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Domenica, 28 Aprile 2024

Il giornale dei vescovi sul processo Ruby: "La sentenza non doveva esserci"

E' di Avvenire il commento più duro nei confronti di Silvio Berlusconi sulla condanna a sette anni: "Una sentenza che non doveva esserci...per specchiato rigore di chi governava"

Il "gran problema" dell'Italia è che "la sentenza poteva essere sia meno aspra sia meno clamorosa. Anzi, non doveva esserci per niente. E non per impunità, ma per specchiato rigore. Quello a cui è tenuto chi rappresenta e governa un Paese".

Con queste parole scritte in un velenoso editoriale (contro tutto il sistema, accusa e difesa) il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, vince la gara al commento più duro sul caso Berlusconi-Ruby.

"La sentenza è sferzante - scrive Tarquinio - troppo se si considerano alcuni crimini repellenti sanzionati con meno severità proprio in questi giorni. E ciò alimenta polemiche e sospetti. Ma qualcuno davvero pensa che se gli anni di carcere per il Cavaliere fossero stati la metà il giudizio avrebbe fatto meno rumore?".

Le sentenze giudiziarie non dovrebbero mai diventare ostaggio degli occhi e delle passioni politiche di chi le accoglie e le valuta" spiega il direttore del quotidiano della Cei.

Eppure "in Italia, da molti anni, sembra diventato inutile sperarlo. Ma noi non ci arrendiamo. Perchè, nonostante storture e magagne, crediamo nella giustizia e vogliamo tornare a credere in una politica che, in molti modi, ci ha deluso e persino scandalizzato".

Alal fine, quindi, poco importa se la sentenza è da considerarsi giusta o ingiusta.

La sentenza non doveva esserci per niente. E non per impunità, ma per specchiato rigore. Quello a cui è tenuto chi rappresenta e governa un Paese.

Fonte: Avvenire →
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