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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Berlusconi all'attacco: un videomessaggio prima della decadenza

In attesa della decisione della Giunta del Senato, il Cavaliere in onda su tutti i tg annuncerà la nascita di Forza Italia, attaccherà i giudici e riconfermerà (forse) il sostegno al governo Letta

ROMA - Tutto saltato a pochi minuti dal via. Silvio Berlusconi, alla fine, ha deciso di rimandare a domani, il vero giorno caldo, la trasmissione del suo videomessaggio. Ancora qualche ora di attesa, quindi, ma i contenuti saranno gli stessi: il Cav annuncerà la rifondazione di ’Forza Italia’, attaccherà la magistratura e riconfermerà - stando alle voci che circolano in ambienti del Pdl - il sostegno al governo Letta (dettando ai suoi ministri la linea, dura, da tenere sulle larghe intese).

Il Cavaliere ha inviato il video a tutti i tg delle principali emittenti televisive italiane (Rai, Mediaset, La7). La notizia, che ha trovato sempre più conferme negli ambienti del Pdl più vicini a Berlusconi e - in via informale - nelle redazioni dei telegiornali, aveva cominciato a diffondersi nella tarda mattinata di ieri sia al Senato che alla Camera, accompagnata anche da una precisa interpretazione che indica la volontà del Cavaliere di precedere con il suo gesto la riunione della giunta e di “oscurarla” mediaticamente con un’iniziativa contrapposta e positiva per la propria immagine. E' chiaro, comunque, come il rinvio renda sempre possibile la "mossa mediatica", dato che la trasmissione dovrebbe essere fissata per le 13 di domani. 

GIUNTA RIUNITA - Tutto questo mentre la Giunta per le elezioni e le immunità del Senato si è riunita questa mattina alle 9.30 per proseguire la discussione generale sulla possibile decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di parlamentare in seguito alla condanna per frode fiscale nel processo Mediaset. "Questa mattina - ha detto il presidente della Giunta, Dario Stefàno (Sel), rispondendo alle domande dei cronisti prima dell'inizio della riunione - con gli ultimi nove interventi concluderemo la discussione generale. Il calendario non si modifica, domani sera è previsto il voto".

Quanto all'ipotesi che Berlusconi rinunci spontaneamente al seggio, "io non posso - ha commentato Stefàno - farmi distrarre da notizie o indiscrezioni giornalistiche. Noi andiamo avanti nel merito per districare la matassa". Il capogruppo M5S in Giunta, Mario Giarrusso, è scettico: "Non so se Berlusconi sia capace di un gesto che sarebbe utile al Paese, questa tragica sceneggiata va avanti da troppo tempo. Per me dovrebbe andarsene in silenzio, come accade altrove". Per Stefania Pezzopane del Pd le dimissioni da senatore di Berlusconi "sarebbero una mossa giusta, avrebbe dovuto farla già all'indomani della sentenza come segno di responsabilità nei confronti del Paese, del Parlamento e delle leggi dello Stato". Vi toglierebbe dall'imbarazzo? "L'imbarazzo lo risolverebbe per se stesso - ha risposto ai giornalisti l'esponente democratica - sta facendo un braccio di ferro col Parlamento privo di senso".

Il voto sulla relazione di Andrea Augello (Pdl), che ha proposto la convalida del seggio di senatore per il leader del suo partito, ipotizzando che la Giunta chieda alla Corte costituzionale o alla Corte europea di Lussemburgo "lumi" sulla legge Severino, che determina la decadenza di Berlusconi, non concluderà la procedura. Di fronte alla prevista bocciatura della proposta di Augello (Pd-M5S-Sc, favorevoli alla decadenza, hanno 13 voti certi, maggioranza nell'organismo composto da 23 senatori), Stefàno dovrà individuare un nuovo relatore e convocare poi, a dieci giorni di distanza, la seduta pubblica di "contestazione" della carica parlamentare, nella quale Berlusconi in persona o i suoi legali potranno portare nuove ragioni contro la decadenza. Poi la Giunta si riunirà in camera di consiglio per deliberare e passerà la pratica al presidente del senato Pietro Grasso che dovrà calendarizzarla per l'aula. "Noi chiediamo la modifica del regolamento per escludere il voto segreto in aula - ha ribadito Giarrusso - se altri gruppi politici la condividono Grasso non potrà che prenderne atto".

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