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Venerdì, 26 Aprile 2024

Rohani: "L'Iran è pronto a una nuova era: ma non aboliremo la pena di morte"

Tanti temi trattati nell'intervista del Corriere della Sera al presidente iraniano: tra pochi giorni inizierà la sua storica visita in Europa

Un'intervista che segna un deciso cambio di passo nella politica estera iraniana. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera prima di intraprendere l'attesissimo viaggio in Europa (sabato farà tappa nel nostro Paese): "Sono felice che la mia prima visita all' estero dopo la firma dell' accordo nucleare sia in Italia perché è un Paese con il quale l'Iran ha da tempo ottime relazioni, sul piano economico, culturale e politico. Per un certo periodo l'Italia è stata anche il nostro primo partner commerciale. Sulle questioni internazionali e politiche, i leader italiani hanno sempre avuto un atteggiamento moderato nei nostri confronti. Nelle nuove condizioni, l' Italia può essere per noi uno dei partner più importanti. Consideriamo il vostro Paese un amico in Europa. Spero che il mio viaggio apra una nuova fase nei nostri rapporti" dice Rohani.

NUCLEARE - Nell'intervista, il presidente torna al tema del negoziato sul nucleare: "Ci siamo lasciati alle spalle una fase importante, la fase legale. Adesso cominceremo quella di applicazione dell' accordo. Non abbiamo ancora raggiunto il cosiddetto implementation day (il giorno in cui l' Iran avrà modificato il suo programma nucleare e l'Occidente inizierà a togliere le sanzioni, ndr ), quindi durante questo periodo l' Unione Europea, gli Stati Uniti e gli altri Paesi del 5+1 devono fare quello per cui si sono impegnati, in modo che, quando arriva quel giorno, tutte le sanzioni economiche, bancarie e finanziarie siano rimosse. L'Iran rispetterà i suoi obblighi, simultaneamente alle azioni dell' altro campo. Stiamo entrambi lavorando. Penso che entro fine anno arriveremo all' implementation day . Stiamo aspettando il rapporto dell' Aiea sulle questioni ancora aperte, nel frattempo andremo avanti con la riconversione del reattore di Arak. Tutto il popolo iraniano guarda con speranza al giorno in cui le sanzioni saranno abolite".

RAPPORTO IRAN USA - E se il Congresso Usa imponesse nuove sanzioni? "L'impegno è questo: non saranno imposte nuove sanzioni dai 5+1 e noi dobbiamo rispettare gli accordi. Ma se gli Usa o altri Paesi non rispettano gli impegni presi, non ci sentiremo costretti a farlo neanche noi". In che modo l' accordo nucleare cambierà le relazioni tra l'Iran e gli Stati Uniti? Nelle manifestazioni si continua a gridare «Morte all' America» e la Guida suprema, l'ayatollah Khamenei, chiama ancora gli Usa «il Grande Satana». Lei considera l'America il Grande Satana? "L' accordo nucleare è una cosa, i nostri rapporti con gli Stati Uniti un' altra. I problemi che abbiamo con loro sono di lunga data e cominciano con la vittoria della Rivoluzione islamica. I punti di frizione permangono: gli americani non rimuoveranno tutte le sanzioni, ma solo quelle collegate al programma nucleare. Quindi, il rapporto tra Iran e Stati Uniti è un' altra storia. Ma il modo in cui applicheremo l' accordo può avere un impatto sul futuro. Se applicato bene, getterà le basi per minori tensioni con gli Usa, creando le condizioni per aprire una nuova era. Ma se gli americani non rispettano la loro parte dell' intesa nucleare, allora sicuramente il nostro rapporto con loro resterà come in passato".

SIRIA - Altro tema chiave dell'intervista, la crisi siriana. Per la prima volta l'Iran è stato invitato a unirsi agli sforzi diplomatici per risolvere la crisi in Siria insieme a Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e altri Paesi. Qual è per l' Iran una soluzione possibile, efficace e accettabile? "Per la prima volta i grandi Paesi e quelli della mia regione sono allo stesso tavolo, e questo è in sé un risultato importante. Anche se Stati Uniti, Russia, Iran, Turchia e Arabia Saudita hanno opinioni diverse, è un segnale che nelle crisi regionali si possono cercare soluzioni insieme. Quello siriano è un problema assai complesso, non possiamo aspettarci che sia risolto in una sola tornata di negoziati, ma esiste una nuova opportunità. Crediamo che il problema siriano non abbia una soluzione militare, ma ci sarà una soluzione politica. È un piccolo passo che ci offre una speranza".

ASSAD - L'Iran accetterebbe un compromesso che preveda l'uscita di scena di Assad? "Per noi in Siria l' importante è la lotta al terrorismo. Tutti i Paesi stanno combattendo contro l' Isis. Il ritorno della pace e della stabilità dovrebbe essere la priorità numero uno, in modo che i siriani possano ritornare alle proprie case e la Siria sia un Paese sicuro. Le altre questioni sono secondarie. Qualunque decisione sul governo e sul futuro della Siria, spetta al popolo siriano. Altri Paesi e forze non dovrebbero interferire ma preparare la strada a libere elezioni. Chiunque venga eletto noi lo rispetteremo".

RUSSIA - Oggi Russia e Iran sono unite nella lotta all'Isis e nell'appoggio ad Assad. È un' alleanza di necessità o una partnership strategica? "È una partnership importante. Tra Iran, Russia, Iraq e Siria è stato raggiunto un accordo per collaborare nella lotta all'Isis. La Russia è concentrata più sulle operazioni in Siria, forse in futuro amplierà il suo raggio d' azione all' Iraq, ma io penso che sia importante che tutti i Paesi del mondo si concentrino nella lotta al terrorismo. L' Isis è una minaccia per l'intera regione e anche per altri, inclusa l' Unione Europea. La regione è in subbuglio. Noi siamo stati tra i primi ad appoggiare l' esercito iracheno contro l' Isis e se non l' avessimo fatto, forse Baghdad sarebbe già caduta".

PENA DI MORTE - L' Iran ha il numero pro capite di esecuzioni capitali più alto al mondo, incluse quelle pubbliche. Lei crede che la pena di morte sia un modo efficace per combattere il crimine? "La punizione dovrebbe servire da deterrente. Si può discutere sull' efficacia o meno delle esecuzioni, come pure degli arresti e perfino delle multe. Ma in ogni Paese il codice penale ha a che fare con regolamenti interni, in molti Paesi c' è la pena di morte, in altri no. In Iran la maggior parte delle esecuzioni ha a che fare con crimini legati al traffico di droga, abbiamo un confine lungo e poroso con il nostro vicino afghano. Se abolissimo la pena di morte renderemmo loro più facile portare la droga fin nei Paesi europei e questo sarebbe grave per voi".

ISRAELE - «Morte a Israele» è ancora un grido popolare nelle preghiere del venerdì. Non sarebbe ora di farla finita con simili slogan?

"Rispettiamo tutte le religioni monoteiste, comprese quella ebraica e cristiana. Nel nostro libro sacro si parla molto di Mosè, che è il profeta degli ebrei, e il Corano loda Mosè, che sia benedetto. Il popolo ebraico ha sempre vissuto e vive in Iran pacificamente. Gli ebrei hanno i propri rappresentanti nel Parlamento iraniano, possono praticare la loro religione liberalmente. Ma questo è diverso dalle politiche del sionismo, che è cosa diversa dall' ebraismo.

Fonte: Corriere della Sera →
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