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Domenica, 28 Aprile 2024
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Perché non riuscite a staccare gli occhi dai profili di Chiara Ferragni e Fedez

Oltre 40 milioni di spettatori seguono la "sit-com" perfetta per l'uomo del 21esimo secolo, ovvero quello con bassissima soglia dell'attenzione. E il bombardamento è su tutti i media: dalla tv ai social alla radio, scappare è impossibile. Tra invidia sociale che diventa "ispirazionale" e (galvanizzanti) attivismi, ecco come la coppia conquista bambini, genitori, gen z e millennials

Tranquilli, non diremo a nessuno che avete cliccato. Perché si sa: seguire i Ferragnez sui social è paragonabile un po' al guilty pleasure che fu negli Anni '90, ovvero quello di guardare la tv commerciale nell'intimità del salotto di casa per poi negarlo in pubblico. Eppure, anche se sappiamo che non ammettereste mai di aver premuto all'infinito "prossima Instagram Story" sugli occhi blu cobalto della piccola Vittoria, abbiamo organizzato per voi (e per noi) questo gruppo di psicoterapia virtuale, allo scopo di indagare l'origine del loop in cui siamo inconsapevolmente ed algoritmicamente precipitati. Un loop che ci rende, giorno dopo giorno, spettatori di quella che è una vera e propria "sit-com", la "sit-com" perfetta per l'uomo del 21esimo secolo, ovvero l'uomo con bassissima soglia dell'attenzione. Tra algoritmi, sceneggiature ben adattate al teatro dei social media e galvanizzanti attivismi. Del resto, se credete che è perfettamente reale ciò che viene mostrato dalla coppia di influencer, non vi scandalizzerà certo una psicanalisi via etere.

Anzitutto, tre premesse. La prima è che, se non c'è riuscita Harvard a spiegare esaustivamente il fenomeno Chiara Ferragni, difficilmente può riuscirci davvero qualcun altro, perché nei social network c'è sempre un margine di mistero nel successo dei personaggi (lo raccontano, tra gli altri, gli oltre 213mila risultati su Google che hanno provato a decifrare il "trucco" dell'imprenditrice digitale e che hanno ipotizzano, nell'ordine: "lo stile", "il fiuto per gli affari", "l'autoironia" e, chiusura in grande stile, appunto, "lo psicologo"). E dunque ogni tentativo è un umile divertissement. La seconda, quella tipica di ogni psicoterapia, è che non siete soli, anzi il lettino è affollatissimo: sono oltre 40 milioni le persone che seguono i Ferragnez su Instagram, 10 milioni su TikTok; e sono trasversali: dai bambini ai genitori, dalla generazione z ai millennials fino alle signore di mezza età che incontrano la coppia a Portofino anelando selfie e che verranno ulteriormente fagocitate dal fenomeno ora che Ferragni approderà nel Sanremo della vecchia Rai 1.

La terza, infine, è che qui non si parlerà, come si è sempre parlato, del "C'era una volta" che è già leggenda, quello della studentessa di Cremona lanciata nell'universomondo Internet grazie all'intuito combinato suo e dell'ex fidanzatino Riccardo Pozzoli (primo socio, poi silurato), qui si guarda al "qui ed ora" come in ogni psicoterapia Gestalt che si rispetti: qui si ragiona sulle "esche" con cui veniamo bonariamente obnubilati, o "triggerati" in gergo, ogni giorno dall'essere mitologico a due teste che sono i Ferragnez. Obnubilati al punto da ritrovarci a guardare estasiati la piccola Vittoria che muove i suoi primi passi sui social: indosso ha un abitino di Chiara Ferragni Brand ed in sottofondo c'è l'ultima hit La Dolce Vita del papà. E così intanto il nostro inconscio assimila e si prefigura il carrello di Amazon o lo stream su Spotify, nei casi più riusciti.

Come l'invidia sociale diventa ispirazione

Per prima cosa - proprio come avviene al punto di partenza di qualsiasi percorso - tocca dunque porsi una domanda, ovvero chiedersi come mai Ferragni e Fedez sono così adorati nonostante si candidino ad essere il bersaglio mobile perfetto della comunissima, banalissima invidia sociale. La risposta che troviamo, tra le tante, sta in quel perfetto mix comunicativo che è la combo tra il "lifestyle dorato" (personalmente, prima di Ferragni, potevo solo immaginare, anzi forse neanche quello, l'esistenza di certe spa 5 stelle lusso in alta montagna) e la "medietà" del racconto di una famiglia qualsiasi. Ovvero l'accessibilità. Una miscela che rende infatti, subliminalmente, la narrazione abbordabile per tutti, ma ispirazionale al tempo stesso. E qui serve un alert: l'aggettivo "ispirazionale" è il ribaltamento positivo di "invidiato" ed è proprio il concetto su cui Ferragni ha impostato l'intera comunicazione. Per dirla con le parole di Chiara, insomma: "La gente ama sognare attraverso di me". Si chiama immedesimazione, si chiama illusione forse.

