Cos'è questa polemica che sta travolgendo i Golden Globes
La spiegazione
Da un paio di giorni negli USA sta montando una polemica sempre più ampia che riguarda i Golden Globes, i premi che ogni anno vengono assegnati ai migliori film e alle migliori serie tv. O meglio, la polemica riguarda la Hollywood Foreign Press Association, l'associazione della stampa straniera di Hollywood, l'organizzazione composta da circa 90 giornalisti internazionali che assegna i riconoscimenti.
Il penultimo episodio (l'ultimo lo vedremo più avanti) riguarda la decisione di Tom Cruise, che non ha certo bisogno di presentazioni, di restituire i Golden Globes vinti per i film Nato il 4 luglio, Jerry Maguire e Magnolia (i primi due come attore protagonista, l'ultimo come attore non protagonista), ma in un certo senso si può dire che la prima grande star a prendere una ferma posizione di condanna verso l'HFPA è stata Scarlett Johansson.
Tra un caso e l'altro, nel giro di pochi giorni, ci sono state molteplici adesioni alla proteta da parte di attori, emittenti, produttori, e anche Netflix e Amazon. Ma che cosa è successo per scatenare questa bufera? Rivediamo la storia dall'inizio.
La polemica che sta travolgendo i Golden Globes
In realtà, non è stata neanche Johansson la prima persona del mondo del cinema a prendere una netta posizione di condanna nei confronti dell'associazione che assegna i Globes. Le prime avvisaglie della bufera risalgono infatti a marzo, quando sull'HFPA sono piovute le prime critiche: nello specifico, l'associazione è accusata di essere poco inclusiva e rispettosa nei confronti delle donne e delle persone di colore. Per intenderci, è stato fatto notare dal Los Angeles Times che dei circa 90 membri dell'HFPA, non c'è neanche una persona di colore, e sono molto poche anche le donne.
All'inizio della polemica, il board dell'HFPA pensava di chiudere il caso - diversi sponsor avevano minacciato di non pubblicizzare più i Globes - impegnandosi ad avere nella giuria almeno il 13% di persone di colore: una percentuale molto bassa, che infatti anziché "sopire, troncare" (cit.) ha avuto l'effetto di far aumentare le polemiche.
Sui social ha infatti preso piede una protesta con l'hashtag #timesup (Time's Up, il tempo è finito, il nome di una fondazione che si batte per la parità di diritti), a indicare che non si può più aspettare per avere giustizia e per rivendicare il rispetto di tutti.
Così, nel corso delle settimane, sono arrivate sempre più prese di distanza, con Netflix che ha sospeso qualunque collaborazione con HFPA (seguita a ruota da Amazon), mentre l'ex presidente dell'associazione di giornalisti, Phil Berk, è stato accusato di razzismo persino dalla stessa HFPA, oltre che da NBC, l'emittente televisiva che tramette(va) la cerimonia di premiazione.
E siamo quindi arrivati alle prese di posizione da parte degli attori: tra i big, Mark Ruffalo è stato il primo a criticare, dicendosi imbarazzato di aver vinto recentemente un premio (per I know this much is true) da un ente che "resiste al cambiamento che viene chiesto dalle categorie più colpite da emarginazione e discriminazione", chiedendo quindi di "raddrizzare i torti del passato".
Subito si è schierata anche Scarlett Johannson, che ha dichiarato: "Quando promuovi un film, è normale partecipare anche alle conferenze delle cerimonie di premiazione. Ma da parte di alcuni membri dell'HFPA ho sempre ricevuto domande imbarazzanti, al limite con la molestia sessuale, ed è per questo che ormai da anni mi rifiuto di partecipare alle loro conferenze".
La bomba è quindi deflagrata negli ultimi giorni, e così anche Tom Cruise si è schierato contro l'HFPA, dichiarando di voler restituire i suoi tre Golden Globes.
Infine, l'ultimo caso riguarda la NBC, che ha affermato di non voler più trasmettere la premiazione dei Golden Globes, finché l'HFPA non adotterà criteri più inclusivi e rispettosi di tutti nella sua composizione. La tegola del boicottaggio della NBC è chiaramente un brutto colpo sulla testa dell'associazione dei giornalisti che assegnano i Globes, che infatti si sono affrettati ad assicurare profondi cambiamenti, presentando un piano di lavoro per i prossimi mesi, in modo da attuare le trasformazioni necessarie.
Solo nelle prossime settimane vedremo se i cambiamenti promessi da HFPA saranno davvero attuati, e se saranno giudicati soddisfacenti da attori, emittenti, produttori e dai maggiori player di un'industria, quella cinematografica-televisiva, che si conferma all'avanguardia nel sostenere l'equità dei diritti di ogni persona.