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Lunedì, 29 Aprile 2024
PRIMARIE PD

Primarie Pd: Renzi attacca sulle regole e passa alle vie legali

Il sindaco di Firenze contro il Pd: "Tuteleremo la privacy del corpo elettorale". Al centro della polemica, la 'schedatura' di chi parteciperà al primo turno come condizione per poter votare al secondo.

Dall’aereo che lo sta portando in Sardegna per il suo tour elettorale Matteo Renzi ha sganciato la bomba della giornata. Il sindaco di Firenze infatti si è scagliato a muso duro contro le regole delle primarie e, tramite il suo comitato, ha presentato un esposto all’Autorità garante dei dati personali.

Dieci pagine fitte in cui Marco Carrai, presidente del Comitato per la candidatura di Matteo Renzi, dà mandato a due avvocati di tutelare la privacy del corpo elettorale che prenderà parte alle prossime primarie. La logica è quella del diritto all’oblio per i nomi di coloro che si presenteranno alle urne. Tradotto politicamente, nessuno abbia paura di partecipare, compresi gli elettori del centro-destra (ex?), o per dirla alla Renzi i “delusi del berlusconismo”.

ESPOSTO – Secondo i renziani “l’aver votato” alle primarie del centro-sinistra non può, come riportato nelle motivazioni che accompagnano l’esposto, “essere reso pubblico né consultabile, se non da chi sia chiamato a verificare la regolarità del voto e dei risultati elettorali”. Questioni di tutela delle “libertà fondamentali”, continua lo scritto. Da qui l’affondo deciso: il pacchetto normativo impone per la partecipazione il “rilascio di un consenso alla diffusione o pubblicazione dei nomi”. Queste norme in sostanza andrebbero a “vanificare la stessa Carta costituzionale”.

LA 'TERZA VIA'. E nelle pagine è indicata anche una terza via: “Agli elettori dovrebbe essere comunque consentito di scegliere (con le note caselle “accetto” – “non accetto”) quali consensi rilasciare, e questo a maggior ragione rispetto a quei trattamenti (per noi comunque da evitare) che possano comportare anche la diffusione o la pubblicazione dei dati personali relativi alla partecipazione alle primarie”. Ma, aggiungono, “in nessuno caso la manifestazione di consenso dovrebbe essere prevista e richiesta come condizione per la partecipazione alle primarie e l’esercizio del diritto di voto”.

LA PROPOSTA. E dopo la possibile alternativa la proposta: per scongiurare “brogli” e “verificare chi abbia diritto di voto” sarebbe sufficiente “un archivio degli elettori”. Anche perché, sempre come riportato nelle motivazioni, la pratica così regolamentata potrebbe prendere le forme del “condizionamento e persino di controllo”.

L'ATTACCO. Parole durissime che si affiancano a due richieste decisive: l’iscrizione alle primarie anche per via telematica e il diritto di voto ai sedicenni. Insomma dopo il discorso di Torino (“Penso che Bersani abbia fatto un errore più per sé che per gli altri, perché ha dimostrato di fare regole basate sulla paura. E da Bersani non me lo aspettavo”), lo sfogo del coordinatore Da Empoli (regole “geneticamente modificate”), Renzi mostra i muscoli e imbocca la via legale.

PD – Reazioni dal Pd? I malumori del sindaco fanno sbottare gli umori dei fedelissimi di Bersani. Così da via del Nazzareno i democratici fanno sapere che solo l’appello di sostegno al centro sinistra, che dovrà essere sottoscritto per iscriversi al voto sarà pubblico, sarà pubblico. Tutt’altra cosa per quel che riguarda l’albo vero e proprio degli elettori, che sarà sottoposto alle norme sulla privacy.

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