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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il delitto / Regno Unito

Il 15enne che ha accoltellato 70 volte un amico e ha provato a decapitarlo

Svelata l'identità dell'assassino che ha ucciso un 13enne attirandolo in un bosco

Ha attirato il suo amico nei boschi e poi lo ha barbaramente ucciso tentando di decapitarlo. È accaduto nel dicembre scorso a Boston, ma oggi quell’agghiacciante storia è tornata alla ribalta delle cronache perché il giudice ha revocato l’ordine che proteggeva l’identità dell’omicida a causa della sua minore età. È stato Marcel Grzeszcz, 15 anni, ad aver accoltellato Roberts Buncis più di 70 volte. Lo ha fatto al largo di Alcorn Green a Fishtoft, solo due giorni prima del 13esimo compleanno della vittima. Al giudice ha raccontato che era stato Robert a portare il coltello con sé e che quando ha tentato di pugnalarlo ha perso il controllo. La giuria non gli ha creduto ed è stato condannato a 17 anni di carcere. 

Secondo le ricostruzioni degli investigatori Marcel avrebbe convinto Roberts a incontrarsi nel bosco offrendogli 50 sterline per vendere cannabis. Il giovane ha raccontato a più riprese di aver agito per legittima difesa e in preda quasi a un raptus quando ha visto il coltello nelle mani del 12enne. Il procuratore Mary Loram QC ha sostenuto dinanzi alla corte che non c'erano prove che Roberts fosse armato e che anzi l'attacco sferrato al corpo del povero ragazzo mostrava un "livello significativo di premeditazione e pianificazione". Troppo elevato il numero delle ferite al collo, al torace e all'addome e come se non bastasse al povero Robert sarebbe stata inflitta una sofferenza atroce anche successivamente, com’è testimoniato dalle ferite riscontrate.

Marcel avrebbe infatti provato anche a decapitarlo, come ha confermato il procuratore durante il processo dichiarando che l'imputato aveva fatto "uno sforzo determinato per rimuovere la testa prima di lasciare il suo corpo". Marcel non ha mostrato segni di pentimento, questo è stato un altro fattore a sua discolpa che ha smontato la sua tesi della legittima difesa. Anzi, dopo l’omicidio avrebbe cercato di nascondere il crimine, ben consapevole della gravità di quello che aveva fatto, e anche di occultare le prove bruciando i suoi vestiti e inviando messaggi in cui affermava di non aver mai incontrato il suo amico la notte in cui è stato ucciso.

Per la corte sono tutti fattori che indicano come la morte di Robert è stata "più di un semplice accoltellamento”, ma un atto di una gravità inaudita e soprattutto con profili di premeditazione. Toccante è stato in Aula il momento in cui ha chiesto di poter parlare il padre della vittima. Originario della Lettonia, Robert è stato allevato dal padre single Edgars Buncis, che lo ha portato nel Regno Unito per dargli una vita migliore. In Aula il padre ha affermato di sentirsi vuoto: "Questo è tutto sbagliato. Nessun padre dovrebbe dover seppellire suo figlio. Non c’è alcuna ragione per quello che è capitato. Ho perso la mia destinazione e il mio scopo. La mia vita è in un cimitero".

Fonte: Mirror →
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