La sit-com perfetta per l'uomo moderno e la sua bassa soglia dell'attenzione

Ed eccoci allora, a colpi di Instagram stories da 15 secondi, ad assistere ad una intera stagione di quella che è la sit-com 2.0 perfetta per l'uomo del 21esimo secolo, ovvero quello che ha la soglia dell'attenzione pari a zero. Laddove "sit-com" è un termine che utilizziamo con convinzione. Sì perché c'è stato chi ha detto che quello dei Ferragni è un Truman Show, dimenticando però che qui Truman siamo noi, in quanto attori non protagonisti di una trama in cui, ormai per osmosi, commentiamo, interagiamo e, soprattutto, stipendiamo i personaggi principali, i quali invece sono ben consapevoli delle fila della sceneggiatura. Poi c'è stato chi ne ha parlato come di un reality show vissuto in social-visione h24, non considerando però che un reality contempla il "bello della diretta" che invece non compete in modo alcuno ad Instagram, dove ogni contenuto passa attraverso una post-produzione.

Dunque parliamo di una sit-com, una sit-com in cui la vita reale e l'hype sono magistralmente mixati. Ed in cui, teniamo a sottolineare, non c'è niente di male a beneficiare di un canovaccio: quando si vive d'immagine, la condotta deve essere impeccabile. Lo sa bene Fedez, che ha ammesso di essersi commosso nel comporre il verso "come campano i piccioni in Duomo, hanno cibo in cambio di una foto, ma che male c'è? È capitato anche a me", (Meglio del cinema, 2021, brano dedicato proprio alla moglie Chiara). 

Nella fattispecie però, la potenza dei Ferragni è inedita rispetto alle altre celebrità, a tutte forse, perché è trasversale su più media, su tutti forse: sono sui social, sono in tv, sono in radio, sono su Twitch; e, soprattutto, riescono magicamente nella missione di non essere "sovraesposti" bensì di diventare "abitudine". 

La pace a puntate con J Ax

Un esempio recente della sit-com? La pace "a puntate" con J Ax. La riconciliazione tra Fedez e il collega è avvenuta infatti in tre fasi, tre fasi interconnesse tra loro. La prima, settimane addietro, quando i due hanno lasciato intendere la riappacificazione taggandosi su Instagram dopo anni di silenzio, ovvero creando suspense; la seconda, a maggio, con l'annuncio ufficiale di un progetto comune "che domani vi racconteremo", ovvero ancora suspense (ed oltre 2 milioni di like); la terza, infine e finalmente, la conferenza stampa del concerto Love Mi. Una costruzione strutturale, appunto, in cui professionale e privato si mixano inscindibilmente nella promozione del tutto. Insomma: dalla sceneggiatura, i due, insieme con i rispettivi co protagonisti, non escono mai. Lo racconta, in fondo, anche quel "Devi sollevarmi il velo ed intanto devi dirmi che sono bellissima, o una cosa simile che faccia già commuovere tutti quanti", detto da Chiara a Fedez durante le prove del matrimonio (The Ferragnez, 2021, docufilm su Prime Video).

Tutto, dicevamo, è leggero sul profilo dei Ferragnez, tutto è piacevole, tutto è confortevole. Niente è respingente. E molto è "situation comedy". Dagli sketch di Fedez con moglie e prole, che sono in assoluto tra i contenuti più apprezzati dagli utenti con milione di views ciascuno, al viso di Chiara, che usa sempre la stessa espressione nelle foto: un sorriso appena accennato sul viso pulito, la pelle liscissima, i lineamenti perfetti. Un'armonia persino cromatica a cui sembra aver collaborato lo stesso creatore quando ha diffuso ai pargoli un patrimonio genetico tradizionalmente angelico: entrambi sono nati biondi con gli occhi azzurri. Tutto insomma è leggero. Anche il dolore. 

Se anche il dolore è "positivizzato"

Sì perché il dolore viene sempre "edulcorato" ed "ammorbidito". Come? E' posticipato e positivizzato. Posticipato rispetto al momento in cui avviene (com'è giusto che sia, com'è giusta la privacy). E positivizzato poiché reso ispirazionale, ovvero motivo per migliorarsi, ancora una volta. Solo nell'intervista con Peter Gomez, fatta alla fine del 2019, ovvero un anno e alcuni mesi dopo la nascita di Leone, abbiamo saputo che Fedez ha vissuto una crisi personale durante la gravidanza. Solo oggi sappiamo che nel 2015, mentre sfilava al Met Gala, tra le poche italiane di sempre, Chiara stava vivendo in realtà "uno dei periodi più deprimenti della sua vita".

Insomma: "È importante non ritrarre sempre una vita felice e perfetta", ha detto Ferragni. Che però, al contrario, sperava di "riuscire a piangere in modo carino" in occasione del matrimonio.  

