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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica / Firenze

D'Alema incontra Renzi: "Un errore escluderlo dai Grandi elettori"

Continuano le polemiche in casa Pd sulla questione del Quirinale: dopo essere stato "fatto fuori da Roma" dall'elenco di chi voterà per il nuovo Capo dello Stato, il 'rottamatore' ha incassato il sostegno dell'ex premier

“E’ stata una lunga, cordiale e amichevole conversazione”. Sono state queste le prime parole pronunciate da Massimo D’Alema appena terminato il faccia a faccia a Firenze con Matteo Renzi. Un’oretta scarsa chiusi nell’ufficio del sindaco, a Palazzo Vecchio. Da soli, tanto per guardarsi bene negli occhi senza troppi ostacoli. Sì perché tra i due dire che non è mai corso buon sangue è un eufemismo al ribasso.

Per raccontare questo non rapporto e questa non amicizia vien più facile affidarsi ai detti popolari che segnano le differenze. Il diavolo e l’acqua santa, così per prenderne uno a caso. Molto di più che separati in casa: una vera e propria anomalia dentro e fuori le mura del Partito democratico. Da una parte l’apparato, dall’altra il giovane rampante che vorrebbe mandare il ‘vecchio’ “a fare il nonno ai giardinetti”, come ebbe a dire proprio D’Alema. Per questo l’ex segretario dei Ds, in clima rovente da primarie, mise le carte in tavola: “Se le primarie le vincerà Renzi sarà scontro, sarà scontro politico”.

ERRORE - Inconciliabili, inavvicinabili, nemici. Fino a questo pomeriggio, quando l’ex primo ministro ha varcato la soglia del Comune di Firenze. E se il tema è la mancata nomina di Renzi tra i grandi elettori della Toscana, D’Alema sgombera subito il campo: “Quel voto è stato un errore”. Chi ha sbagliato è il Pd anche se “non credo che ci sia stata nessuna telefonata”. Il ‘fattaccio’ è dipeso “da dinamiche locali”.

NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: CHI SONO I GRANDI ELETTORI

Non saranno diventati amici ma sicuramente il colloquio è di quelli che pesano. Di mezzo c’è la partita sul prossimo governo e andando ancora più a fondo gli equilibri interni del Pd. Renzi ha rotto gli indugi e ha chiesto di “far presto”: o governo di larghe intese o subito al voto. Gli ha fatto eco Franceschini e Rosy Bindi. E quest’oggi D’Alema si è visto con Renzi. Il quadro comincia ad essere chiaro: c’è Bersani, e la sua voglia di fare un governo senza l’appoggio di Berlusconi, e ci sono alcuni pesi massimi dei democratici, compreso Veltroni, che appaiono seccati della linea del segretario. Tra questi anche D’Alema che con l’incontro con il 'rottamatore', il giorno dopo la polemica Renzi - Bersani, sembra aver scaricato il segretario. L’alternativa, sponsorizzata da questa parte di apparato, parla di un ‘governissimo’ in salsa tedesca, di scopo. Per far questo tuttavia Bersani dovrebbe fare un passo indietro. E se Bersani “non vuol andare al mare”, c’è chi prova a isolarlo. Il deserto di casa è sempre quello che fa più male.

C’è questo ma c’è molto altro. In questo molto altro, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica comincia a prendere il tratto dell’assoluto. Girano diversi nomi, da Amato a Marini passando per Emma Bonino. E gira il nome di Massimo D’Alema, uno di quei nomi a sinistra che non dispiacerebbe al Pdl. Meno a Berlusconi, ma che tuttavia si accontenterebbe. Per questo un minuto dopo che si era sparsa la notizia dell’incontro si sono subito rincorse le voci. Una parlava di un D’Alema pronto a salire fino a Firenze, in casa del nemico storico, per trovare quell’appoggio ad un progetto ambizioso.

Frasi e mezze frasi che D’Alema non ha mancato di smentire: “Io non sono candidato a nulla, non ci sono candidati”. “E’ stato scelto un metodo – ha aggiunto – che è quello di un'ampia consultazione che è in corso condotta da Bersani per arrivare a un candidato o a una candidata di alto profilo che possa avere il più ampio consenso possibile”. Poi al termine della consultazione “chi sarà il candidato lo dirà Bersani”.

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