno studio della danese Aarhus University sui rischi di progetto delle varie tecnologie per la produzione elettrica, il nucleare è un vero disastro in quanto a costi che lievitano e a ritardi - ha aggiunto -. Dei 180 impianti nucleari censiti dallo studio, per 117,6 GW di potenza, a fronte d'investimenti iniziali per 459 miliardi di dollari si sono avuti sforamenti per 231 miliardi e per 9 centrali su 10 si è speso più di quanto preventivato". "Per la centrale nucleare di Flamanville, in Francia, con reattore terza generazione plus da 1,6 Gw, in costruzione dal 2007 e i cui lavori non sono ancora terminati, i costi sono passati da 3,7 miliardi di euro a 19 miliardi di euro - ha continuato il co-portavoce di Ev -. Nella centrale nucleare di Olkiluoto 3 da 1,6 Gw, in Finlandia, il costo è passato da 3 miliardi di euro a 11 miliardi di euro che non tiene conto degli oneri finanziari. La società Areva è fallita a causa delle perdite economiche del cantiere di OL3 ed è stata riorganizzata con due nuove newco. A Hinkley Point, Inghilterra, sono in costruzione due reattori da 1,6 Gw l'uno, i lavori non sono terminati, ma i costi sono arrivati a 26 miliardi di sterline ovvero 30 miliardi di euro con un aumento del 50% rispetto alle previsioni". Secondo i dati di Bonelli, "il costo medio a consuntivo per 1 Gw di energia nucleare, prendendo a riferimento il costo più basso, è di 7 miliardi di euro. Pertanto il costo a consuntivo per il programma nucleare di Calenda di 40 Gw va da un minimo di 275 miliardi di euro a 400 miliardi. Chi pagherà? in Francia il nucleare è totalmente a carico dello Stato - ha ribadito -. EDF il colosso dell'energia francese che gestisce le centrali nucleari dopo una capitalizzazione in borsa pari a 3,1 miliardi di euro e la nazionalizzazione del restante 16% di azioni pari a 9 miliardi di euro, ha subito nel primo semestre 2022 una delle perdite più pesanti della sua storia, 5,3 miliardi di euro. In Francia su 58 reattori nucleari una buona parte sono ferme a causa della corrosione e della siccità (un reattore da 1 Gw necessità di 1.800.000 litri di acqua al minuto per il raffreddamento)".

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Proprio dalla disponibilità di acqua seguirebbe la localizzazione delle nuove possibili centrali nucleari. La mappa presentata oggii è stata ricavata sulla base del vecchio programma nucleare che i verdi denunciarono nel 2010 affermando che fosse il frutto di un accordo stipulato nel novembre 2009 scorso tra Enel e la sua omologa francese Edf. Come detto correva l'anno 2010 e ancora non era successa la tragedia di Fuskushima che spense la febbre da nucleare. All'epoca il Consiglio dei ministri aveva approvato un decreto legislativo che definiva i criteri per la scelta delle aree adatte alla localizzazione delle nuove centrali nucleari e l'allora ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola aveva promesso i primi cantieri per il 2013, con l’obiettivo di produrre energia elettrica dal 2020. Poi non se ne fece più nulla.

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