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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Schlein sfida i De Luca: è caos nel Pd

Il racconto della "faida" interna

Elly Schlein contro i De Luca. Non uno, ma due. Infatti, la segretaria sembra aver deciso di dichiarare guerra a Vincenzo De Luca, governatore della campagna, già inserito di diritto tra i “cacicchi” nel suo discorso di insediamento all’assemblea nazionale, e a suo figlio Piero appena rimosso da vicecapogruppo del Pd alla Camera dei deputati

Il Pd si divide quindi. “Dove è la novità?” potrebbe chiedersi qualcuno guardando ai 15 anni di vita del Partito Democratico. La novità è che per la prima volta da quando Elly Schlein ha vinto le primarie la frattura tra la segretaria e i suoi avversari emergono con forza e sotto la luce del sole.

Il “casus belli” che ha fatto emergere tutte le fratture interne al partito è stata proprio la sostituzione di Piero De Luca come vicecapogruppo del Pd alla Camera con Paolo Ciani, di Demos, eletto come indipendente nelle liste del Pd alle ultime elezioni politiche.

Ciani è da sempre legatissimo a Sant’Egidio, è un cattolico convinto, e ha una sua chiara posizione contro la guerra e – unico nel gruppo del Pd – ha votato contro l’invio degli aiuti militari a favore dell’Ucraina.

La scelta di Schlein appare quindi un doppio segnale: da una parte “promuove” un cattolico, rispondendo in questo modo a chi le aveva rimproverato di aver tenuto in scarsa considerazione questa componente nel partito, dall’altro sceglie proprio chi – in linea con le posizioni di Papa Francesco – ha sempre avuto una posizione contrario rispetto all’appoggio della resistenza ucraina nella guerra contro la Russia. Una scelta che ha creato diversi malumori nel gruppo parlamentare democratico.

A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato lo stesso Ciani che – poche ore dopo il nuovo incarico – parlando con Repubblica.it, ha precisato di non “essere del Partito Democratico” e di non aver intenzione di prenderne la tessera, per poi aggiungere che “dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni”. “Si può anche cambiare parere” ha aggiunto.

Una vera e propria bomba che deflagra tra i democratici, tanto che in molti - Filippo Sensi, Dario Parrini, Piero Fassino - si affrettano a rispondere a Ciani ribattendo che la linea del Pd sull’invio delle armi all’Ucraina non è in discussione. Pina Picierno vicepresidente del Parlamento Europeo su twitter scrive: “Paolo Ciani diventa vicecapogruppo del gruppo del Pd, dichiara di non volersi iscrivere al nostro partito ma di volerne cambiare la linea su Ucraina. Grande confusione sotto il cielo. Una cosa però mi pare importante ribadirla: il sostegno del Pd alla resistenza Ucraina non cambia e non cambierà”.

Un fuoco di fila che prima costringe Ciani a precisare che le sue parole “miravano a sottolineare” che le sue posizioni “non impegnano certo né il Gruppo né il partito”. Ma non solo. La grave gaffe del neo vicecapogruppo costringe anche Elly Schlein a intervenire per rassicurare chi ha visto nella scelta dell’esponente di Demos l’intenzione di cambiare linea sul sostegno all’Ucraina: “la linea del Pd è ben chiara” - precisa - “non c'è bisogno che aggiunga altro”.

Chiuso, forse, questo fronte, per la segretaria rimane aperto quello con la famiglia De Luca. Dopo aver in qualche modo sbarrato la strada alla candidatura per un terzo mandato del presidente della regione Campania Vincenzo, la rimozione di Piero De Luca da vicecapogruppo del Pd alla Camera ha reso ancor più aspra la polemica. De Luca padre ieri è intervenuto a gamba tesa su Facebook: “In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic”: ogni riferimento alla segretaria era evidentemente voluto.

Intanto mercoledì sera, approfittando della presenza di Stefano Bonaccini a Roma, si è tenuta una riunione di chi ha sostenuto il governatore dell’Emilia Romagna alle primarie. Tanti i presenti da Lorenzo Guerini a Debora Serracchiani, Simona Malpezzi, Graziano Delrio, Piero Fassino, Valeria Valente, Matteo Orfini, Enzo Amendola. Bonaccini – spiegano in molti – non ha nessuna intenzione di dichiarare guerra alla segretaria, anzi il suo atteggiamento è teso sempre alla massima collaborazione, ma non va nascosto che all’interno della “squadra” che lo ha sostenuto c’è chi ha posizioni ben più dure nei confronti dei modi di Elly Schlein.

Comunque, al termine della riunione si è deciso di strutturare l’area politica che fa riferimento al Presidente del Pd anche attraverso una due giorni che dovrebbe svolgersi a Roma nelle prossime settimane.

Quel che è certo è che per Elly Schlein – dopo appena tre mesi dalla vittoria delle primarie – la strada è già in salita. La riunione di segreteria e la direzione – in programma per lunedì – saranno due passaggi importanti per tracciare la via del nuovo Partito Democratico e provare a compattare il Partito in vista dei prossimi delicati passaggi. 

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