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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Il magistrato in servizio che arringa i no vax sul palco

Angelo Giorgianni, in servizio presso la Corte d'appello di Messina, sabato ha aizzato la folla a Roma: "Serve una Norimberga contro chi governa"

Alla manifestazione contro green pass e obbligo vaccinale di sabato scorso a Roma c'era anche Angelo Giorgianni, magistrato in servizio presso la Corte d'appello di Messina, già parlamentare e sottosegretario al ministero dell'Interno nel primo governo Prodi (prima delle dimissioni rassegnate dopo diverse gaffe). Così ha arringato la folla dal palco della capitale: "Oggi il popolo italiano ha dato il preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere. Noi per loro vogliamo un processo, una nuova Norimberga".

Il Foglio ricorda che le sue tesi complottiste sulla pandemia e sulla "strage di Stato portata avanti a suon di vaccini", le aveva già esposte in un famigerato libro la cui prefazione era firmata dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. "Questa pandemia è uno strumento di ingegneria sociale che serve per realizzare un colpo di stato globale", scriveva Giorgianni nel libro scritto a quattro mani col medico Pasquale Bacco, dal titolo "Strage di Stato. Le verità nascoste del Covid-19".

Qui sotto, le immagini dell'intervento di Angelo Giorgianni postate su Twitter da Luciano Capone, giornalista de Il Foglio.


Il giudice Giorgianni: "Lascio la toga"

Giorgianni ha poi annunciato: "Se il fatto di indossare la toga mi deve limitare a esprimere la mia opinione sulla legittimità di atti o di provvedimenti, o peggio ancora di denunciare fatti penalmente rilevanti, anche se riguardano rappresentanti delle istituzioni, allora preferisco lasciare la toga". C'era anche lui sul palco alla manifestazione contro il green pass e ha attaccato il governo. Ma Giorgianni tiene subito a precisare che condanna "gli atti di violenza" contro la Cgil. "La manifestazione è una cosa - dice - quello che è successo fuori è diverso. In quella piazza c'erano mamme, bambini, lavoratori, ed era una piazza internazionale, senza simboli di partiti, e pacifica. Se poi, fuori da quella piazza, qualche delinquente ha commesso atti criminali, non c'entra niente con la manifestazione dei 'no green pass'. Quelle sono persone ciniche che con il loro comportamento hanno di fatto sporcato una manifestazione di piazza bellissima. Peccato, quegli atti criminali hanno oscurato la manifestazione, perché alla fine si è dato risalto agli atti di pochi delinquenti e non alla presenza di decine migliaia di persone oneste".

"Io trovo paradossale che un cittadino non possa esercitare un suo dovere - dice - se si ritiene che siano stati commessi dei reati da parte di chiunque, allora si agisca di conseguenza. Il mio datore di lavoro è lo Stato. Ma se il fatto di avere la toga mi limita di esprimere la mia opinione, allora è chiaro che la lascio. E lo farò". E aggiunge: "In ogni caso io non voglio determinare imbarazzi a nessuno. Ma non  voglio rinunciare al diritto di esprimere la mia opinione". Dunque, è già deciso: "Lascio la toga, ho fatto la mia comunicazione".
 

Fonte: Il Foglio →
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