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Venerdì, 26 Aprile 2024
Clima

Cop26, l'accordo: stop alla deforestazione entro il 2030

Impegno storico di oltre 100 leader mondiali a porre fine e invertire la deforestazione e il degrado del suolo. Tra i Paesi che hanno aderito all'accordo figurano Stati Uniti, Cina, Brasile, Canada e Russia

I leader di oltre 100 paesi, che rappresentano più dell'85% delle foreste mondiali, si impegneranno oggi a porre fine alla deforestazione entro il 2030.
"Questo è il più grande passo avanti nella protezione delle foreste del mondo da una generazione", ha affermato con entusiasmo la presidenza britannica della COP26, che ha preso il via domenica a Glasgow, in Scozia. In un comunicato, la presidenza ha annunciato l'impegno "storico" di oltre 100 leader a porre fine e invertire la deforestazione e il degrado del suolo entro il 2030. Tra i Paesi che hanno aderito all'accordo figurano Stati Uniti, Cina, Brasile, Canada, Russia e Repubblica Democratica del Congo.

I leader mondiali hanno concordato un accordo che mira a fermare e invertire la deforestazione globale nel prossimo decennio come parte di un pacchetto multimiliardario per affrontare le emissioni di gas serra causate dall'uomo. Secondo la presidenza britannica, che ufficializzerà l'annuncio oggi alla presenza dei leader di Colombia, Indonesia e Stati Uniti, per questo progetto saranno impegnati 8,75 miliardi di sterline (circa 10,30 miliardi di euro) di fondi pubblici. Saranno inoltre mobilitati 5,3 miliardi di sterline di investimenti privati, di cui un miliardo sarà dedicato alla protezione del bacino del Congo, che ospita la seconda foresta tropicale più grande del mondo.

"Con promesse senza precedenti, avremo la possibilità di porre fine alla lunga storia dell'umanità come conquistatrice della natura, per diventarne la custode", ha affermato il capo del governo britannico Boris Johnson, ricordando che le foreste sono i "polmoni" del nostro pianeta e assorbono circa un terzo della CO2 emessa ogni anno dalla combustione di combustibili fossili. "Le foreste supportano le comunità, i mezzi di sussistenza e l'approvvigionamento alimentare e assorbono il carbonio che immettiamo nell'atmosfera. Sono essenziali per la nostra stessa sopravvivenza", ha aggiunto Johnson.

"Se non rispondono con azioni concrete sarà sempre peggio"

120 leader mondiali si sono riuniti a Glasgow per sottoscrivere nuovi impegni sulla riduzione delle emissioni di gas serra. "Se non rispondono con azioni concrete sarà sempre peggio. Se finirà come le altre Cop allora i giovani faranno tutto quello che non hanno fatto finora: non più solo qualche sciopero, ma batteremo il chiodo tutti i giorni, alzando la voce finché anche gli adulti non saranno costretti a unirsi, a farsi sentire insieme a noi. Il futuro è di tutti". Così Federica Gasbarro, 26 anni, attivista italiana delegata al Youth4Climate, in un'intervista a Repubblica.

Per l'attivista c'è un unico risultato di questa Cop che potrebbe essere sufficiente: "Una carta in cui tutti i partecipanti degli Stati si assumono l`impegno per il 2030 a essere a emissioni zero e ad abbandonare i combustibili fossili. Sarebbe abbastanza". "Ma sono preoccupata e penso non avverrà - precisa l'attivista - La Cina fissa gli obiettivi in là e non cambia posizione, l`India nemmeno risponde, altri Stati sono troppo impegnati nell`economia di petrolio e carbone. Se non verranno presi impegni efficaci, magari spingendo su rinnovabili e aiuti ai Paesi vulnerabili, davanti agli occhi di tutto il mondo sarà sempre più chiaro di chi è la colpa nel non voler aiutare il Pianeta".

Lo scatto di India e Cina

Circa il 90% delle 200 città con il più alto livello di micro-inquinanti nell’ambiente si trovano in Cina e India. Il presidente cinese Xi Jinping ha invitato la comunità internazionale a intraprendere azioni più forti per affrontare congiuntamente la sfida climatica in una dichiarazione scritta per il vertice di Glasgow (Cop26). Per rispondere ai cambiamenti climatici e rilanciare l'economia mondiale, Xi, scrive il Global Times, ha presentato una proposta triplice che consiste nel sostenere il consenso multilaterale, concentrarsi su azioni concrete e accelerare la transizione verde. Le parti devono onorare i loro impegni, fissare obiettivi e visioni realistici e fare del loro meglio in base alle condizioni nazionali per attuare le loro misure di azione per il clima. I paesi sviluppati non dovrebbero solo fare di più da soli, ma dovrebbero anche fornire supporto per aiutare i paesi in via di sviluppo a fare meglio, ha osservato Xi. La Cina accelererà la transizione verso l'energia verde e a basse emissioni di carbonio, svilupperà vigorosamente le energie rinnovabili e pianificherà e costruirà grandi centrali eoliche e fotovoltaiche. Xi ha affermato che il paese lancerà piani di attuazione specifici per aree chiave come energia, industria, edilizia e trasporti e per settori chiave come carbone, elettricità, ferro e acciaio e cemento, oltre a misure di sostegno in termini di scienza e tecnologia, carbon sink, misure fiscali e incentivi finanziari.

L'India raggiungerà la diminuzione delle emissioni nel 2070, e non nel 2050. Lo ha detto il primo ministro Narendra Modi intervenuto al Cop26. "Oggi il mondo intero riconosce che l'India è l'unica grande economia al mondo che ha rispettato nella lettera e nello spirito i suoi impegni di Parigi", ha detto Modi. Modi ha spiegato che l'India aumenterà la sua capacità energetica non fossile a 500 GW entro il 2030, soddisferà il 50% del suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2030, per allora ridurrà le sue emissioni totali di carbonio previste di 1 miliardo di tonnellate e ridurrà l'intensità di carbonio per la sua economia del 45%. Infine, l'India raggiungerà l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2070.

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