Sempre in bilico in questo intreccio tra vita privata e professionale, intreccio in cui il privato funziona chiaramente di più, i profili di Fedez e Chiara tengono così incollato il pubblico. Se, infatti, i ritratti familiari sono merce pregiata capace di ottenere un milione di like, mentre una sponsorizzata di Lancome si ferma a racimolarne solo 80mila, ecco allora che i profili si popolano di momenti in famiglia, a discapito di post promozionali. E l'engagement, che nel gergo di Internet indica il coinvolgimento nei follower, ringrazia. Uno schema ovviamente confermato anche da Google: i momenti in cui i nomi di Fedez e Chiara sono stati più "cercati" negli anni coincidono esattamente col matrimonio e la nascita dei bambini; nel caso di Fedez, anche con le battaglie sociali, come la polemica con la Rai e quella con Pillon, ndr. Niente di nuovo, per chi scrive e per chi legge: basta notare quanti like in più riceviamo postando un nostro selfie, piuttosto che un paesaggio romantico sì ma molto meno pruriginoso.

E così i 41 milioni follower aumentano a frotte. Costantemente. Irrefrenabilmente dal 2018 ad oggi. Anche a colpi di 12mila fan al giorno per Chiara, 7mila per Federico. 

La trasversalità del pubblico: bambini, genitori, millennials, gen z. Tutti allo specchio

Ma, andando a scavare, chi sono costoro? Chi sono i pazienti sul lettino di cui sopra?

Oltre al grande appeal riscontrato sui bambini (le chiavi di ricerca più associate al nome di Chiara, su Google, sono "linea quaderni" e "uovo di Pasqua", ndr), l'età sembra trasversale, ed anche in questo caso Fedez e Ferragni sembrano fare davvero la differenza rispetto alla massa di influencer: nati infatti entrambi come beniamini per Millennials, sono tra i pochi, forse gli unici, a guardare con attenzione alla generazione z. E a conquistarla. Nati, insomma, nell'epoca dell'affannoso "iper egocentrismo" dei ragazzi di fine Anni 80, ovvero quelli cresciuti nella ricerca del successo ad ogni costo (scriveva il Guardian tempo fa: "Chiara Ferragni mostra tutti i tratti che i millennial dovrebbero avere. Lei è, e non intendiamo questo in senso dispregiativo, completamente egocentrica e a suo agio online"), hanno saputo aprirsi al nuovo pedigree della gen z, ovvero quella che più di altre ha messo sul piatto l'altruismo e i temi etici (almeno di facciata, ndr).

Svariati i ganci con cui i Ferragni si avvicinano ai ragazzi. Un esempio è l'ultimo video di Fedez, un video in cui c'è Alessia Lanza. Nome che, se avete più di venti anni, vi avrà fatto risuonare in testa un sonoro "chiiiii?" e che invece su TikTok conta oltre 3 milioni di follower (no, non mettetevi a cercarla, è inutile: non ne capireste mai il talento, le potenzialità, i meriti). Ai più giovani guardano inoltre i look di Chiara, che trova più emulazione tra le ragazzine che tra le coetanee. Ed è un prologo del futuro anche, e soprattutto, l'informalità della comunicazione impostata dalla coppia, molto simile appunto a quel TikTok ancora poco diffuso tra gli adulti ma verso cui ci stiamo progressivamente avvicinando: TikTok, che è il regno del divertimento, delle sbavature, dell'autoironia, ovvero il regno perfettamente opposto a quello patinato di Instagram. Ovvero il regno a cui la coppia si presta "memizzando" se stessa - basta pensare al Pizza Gate - e i propri figli.

@fedez

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♬ LA DOLCE VITA - Fedez & Tananai & Mara Sattei

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I galvanizzanti attivismi e la nostra deriva al "virtual signalling"

C'è poi appunto un'ultima questione su cui i più giovani sono più perentori rispetto a chi li ha preceduti - almeno all'apparenza, almeno per immagine - ovvero le battaglie sociali a cui accennavamo sopra. Questioni rispetto alle quali, i coniugi Ferragni hanno fatto magistralmente il loro campo di battaglia, in supporto delle vittime del Covid nel lockdown, in sostegno della comunità LGBT, del femminismo e della salute mentale, insomma di tutti quei temi che, contestualmente, sono diventati trend topic. Un posizionamento "solidale" arrivato come inversione di marcia dopo l'unico, grosso errore di comunicazione commesso dall'imprenditrice digitale: parliamo del 2018 e di quella festa di compleanno organizzata al supermercato, quando gli invitati si lanciarono verdure e i follower gridarono all'assoluta immoralità della cosa. Da allora, in quanto a moralismo, i Ferragnez non hanno più sbagliato. E si sono sempre posti dalla parte giusta del mondo. Quel mondo che non appartiene più ai belli e dannati, ed in cui Johnny Depp finisce a processo. Quel mondo che ormai è fatto dai bravi ragazzi, dell'attivismo in caroselli di Instagram, del cosiddetto virtual signalling - concetto che, in America, indica l'ostentazione di aderenza a valori che riscuotono consenso nella società del tempo - ed in cui basta poco per sentirsi galvanizzati e partecipi. Basta un like, il vostro. 

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