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Venerdì, 26 Aprile 2024
Scuola

Docenti, genitori e studenti in piazza contro la bozza del Piano Scuola del ministro Azzolina

La mobilitazione organizzata dal comitato "Priorità nazionale", con altre 48 organizzazioni, nel giorno in cui la ministra presenta alla Conferenza Stato-Regioni le linee guida per il rientro a scuola a settembre

Genitori, docenti, precari, Aec, studenti e bambini del comitato Priorità alla Scuola e oltre 48 organizzazioni a carattere nazionale si danno appuntamento in piazza oggi a Roma e in altre 60 città italiane per protestare contro la bozza delle linee guida del Piano Scuola 2020-2021 diffuse nelle scorse ore dalla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. La protesta proprio nel giorno in cui Azzolina presenterà le linee guida per il rientro a scuola a settembre alla Conferenza unificata Stato – Regioni.

A Roma l'appuntamento è alle 18 in piazza San Silvestro. "Manifestiamo in una zona centrale di Roma, accanto al Parlamento affinché la nostra voce arrivi non soltanto alla ministra dell'Istruzione Azzolina, ma allo stesso Premier Conte, al quale chiediamo un maggior impegno economico, risorse straordinarie per la scuola", spiega Cristina Tagliabue referente del comitato Priorità alla Scuola Roma che organizza la protesta.  "Ci auguriamo – prosegue - che il nostro racconto e le nostre richieste, che nascono da tantissime realtà romane e nazionali, siano non solo prese in considerazione, ma ascoltate e accolte, soprattutto dopo aver appreso le linee guida appena divulgate”.

In piazza molteplici realtà. Obiettivo: la difesa della scuola pubblica e del diritto all'istruzione per ribadire che la scuola è un presidio democratico fondamentale e che sulla scuola bisogna investire in organici e in edilizia, per la sicurezza e la presenza.

"Stiamo creando una piazza a forma di una Scuola che non c’è più, e di come la vorremmo rivedere fatta di narrazioni e commistioni, in cui il mondo dell'istruzione italiana sarà rappresentato nel suo presente, nel suo passato e nel suo futuro, da bimbi, genitori, studenti e insegnanti. Racconteremo con parole nostre quello che ci aspettiamo, adesso, dal Governo perché senza investire nell'istruzione, non ci sarà futuro per le nuove generazioni", conclude Tagliabue.

"Le nostre manifestazioni del 25 giugno diventano sempre più PER la riapertura della scuola e CONTRO le linee guida", scrivono su Facebook dal comitato.

Il ministero dice che rispetterà le 'indicazioni finalizzate alla prevenzione del contagio contenute nel Documento tecnico, elaborato dal Comitato tecnico scientifico (CTS) istituito presso il Dipartimento della Protezione civile'.

E ripropone tutto quello contro cui lottiamo da fine aprile:
- turni per tutti;
- didattica ibrida (DAD e presenza) per tutti gli studenti delle superiori;
- esternalizzazioni (tutto lavoro precario) per completare il tempo scuola, sdoganato definitivamente il ruolo dei privati nelle scuole
- classi spezzettate in gruppi, pomposamente chiamati “gruppi di apprendimento”;
- “moduli” di alunni, composti non si sa come “dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso” (sarà mica che ci ritroviamo con quelle che una volta si chiamavano con la infelice espressione di “classi differenziali”, o peggio ancora?);
- insegnamenti “trasversali” per accorpare materie e risparmiare un po’ di ore di scuola;
- a scuola il sabato, ma per completare quale orario? Non si sa.

Il documento si distingue per la prosa ministerialese e scuolese, e inventa il gioco perfetto che permette di non finanziare decentemente la scuola pubblica.  Né una persona né un soldo in più, ogni scuola faccia da sé, con i mezzi propri e quel che offrono i territori e gli Enti locali.

In nome dell’autonomia scolastica, che viene comoda quando il governo non si vuole assumere responsabilità, viene delegato totalmente alle singole scuole come “riaprire le scuole a settembre”.

Queste alcune delle richieste avanzate dal comitato: risorse straordinarie; personale docente e Ata adeguato alle esigenze della scuola; assunzione dei docenti precari dalle graduatorie provinciali; maggiore numero di spazi per tutte le scuole di ogni ordine e grado; investimenti strutturali per l’edilizia scolastica; prevenzione sanitaria nelle scuole; esternalizzazione di servizi educativi per completare il tempo scuola che causerebbe un aumento del lavoro precario; riduzione delle ore didattiche da 60 a 40 minuti; Didattica A Distanza come parte strutturale dell’orario scolastico. Il Comitato respinge inoltre tutti i tentativi di smantellamento della Scuola Pubblica, e rifiuta ogni ipotesi di riduzione del tempo scuola.

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